Caso Resinovich, la scheda di memoria della GoPro di Visintin è stata cancellata
- Postato il 9 settembre 2025
- Cronaca Nera
- Di Il Fatto Quotidiano
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Emergono nuovi dettagli dal caso Liliana Resinovich. La trasmissione Dentro la notizia ha reso noto che i video contenuti nella scheda di memoria della GoPro usata da Sebastiano Visintin il giorno della scomparsa della donna sarebbero stati cancellati. Quindi, quasi tutti i contenuti sarebbero andati perduti. L’uomo la mattina del 14 dicembre 2021 aveva registrato con la sua action camera il suo giro in bicicletta sul Carso, nelle stesse ore avveniva la sparizione di Liliana, il cui corpo sarebbe poi stato ritrovato il 5 gennaio successivo. Visintin, marito della donna, aveva definito in passato quei video il proprio alibi.
Per la ricostruzione, la Polizia postale avrebbe informato la pm, Maddalena Chergia, precisando che la cancellazione sarebbe avvenuta il 13 giugno 2023 verso le 20.37. Si tratterebbe dello stesso giorno in cui il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Triesteaccoglieva l’opposizione dell’archiviazione del caso e disponeva nuove e più approfondite indagini. Come detto prima, Visintin definì quei video il proprio alibi, e sembrerebbe che li scaricò sul proprio cellulare per poi consegnarli agli inquirenti. Lo stesso telefono che poi avrebbe formattato e regalato ad una amica.
Ieri, lunedì 8 settembre, sono iniziati i nuovi esami sui reperti ritrovati sul corpo di Liliana. Il gip ha ordinato analisi, all’Istituto di medicina legale di Ancona, di natura genetica, merceologica e dattiloscopica. Gli accertamenti sarebbero iniziati sulla giacca della 63enne, dove i periti avrebbero repertato altre fibre tessili, diverse da quelle riconducibili all’indumento. Visintin rimane l’unico indagato per la morte di Liliana.
“Non mi meraviglio di nulla, è il solito Sebastiano con il suo solito gioco delle tre carte” è il commento di Sergio Resinovich, il fratello di Liliana. “Ci sono tante anomalie nelle sue dichiarazioni, mi auguro che la nuova Procura, verso la quale ho massima fiducia, faccia con tempestività luce anche su questo. Compreso anche il telefonino che ha regalato all’amica e che è formattato”. L’avvocata della nipote di Liliana, Veronica Resinovich, ha dichiarato: “Siamo comunque contenti per l’approccio molto preciso e minuzioso che permetterà di fare luce su quanto ancora può essere dedotto dall’esame dei reperti in essere”.
Secondo la ricostruzione della procura di Trieste, “Visintin aggredì e soffocò Liliana Resinovich”. Il marito avrebbe assalito la donna nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste, con “afferramenti, compressioni, percosse, urti e graffi, tutti indirizzati in diverse sedi del capo, alla mano destra, al torace ed agli arti”. “Ne cagionava la morte avvenuta mediante soffocazione esterna diretta (asfissia meccanica esterna), quale conseguenza di afferramento e compressione del volto della vittima”. L’omicidio sarebbe avvenuto il 14 dicembre 2021, lo stesso della sparizione di Liliana. Per il fratello della vittima, Visintin aveva un movente economico. “Solo lui aveva convenienza a far trovare il corpo perché così entrava in possesso dell’eredità, di cui un terzo è stato dato a me, e rientrava anche nella reversibilità della pensione”.
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