C’è anche Cobolli: stupisce Wimbledon, vola ai quarti e blinda la top 20. È lui il terzo violino del tennis azzurro
- Postato il 7 luglio 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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Di indizi c’erano già stati parecchi. Ma evidentemente non erano bastati per attirarsi l’attenzione del pubblico. Serviva la grande impresa su un grande campo. E allora, cosa meglio di Wimbledon? Adesso tutto il mondo del tennis, italiano e non, sa che c’è anche Flavio Cobolli. Chi scrive lo aveva già segnalato qualche settimana fa, dopo la sconfitta ad Halle contro Zverev: oggi è lui il terzo violino del tennis azzurro, la nuova freccia all’arco italiano dopo Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. A 23 anni la maturità quasi completa del suo tennis ha trovato la conferma sull’erba verde di Londra: la vittoria contro Marin Cilic vale i quarti di finale Slam e la certezza di cominciare la prossima settimana tra i primi 20 giocatori del ranking mondiale. Anche Cobolli, da oggi, fa parte dell’élite del tennis.
Cobolli è stato fino ad oggi un po’ snobbato dal pubblico generalista. E il rischio è che anche la sua vittoria contro Cilic – 6-4, 6-4, 6-7, 7-6 dopo quasi tre ore e mezza di battaglia – venga sottovalutata. Il croato ha 36 anni sulle spalle, è vero, ma è stato anche finalista a Wimbledon nel 2017. Aveva forse l’ultima grande occasione della carriera. E invece ha sbattuto contro Cobolli, che sta diventando un avversario ostico per chiunque. Ha un gioco solido da fondo campo, ma è la sua capacità di lottare su ogni punto che lo rende speciale: mai rinunciatario, sempre sul pezzo. Caratteristiche esaltate dalla terra rossa, che in primavera gli ha regalato tante gioie: ad aprile ha vinto il suo primo titolo Atp a Bucarest, a maggio ha replicato con il trionfo ad Amburgo.
Trionfi di cui si erano accorti in pochi. Nel frattempo Cobolli è cresciuto ancora, con servizio e dritto sempre più solidi, fino a dimostrare di poter dire la sua anche sull’erba, in teoria la superficie meno adatta. È vero, ha sfruttato un buco nel tabellone, ma è proprio in queste situazioni che i grandi giocatori sanno farsi trovare pronti. Lui non solo non ha sbagliato, ha dominato: è arrivato agli ottavi senza perdere nemmeno un set. E pure oggi contro Cilic ha vinto i primi due parziali con grande autorevolezza: il tie-break del terzo set resta al momento l’unico passo falso di un Wimbledon perfetto. In cui Cobolli è diventato la vera sorpresa.
Il suo atteggiamento in campo è il riflesso del suo percorso: solido e coerente. Nato a Firenze e cresciuto a Roma, sotto l’occhio di papà Stefano (a sua volta ex giocatore e oggi commosso in tribuna), Cobolli ha avuto una brillante carriera juniores e ha iniziato la carriera professionistica dal circuito Challenger. Il 2023 è stato l’anno dell’ingresso in Top 100 nel ranking Atp, il 2024 l’ascesa è proseguita fino al picco della finale sul cemento di Washington. Il processo di maturazione, passo dopo passo, ha portato ai successi sulla terra rossa e ora ha questo risultato incredibile e insperato. Nella storia sono pochi gli italiani che si sono spinti così avanti sull’erba di Londra: Uberto De Morpurgo, Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta, Davide Sanguinetti, Matteo Berrettini, Jannik Sinner, Lorenzo Musetti. Oggi Cobolli diventa l’ottavo di sempre.
Oggi però non ha stupito solo l’Italia. Ha stupito Wimbledon e ha fatto toc toc alle porte tennis che conta. C’è anche lui. Che col suo fare bonario (forse sornione?) ogni tanto sembra tutto tranne che un lottatore. Anzi, sui social è già un idolo dei fan di tutto il mondo per le sua ironia e una risata contagiosa. In campo invece si trasforma: corre su ogni pallina, sa essere cinico e cattivo, esprime un tennis essenziale. Adesso si può godere l’impresa: i quarti di Wimbledon. “Penso di essermi meritato di giocare in uno dei campi principali”, ha detto con una delle sue proverbiali battute dopo la vittoria contro Cilic. In ogni caso, scenderà in campo da sfavorito, pronto a stupire ancora.
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