C'è chi combatte i terroristi mentre gli utili idioti farneticano
- Postato il 10 settembre 2025
- Di Libero Quotidiano
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C'è chi combatte i terroristi mentre gli utili idioti farneticano
La guerra è un racconto dove l’immane tragedia spesso svela il comico, ne abbiamo avuto ancora una volta la prova in una giornata incredibile dove Israele ha aperto il nono fronte del conflitto (il Qatar) e la Flotilla guidata da Greta Thunberg è affondata nel ridicolo. Missili veri e finti droni, la lotta contro il terrorismo e la corsa della propaganda dell’asilo infantile, un esercito che combatte per la sopravvivenza degli ebrei e un gruppo di scansafatiche che suonano la chitarra interpretando lo spartito degli utili idioti di Hamas.
Partiamo dalle cose serie. Il blitz di Israele in Qatar è un fatto straordinario che segna un’altra svolta non solo nella guerra, ma nell’intero scenario dei rapporti di forza in Medio Oriente. Il primo bersaglio di Israele erano i capi di Hamas, ma il secondo colpito di sponda è il governo qatarino che dopo mesi di trattative a vuoto ha esaurito il bonus di fiducia che aveva ricevuto da Gerusalemme e soprattutto da Washington. Il vero nocciolo della storia dell’attacco a Doha è che Al-Thani, l’emiro del Qatar, si è bruciato assicurando una mediazione senza ottenere risultati concreti. Questo per Donald Trump è il problema, significa non essere affidabili. La Casa Bianca è stata avvisata del blitz, e la notizia è che non si è opposta, ha lasciato che i missili israeliani colpissero gli obiettivi, il silenzio/assenso degli Stati Uniti per il raid in Qatar è il fatto nuovo e per la regione è un ulteriore avviso: chi sostiene i terroristi e flirta con l’Occidente non è più una zona franca, può essere un obiettivo militare di Israele e, in futuro, degli stessi americani. Sanno tutti che il Qatar è uno sponsor di Hamas, che fa il gioco delle tre carte da decenni, che Al Jazeera è il megafono dei tagliagole e rappresenta un’arma puntata contro Israele nell’ottavo fronte, quello della propaganda. Trump ha deciso che non farà più finta di niente. È uno scenario nuovo che riguarda anche altri attori, in particolare l’Egitto (che fa parte del tradizionale team di mediatori sulla questione palestinese) perché Il Cairo non apre le frontiere a Rafah, non accoglie rifugiati palestinesi, nemmeno temporaneamente.
Nessuno vuole palestinesi in casa propria e la ragione è semplice: sono una fonte di guai, un seme di violenza e terrore. Benjamin Netanyahu ha fatto la mossa che nessuno si aspettava, dopo il bombardamento dell’Iran, nel giorno numero 704 del conflitto, dopo l’attentato a Gerusalemme di lunedì. È una decisione che cambia tutto, conferma che Israele vuole vincere la guerra in fretta, prendendo Gaza, eliminando tutti i leader dei terroristi e mettendo in guardia i loro fiancheggiatori, «non c’è più spazio per le ambiguità». Quanto al blitz e alle voci scandalizzate dei difensori della sovranità territoriale del Qatar, faccio una breve carrellata per gli smemorati mentre fanno colazione, serviti in guanti bianchi: Barack Obama nel 2011 inviò un commando ad Abbottabad in Pakistan per eliminare Osama Bin Laden. Missione compiuta. Donald Trump nel 2019 diede la caccia e fece uccidere in Siria Abu Bakr Al Baghdadi, il leader dello Stato Islamico. Missione compiuta. Joe Biden nel 2022 fulminò con un drone a Kabul, mentre era affacciato alla finestra della sua casa, Ayman Al Zawahiri, il dottore di Al Qaeda. Missione compiuta.
Quelli che oggi parlano di sovranità e stato di diritto hanno la memoria corta, dimenticano che nella storia i cattivi perdono sempre e qualcuno deve fare quel lavoro per tutti gli altri che fanno guerra e pace in salotto. Gli israeliani sono quelli che questo lavoro lo fanno meglio di tutti, la loro killing machine fa giustizia, rende il mondo migliore, lo libera dai tagliagole e dai tiranni che sognano la fine dell’Occidente. Israele non dimentica. Ricordo la fine che fece il commando di palestinesi che uccisero gli atleti di Israele alle olimpiadi del 1972: la premier Golda Meir ordinò la loro eliminazione, una caccia all’uomo senza limiti di spazio e tempo, furono tutti uccisi da un’operazione speciale del Mossad. La spada di David non perdona (a tal proposito consiglio la visione di “Munich” e la lettura di “One day in September”, il libro di Simon Reeve sull’attentato durante le Olimpiadi). L’energia del Qatar è preziosa (parliamo uno dei primi esportatori mondiali di gas liquido) ma è giunto il momento di decidere da che parte stare.
Veniamo alle comiche, che come spesso accade possono finire in tragedia. Quello della Flotilla è un caso di psicosi di massa, infantilismo acuto, ignoranza, autolesionismo. Problemi loro, si dirà. Ma sono diretti verso le coste di Gaza, se dipendesse da me li farei sbarcare tra le braccia di Hamas, sarebbe uno spettacolo educativo per le masse di adoratori degli islamisti che da giorni stanno farneticando: vedono cospirazioni immaginarie per fermare la regata, mezzo Parlamento italiano è in preda alle allucinazioni, c’è gente che vede jet israeliani atterrare in Italia e tira in ballo Giorgia Meloni, attivisti alla rucola che vedono flotte di droni fantasma sorvolare la barca di Greta, la prezzemolina pro-Pal Francesca Albanese che delira su azioni militari che non sono possibili neppure giocando a Risiko, il popolo dei kretinetti social che applaude, vomita, manda in scena lo spettacolo del ruttodromo democratico. Purtroppo, sarà la marina israeliana e non altri a salvare dagli amorevoli abbracci di Hamas questa banda di naufraghi dello straccionismo della sinistra. La verità è che nessuno li affonderà, ma una risata li seppellirà.
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