Cassazione, Pasquale d’Ascola verso la presidenza: il “vice” di Cassano ottiene la maggioranza in Commissione al Csm
- Postato il 14 luglio 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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È Pasquale D’Ascola, attuale presidente aggiunto, il favorito per succedere a Margherita Cassano nel ruolo di primo presidente della Corte di Cassazione. La Quinta Commissione del Consiglio superiore della magistratura, competente sugli incarichi direttivi, ha proposto il “vice” di Cassano con quattro voti contro i due di Stefano Mogini, segretario generale della Suprema Corte. A decidere sarà il plenum, l’organo al completo, nella seduta del prossimo 4 settembre alle 16:30, che sarà presieduta dal capo dello Stato Sergio Mattarella (presidente di diritto del Csm) come è prassi quando all’ordine del giorno c’è la nomina dei due vertici apicali della Cassazione, primo presidente e procuratore generale. Cassano, prima donna a ricoprire l’incarico (fu nominata a marzo 2023) andrà in pensione obbligatoria l’8 settembre, al compimento dei settant’anni d’età.
D’Ascola, 67 anni, è vicino alla corrente progressista di Area ed è imparentato con Vincenzo “Nico” D’Ascola, avvocato ed ex senatore del Popolo delle libertà. Nato a Reggio Calabria, è stato giudice a Verona prima di trasferirsi alla Suprema Corte, dove ha iniziato come componente del Massimario (l'”ufficio studi” della Cassazione) per poi passare alla Seconda sezione civile, di cui nel 2018 è stato nominato presidente. In Commissione al Csm ha avuto i voti del presidente, il laico renziano Ernesto Carbone, e dei togati Maurizio Carbone (Area), Mimma Miele (Magistratura democratica, storico gruppo di sinistra) e Michele Forziati (dei “moderati” di UniCost).
Anche Mogini ha 67 anni ed è stato capo di gabinetto al ministero della Giustizia sotto il secondo governo Prodi, con Clemente Mastella come Guardasigilli. Nel suo curriculum spiccano l’esperienza da magistrato di collegamento presso l’ambasciata italiana a Parigi e quella di esperto giuridico alla Rappresentanza permanente d’Italia all’Onu. A votare per lui è stata la “destra” della Quinta Commissione: il togato Eligio Paolini, di Magistratura indipendente, e Claudia Eccher, consigliera laica in quota Lega. Non è un mistero che sia Mogini il candidato preferito della presidente uscente, Margherita Cassano, a sua volta vicina a Magistatura indipendente: se gli schieramenti di Commissione si replicassero in plenum, però, a prevalere dovrebbe essere D’Ascola. La prassi, peraltro, prevede che il candidato in svantaggio revochi la domanda, in modo da garantire la nomina all’unanimità per un incarico così importante. In quel caso entrambi i vertici apicali della Cassazione sarebbero occupati da toghe progressiste: dallo scorso febbraio infatti il procuratore generale è Pietro Gaeta, vicino a Magistratura democratica. Una situazione che si è verificata l’ultima volta tra il 2020 e il 2022, quando i due incarichi erano ricoperti rispettivamente da Pietro Curzio e Giovanni Salvi.
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