Nel cuore dell'Appennino settentrionale, in provincia di Parma, l'Oasi WWF dei Ghirardi nasconde una minaccia silenziosa. I suoi castagni secolari, custodi di un paesaggio e di una memoria millenaria, stanno morendo. Specie invasive come rovi e felci soffocano la vegetazione originaria, mentre patologie come il cancro corticale e il mal dell'inchiostro mettono a rischio la sopravvivenza dei grandi alberi che da secoli nutrono, riparano e ospitano la vita.
È qui che è stato avviato un ambizioso progetto di rigenerazione ambientale su circa 4 ettari di castagneto da frutto, un habitat storico che sta affrontando un lento declino a causa dell'abbandono delle cure colturali e della competizione con specie non autoctone. L'intervento - supportato da Golia e condotto da WWF, non è solo ecologico, ma un vero atto di cura verso un patrimonio naturale e culturale che rischiava di scomparire.
Il piano segue scrupolosamente i ritmi della natura, distribuito lungo le stagioni in un percorso che accompagna il bosco nel suo risveglio. A febbraio 2025 sono iniziati i diradamenti e l'apertura dello spazio boschivo, per favorire la penetrazione della luce e stimolare la rigenerazione naturale. A marzo è seguita la rimozione di ramaglie e tronchi dagli impluvi, per proteggere gli habitat più delicati e prevenire futuri danni ambientali.. Il momento clou arriva a settembre con l'innesto e la piantumazione di 50 nuovi castagni, selezionati per garantire continuità genetica e nuova vitalità all'ecosistema. L'intervento si concluderà a dicembre con il recupero di una sorgente naturale, fondamentale per la fauna selvatica dell'Oasi. Ogni attività è stata progettata per ridurre la competizione intorno agli esemplari più antichi, favorirne la vitalità e contenere le specie invasive.
L'Oasi dei Ghirardi, che si estende per oltre 600 ettari, è un laboratorio a cielo aperto per la tutela ambientale. Anche questo angolo di natura apparentemente intatta subisce pressioni che stanno alterando l'equilibrio. Il progetto prevede anche azioni di prevenzione incendi, messa in sicurezza dei sentieri e creazione di percorsi immersivi con pannelli informativi per guidare i visitatori alla scoperta della biodiversità locale.
Rigenerare il castagneto significa molto più che salvare una singola specie: vuol dire ridare linfa a un intero ecosistema complesso e ricchissimo di biodiversità. I castagni secolari sono infatti l'habitat di decine di specie animali e vegetali. Nel legno morto e nelle cavità dei tronchi più antichi nidifica il cervo volante, il più grande coleottero europeo, mentre il sottobosco ospita una varietà straordinaria di funghi: dai pregiati porcini alle specie micorriziche che vivono in simbiosi con le radici degli alberi, scambiando nutrienti essenziali per la sopravvivenza del bosco.
Tra le fronde si muovono scoiattoli, picchi e rapaci notturni, mentre a terra trovano rifugio ricci, tassi e una moltitudine di invertebrati. Le fioriture primaverili attirano api selvatiche e farfalle, creando una catena alimentare che si estende fino ai predatori di vertice. Salvare i castagni significa proteggere questo delicato equilibrio, migliorare la qualità dell'aria, donare benessere alle persone e valorizzare un patrimonio naturale e culturale che appartiene a tutti. . Bisogno profondo. Ma perché proprio ora questo bisogno di rigenerazione assume un significato così profondo? La risposta arriva da una ricerca condotta da AstraRicerche su commissione di Golia: oltre il 50% degli italiani sente l'esigenza di rigenerarsi fisicamente almeno una volta a settimana, mentre il 47,1% avverte con regolarità il bisogno di recupero mentale. Le cause principali sono stress e stanchezza mentale (46,7%), emozioni negative come rabbia o delusione (30,2%) e giornate impegnative di lavoro o studio (29,5%).
Le più colpite sono le donne della Gen Z: il 62,1% delle giovani avverte la necessità di rigenerarsi mentalmente una o più volte a settimana. Un fenomeno che cresce nelle grandi città, dove i ritmi urbani amplificano il malessere. Per il 16,4% della popolazione è addirittura un'urgenza quotidiana.
La natura emerge come alleata preziosa per questo bisogno collettivo. Il 36,2% degli italiani si rigenera camminando o facendo escursioni nel verde. Due terzi della popolazione (66,3%) considera il tempo trascorso nella natura "rigenerante", con il 29,3% che la definisce "molto rigenerante". In totale, il 91% ha già vissuto un'esperienza di rigenerazione naturale.
Il problema è l'accessibilità: solo il 31,5% degli italiani vive entro 5 km da grandi aree naturali. Mentre il 59% ritiene adeguata la presenza di aree verdi nella propria regione, appena il 10,8% la considera "molto adeguata".. Per sensibilizzare su questi temi, dal 19 al 21 settembre Milano CityLife ospita "Il Tempo di un Respiro": un'installazione multisensoriale in Piazza Tre Torri che offre ai cittadini un assaggio di immersione boschiva. Un piccolo spazio verde nel cuore della metropoli per riflettere sull'importanza di trovare momenti di pausa nella routine quotidiana. L'abbiamo provata in anteprima e l'esperienza - nonostante il rumore del traffico e le luci dei megaschermi - è stata appagante anche perché si scopre l'importanza dei castagneti..