Caso Ramy, la perizia cinematica esclude lo speronamento: “Inseguimento dei carabinieri corretto. È morto per lo schianto con il palo”
- Postato il 12 marzo 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
- 4 Visualizzazioni

I carabinieri hanno tenuto un comportamento corretto ed è esclusa l’ipotesi dello speronamento volontario. Sono questi i due punti salienti del contenuto della consulenza cinematica disposta dalla procura di Milano. Secondo quanto trapela, per la consulenza – firmata dall’ingegnere Domenico Romaniello – non sarebbe stato il comportamento del carabiniere alla guida a causare la caduta dello scooter su cui viaggiava Ramy Elgaml, il ragazzo morto nell’incidente il 24 novembre scorso al termine di un inseguimento durato 8 chilometri.
Il militare alla guida della Giulietta dal Radiomobile avrebbe frenato in tempo e l’urto con lo scooter T-Max guidato dall’amico di Ramy, Fares Bouzidi, sarebbe avvenuto prima della caduta e non all’angolo fra via Ripamonti e via Quaranta. Dal carabiniere vi sarebbe pertanto stato “un comportamento conforme a quanto prescritto dalle procedure in uso alle Forze dell’Ordine”: ha frenato quando doveva frenare e l’urto tra l’auto e lo scooter non si è verificato alla fine dell’inseguimento, ma in precedenza ed è stato laterale.
In sostanza, lo scooter guidato da Fares avrebbe perso aderenza tra viale Ripamonti e via Quaranta nel tentativo di svoltare a sinistra e la macchina dei carabinieri, molto vicina alla moto, avrebbe comunque frenato. Tutti e due i mezzi, poi, sono andati a schiantarsi più o meno vicino a un palo di un semaforo. Ramy è morto proprio perché finito contro quel palo. Lo stesso palo del semaforo che è stato rimosso e smaltito pochi giorni dopo l’incidente, senza mai essere sottoposto a sequestro: secondo l’avvocata Barbara Indovina, legale della famiglia, quel palo avrebbe potuto fornire elementi fondamentali per ricostruire la dinamica dei fatti.
La consulenza cinematica esclude dunque totalmente l’ipotesi di uno speronamento volontario e attribuisce la responsabilità dell’incidente a Fares, indagato per omicidio stradale insieme al carabiniere che guidava. Il giovane alla guida dello scooter, durante la fuga dai carabinieri, “percorreva numerose vie del centro” di Milano a velocità “estremamente sostenuta e compiendo numerose e gravi infrazioni al Codice della Strada, rischiando più volte la collisione con altri veicoli e pedoni, soprattutto imboccando viabilità completamente alla cieca, di notte, in curva ed in contromano“, sostiene l’ingegnere Domenico Romaniello incaricato dalla Procura di ricostruire le fasi dell’incidente. “La sua condotta – si legge nelle relazione – è stata caratterizzata dalla spregiudicatezza della guida e dallo sprezzo del pericolo per sé, per il trasportato, e per gli altri utenti della strada, connessi alle manovre alla cieca effettuate in più punti del lungo tragitto percorso in fuga. La sua condotta non è solamente associata ad un caso di violazioni di norme di Codice della Strada”. La difesa di Fares si è detta già pronta a contrastare in ogni modo gli esiti della consulenza cinematica , coi propri esperti, così come faranno i legali della famiglia di Ramy.
L'articolo Caso Ramy, la perizia cinematica esclude lo speronamento: “Inseguimento dei carabinieri corretto. È morto per lo schianto con il palo” proviene da Il Fatto Quotidiano.