Caso Paragon, l’ong Mediterranea rende noto il report del team di esperti: “Spionaggio di Luca Casarini iniziato nel febbraio del 2024”
- Postato il 19 febbraio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Lo spionaggio sul telefono Luca Casarini sarebbe iniziato un anno fa. L’ong Mediterranea Saving Humans ha reso noto il primo report sul software di Paragon Solutions. L’analisi è stata condotta da The Citizen Lab – un team di ricerca all’Università di Toronto – che sta effettuando approfondimenti sull’operazione di spionaggio messa in campo attraverso uno spyware prodotto dall’azienda israeliana che ha riguardato il fondatore e capomissione dell’ong e alcuni attivisti di Mediterranea (oltre che il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato). “Nel febbraio 2024, quindi molti mesi prima dell’individuazione del warm Graphite, una entità non ancora identificata ha operato un attacco software di tipo ‘sofisticato’, con tentativo di forzatura degli account di Luca Casarini”, rende noto l’ong.
“Abbiamo deciso di pubblicare attraverso dei report, tutte le informazioni che ci arriveranno dal team di esperti – dice la Ong – che sta conducendo l’indagine civile sui telefoni dei nostri attivisti. Il governo italiano ha opposto il segreto di Stato alle legittime domande su chi ha autorizzato una simile attività lesiva dei diritti e delle libertà costituzionali, e in violazione alle convenzioni internazionali, spiando giornalisti, attivisti, rifugiati e soprattutto con quali motivazioni”. “Noi – prosegue Mediterranea – contrapponiamo ai segreti di Stato, la condivisione e la trasparenza. Come per il caso Almasri, che ha dimostrato di che natura sono i rapporti con la Libia“. Il riferimento è decisione dell’esecutivo di rifiutarsi di fornire informazioni in Parlamento di fronte alle richieste presentate da Partito Democratico e Italia Viva. La missiva, firmata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, specifica che il governo “ha fornito le uniche informazioni pubblicamente divulgabili” rispondendo alle interrogazioni della scorsa settimana. Tutto il resto, ha sostenuto, è “classificato” e quindi materia del Copasir.
Secondo l’analisi condotta da The Citizen Lab, l’attacco risale a un anno fa, “quindi molti mesi prima dell’individuazione del warm Graphite, verosimilmente seguendo un protocollo per la costruzione di quella che viene classicamente definita ‘catena di sorveglianza‘, che ha come esito finale il passaggio da uno spyware al più sofisticato strumento militare Graphite”. L’indagine civile, in questa prima fase “si sta concentrando sulla rilevazione di due passaggi che riguardano il tentativo di compromissione del profilo della vittima risalente al febbraio 2024 – prosegue Mediterranea – e comunicato dal giorno 8 dello stesso mese. L’obiettivo di queste operazioni, generalmente, è quello di stabilire un contatto con le persone vicine al soggetto, in questo caso Luca Casarini, attraverso un falso profilo creato con tecniche di social engineering, inviando false comunicazioni attraverso le piattaforme di messaggistica comprese le e-mail. Gli scopi di questa attività possono spaziare dall’ottenere informazioni sensibili fino a colpire individui con malware per sorvegliare il loro dispositivo. L’analisi può rivelare dettagli molto interessanti sulla sorgente, arrivando fino all’individuazione della società privata alla quale questo tipo di operazione è stata affidata. E dunque, anche all’eventuale committente“.
“La presenza di Graphite, individuata nel telefono della vittima fin dal novembre 2024 e comunicata all’interessato il 31 gennaio 2025 dalla società Meta, non lascia dubbi sul fatto che solo agenzie governative abbiano potuto avvalersi di tale tecnologia”, sottolinea la Ong. Secondo Citizenlab il tipo di attacco subito in febbraio del 2024, “va preso molto sul serio e segnala in genere che un governo vi sta monitorando, e vuole estendere il controllo anche alle persone a voi vicine”.
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