Caso Yara Gambirasio, la difesa di Bossetti ha ottenuto la copia dei tracciati delle analisi genetiche
- Postato il 19 novembre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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La difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha avuto copia dei tracciati delle analisi genetiche di quella che è stata l’indagine scientifica più grande della storia. L’avvocato Claudio Salvagni ha ritirato, in mattinata, i dati sul profilo genetico della vittima Yara Gambirasio e di quelli – in forma anonima – raccolti per arrivare a identificare Ignoto 1. Il capiente hard disk contiene ora gli innumerevoli elettroferogrammi – i grafici in alta definizione e a colori – che rappresentano la sequenza delle migliaia di Dna raccolti in Val Brembana nella lunga inchiesta che ha portato alla condanna definitiva all’ergastolo di Bossetti.
Il materiale – documenti che lo stesso Tribunale riconosce come “non acquisiti al fascicolo dibattimentale” e aventi “anche il carattere della potenziale novità della prova” – arriva nella mani della difesa a oltre sei anni dalla richiesta. L’elenco comprende oltre alle immagini fotografiche effettuate dal Ris di Parma su tutti i reperti analizzati, anche copia dei tracciati e dei risultati in forma anonima delle caratterizzazioni genetiche effettuate. “Le stringhe – spiega l’avvocato Salvagni all’Adnkronos – riempiono ben 70 pagine, sia fronte che retro, stampate su foglie A3. Un enorme mole di dati grezzi che richiederà mesi di lavoro per uno screening completo, una ricerca da cui speriamo di recuperare dati utili per dimostrare l’innocenza di Massimo Bossetti”.
Lo scoro 20 giugno il Tribunale di Bergamo aveva disposto la consegna rendendo così esecutivo il provvedimento del 27 novembre 2019 della Corte di assise che autorizzò l’esame dei reperti, dando esecuzione a una sentenza della Cassazione. L’attenzione sarà in gran parte rivolta verso una delle prove considerate più importanti contro Bossetti: gli slip su cui è stata trovata la traccia genetica mista, il Dna della vittima e dell’allora Ignoto 1. Un elemento da sempre al centro delle indagini, e dell’attenzione mediatica, e mai confutato. Secondo i giudici della Cassazione che hanno condannato all’ergastolo Bossetti: “Il Dna di Ignoto 1 è quello di Massimo Bossetti” ed è “illogica l’ipotesi del complotto”.
“La probabilità di individuare un altro soggetto con lo stesso profilo genotipico”, evidenziava la Corte, equivale a “un soggetto ogni 3.700 miliardi di miliardi di miliardi di individui. I giudici di merito – si leggeva nella sentenza – hanno correttamente affermato che il profilo genetico è stato confermato da ben 24 marcatori”, evidenziando “a maggiore tutela dell’imputato, che la certezza dell’identificazione è particolarmente solida”, in quanto le linee guida scientifiche individuano un soggetto “con l’identità di soli 15 marcatori”. In 155 pagine la Cassazione rispondeva ai venti motivi di ricorso della difesa, che sollevava diverse obiezioni, contestando la prova del Dna, la ‘catena di custodia’, i kit utilizzati. La Cassazione biasimava i “reiterati tentativi di mistificazione degli elementi di fatto”, “amplificate da improprie pubbliche sintetizzazioni”. Nel 2021 gli ermellini avevano poi deciso che la difesa aveva diritto di accedere ai reperti.
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