Caso Paragon, Nordio alla Camera: “Nessuna persona è stata intercettata dalla Polizia Penitenziaria nel 2024”
- Postato il 19 febbraio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non ha mai stipulato nessun contratto con qualsivoglia società di qualsiasi tipo. E posso assicurare che nessun persona tra l’altro è mai stata intercettata da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024, nessuna persona è mai stata intercettata dalla polizia penitenziaria“. Sono le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito a dubbi sull’uso dello spyware di Paragon da parte dell’organo di polizia dipendente del suo ministero. Dopo il rifiuto del governo – con una lettera firmata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano – di fornire informazioni in Parlamento sul caso del presunto spionaggio di attivisti e giornalisti, Pd e Italia viva hanno rimodulato le interrogazioni presentate in Aula alla Camera, nel corso del question time, al ministro Nordio. I deputati hanno chiesto al guardasigilli se fosse in grado di smentire l’utilizzo del software della società Paragon da parte della Polizia Penitenziaria. Debora Serracchiani ha chiesto in aula al ministro di “dissipare le nubi sulla polizia penitenziaria, unica a non smentire l’utilizzo di Paragon.
“Lo svolgimento delle attività di intercettazioni, anche quelle condotte sia dal Nucleo investigativo centrale che dal Gruppo operativo mobile, è sempre delegato dall’autorità giudiziaria nel rispetto e con le modalità previste dal codice di procedura penale” ha sottolineato Nordio: “Le spese liquidate per le intercettazioni – ha aggiunto – sono liquidate direttamente dall’autorità giudiziaria e successivamente comunicate al ministero della Giustizia, quindi – ha continuato – nessuna competenza in merito è del Dap e i relativi contratti sono direttamente stipulati dall’autorità giudiziaria procedente; con queste premesse posso assicurare che nessun contratto è mai stato stipulato dal Dap e/o dalle Dipendenti direzioni generali con qualsivoglia società. Le intercettazioni si fanno solo su autorizzazioni dell’autorità giudiziaria”, ha ribadito Nordio aggiungendo anche che “nessun persona tra l’altro è mai stata intercettata da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024, nessuna persona è mai stata intercettata dalla polizia penitenziaria”.
“Bingo!”, esluta sui social Matteo Renzi. “Se è vero ciò che dice il ministro, e noi abbiamo il dovere di credergli, a questo punto è evidente che nel Governo qualcuno mente. Pensano di fregarci ma non ci conoscono. Un giornalista è stato intercettato in modo illegale: chi è stato?”, aggiunge il leader di Italia Viva. “Se nessun Ministero è responsabile dell’acquisto del Trojan israeliano allora sono solo i servizi ad avere questo strumento. Ma se i servizi hanno intercettato un giornalista, Alfredo Mantovano ha mentito. Oggi Nordio ha messo molto in difficoltà Mantovano: ecco perché Mantovano non voleva che Nordio rispondesse in Aula”, sottolinea Renzi. “Qualcuno sta mentendo. Chi? Non è un puntiglio. È una battaglia di civiltà giuridica. Ma prima ancora è una battaglia di libertà. Se lo Stato permette di intercettare abusivamente giornalisti, autorità religiose, attivisti politici vi immaginate che cosa può accadere con le nuove tecnologie a un cittadino comune?”, chiede Renzi annunciando la richiesta di “accesso agli atti sulle spese per intercettazione di tutte le Procure della Repubblica”.
“Il ministro Nordio speravo mi sorprendesse e mi ha sorpreso. La Repubblica con Meloni premier è sempre più la Repubblica delle banane“, ha commentato il capogruppo di Italia viva alla Camera Davide Faraone intervenendo in aula dopo il question time del ministro: “Ieri – ha aggiunto – ci avete detto che non potevate rispondere perché c’era il segreto di Stato. Ce l’ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio che non potevate rispondere e lei viene qua e ci viene a spiattellare tutto quello che fino a ieri era secretato, è incredibile. Siamo nelle mani di nessuno”, ha sottolineato Faraone. “Non c’è nessun coordinamento, un ministro dice una cosa, l’altro dice l’opposto. Le forze dell’ordine dicono di sì, quegli altri di no. Lei è il ministro della Giustizia. Il sottosegretario ieri ha secretato una cosa che oggi il ministro della Giustizia spiattella e qui tutto passa come nulla fosse accaduto. Noi vogliamo vederci chiaro. Ci dice non è il Dap, allora sono le procure ministro? Perché invece di farci sfogliare la margherita per cui un giorno parla la polizia, un giorno i servizi, un giorno anticipano i suoi pensieri. C’è una storia che va raccontata una volta e per tutte“, ha concluso il capogruppo renziano.
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