Cattivi cittadini e pessimi sindaci
- Postato il 25 aprile 2025
- Di Panorama
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Lo so, ci sono problemi più gravi: la guerra in Ucraina, ad esempio. Quella in corso a Gaza da un anno e mezzo. E poi i dazi, il lavoro, gli stipendi bassi, il tasso di povertà, le liste d’attesa per una visita in ospedale, eccetera. Volendo, si fa un elenco che non finisce più. Però permettetemi di continuare la mia piccola battaglia contro il degrado urbano, l’aumento dell’inciviltà cittadina, la scomparsa della buona educazione.
Su queste pagine qualche mese fa ho criticato i padroni di cani che non raccolgono le deiezioni dei loro amici a quattro zampe. Non ce l’avevo con i labrador, i pastori tedeschi e i barboncini: quadrupedi meravigliosi. Ce l’avevo con chi sporca i marciapiedi senza curarsi di pulirli. Continuo a non capire perché, se ami un animale, non ti occupi di evitare disagio ai pedoni. Allo stesso modo, mi chiedo perché ci siano automobilisti che non riescono a parcheggiare la loro vettura senza dare intralcio ad altri. Anche in questo caso non sono contro l’uso delle quattro ruote.
Mi piacciono le auto e, a differenza degli ambientalisti tipo Ultima generazione, non le considero causa di ogni peggioramento dell’aria nelle metropoli, ritenendo che molto di più facciano i vecchi impianti di riscaldamento. Né ho in odio i Suv, come certi verdi, che se ne vanno in giro a sgonfiare le gomme dei veicoli di grande stazza, ritenendo che consumino e inquinino troppo. Però, nonostante non abbia alcun pregiudizio contro le macchine, mi domando perché ci siano automobilisti che parcheggiano ovunque, anche dove sarebbe vietato. Non parlo soltanto dei posti riservati alle persone con un handicap, la cui occupazione meriterebbe provvedimenti drastici, come la rimozione e il sequestro. Penso a quelle vetture posteggiate in mezzo alla strada, oppure sulle strisce pedonali, sui marciapiedi, sugli scivoli che servono alle persone in carrozzella.
Ogni tanto, nelle mie passeggiate urbane, osservo come sta cambiando il modo di sostare. Una volta, la maggioranza delle persone si rassegnava a giri interminabili per trovare un posto. Adesso no. Ora è invalsa l’abitudine di mettere la vettura in mezzo alla strada, sulla riga di mezzeria, tra una corsia e l’altra, rendendo difficoltoso il transito dall’una e dall’altra parte. Un camion, per esempio dei pompieri, ovviamente non riuscirebbe a passare.
Quando non parcheggia in mezzo alla via, c’è chi si ingegna a mettere il proprio veicolo sul marciapiede, costringendo i pedoni a veri e propri slalom, o a fianco dei dehor spuntati dopo il Covid ovunque ci siano bar e ristoranti, anche in questo caso con riduzione della sede stradale. Come se non bastasse, c’è chi, pur di non pagare un posteggio o di fare qualche centinaio di metri a piedi, lascia la macchina sulle strisce pedonali o sugli attraversamenti per persone disabili, con totale noncuranza del prossimo.
Ribadisco: c’è di peggio, come la guerra e l’impossibilità di ottenere cure in tempi rapidi. Ma il caos che ogni giorno registro nelle vie cittadine mi sembra il segnale di un lento decadimento che fa sembrare le nostre strade simili a quelle di un Paese mediorientale, dove le regole non esistono e i pedoni sono costretti a schivare le vetture o a strisciare tra l’una e l’altra. I Comuni hanno da tempo rinunciato a far rispettare le regole, preferendo lasciar fare alle telecamere nelle ztl: con il minimo dell’impegno si ottiene il massimo degli incassi. A Milano, nel 2024, gli introiti hanno superato i 200 milioni di euro, gran parte per gli accessi in area C e area B, e per l’anno in corso sono state messe a bilancio multe per 275 milioni. Tanto per capirci, in poco tempo la cifra è quasi triplicata, con incrementi annui vicini al 40 per cento. A Roma le somme per infrazioni automobilistiche sfiorano i 150 milioni e a Firenze superano i 60, con numeri ovviamente in crescita: nella Capitale del 5 per cento, nel capoluogo toscano del 14.
Tutto ciò mentre le pattuglie dei vigili in strada diminuiscono. E allora mi domando: va bene pagare le tasse e anche le multe, ma il rapporto tra amministrazione pubblica e cittadino si basa su un patto che dovrebbe prevedere dei servizi in cambio di ciò che si versa. E invece ormai, le tariffe sono svincolate da ciò che il Comune eroga.
Come per la nettezza urbana: paghi ma il ritiro della spazzatura non è garantito. Verrà il giorno in cui il semplice cittadino potrà rivendicare i propri diritti di pedone, di automobilista e anche di semplice italiano che ogni anno deve farsi carico della Tari? Verrà il giorno in cui si potrà chiamare in giudizio un sindaco inefficiente, senza dover aspettare di giudicarlo nell’urna? Credo che questo contribuirebbe a rendere le amministrazioni più attente ai bisogni delle persone, e nei cittadini tornerebbe un po’ di fiducia, sentendosi rispettati.