Caso Garlasco, Stasi, chiesta la revoca della semilibertà

  • Postato il 31 maggio 2025
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Caso Garlasco, Stasi, chiesta la revoca della semilibertà

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L’intervista rilasciata a Le Iene a marzo da Alberto Stasi, condannato a 16 per l’omicidio di Chiara Poggia Garlasco, potrebbe costargli la perdita del beneficio


L’intervista rilasciata a Le Iene a marzo scorso da Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, potrebbe costargli la perdita del beneficio della semilibertà. La Procura generale di Milano ne ha chiesto la revoca: il ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza dello scorso 11 aprile presentato circa un mese fa.

STASI, DA IENE ALLA RICHIESTA DI REVOCA DEL PERMESSO PREMIO

Colpa della partecipazione alla trasmissione di Stasi durante un permesso premio dal carcere di Bollate per motivi famigliari.
Il permesso sarebbe infatti collegato ad alcune finalità specifiche, e l’intervista secondo i magistrati rappresenterebbe una violazione all’interno di un percorso valutato positivamente sulla base del comportamento carcerario di Stasi e le relazioni inviate dagli educatori del penitenziario.

STASI, DIFESA TRANQUILLA

Ci potrebbero volere alcuni mesi per la decisione, ma intanto nell’attesa la difesa del 41enne mostra tranquillità: è una «questione già ampiamente chiarita dal carcere e dai magistrati del collegio della sorveglianza. Se mai avesse violato qualche prescrizione avrebbero dovuto revocargli il lavoro esterno e non negargli la semilibertà», afferma l’avvocata Giada Bocellari.

DELITTO GARLASCO, PROSEGUE LA NUOVA INCHIESTA


Intanto prosegue la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco e su Andrea Sempio, unico indagato, in attesa dell’incidente probatorio e dell’esame su impronte e reperti da analizzare.
Numerosi gli approfondimenti degli investigatori anche sulle telefonate e i messaggi che si scambiarono, il giorno del delitto, Andrea Sempio con Roberto Freddi e Mattia Capra, due degli amici della comitiva di cui faceva parte anche Marco Poggi, fratello della vittima. L’obiettivo di chi indaga è di vagliare tutti gli elementi possibili per fare chiarezza sul delitto di 18 anni fa. Molti i punti oscuri ancora da chiarire, come il mancato sequestro di una borsetta di Chiara Poggi che avrebbe potuto forse dire qualcosa di utile su quello che accadde nella villetta di via Pascoli il 13 agosto del 2007.

MOLTI I PUNTI OSCURI DA CHIARIRE


L’esistenza dell’accessorio di marca «Pinko Bag» è acclarata dalle fotografie scattate dai carabinieri il giorno del delitto che la mostrano sulla sedia della cameretta della vittima. Dal fascicolo delle indagini preliminari non risulterebbe alcun verbale di sequestro e nemmeno una ispezione. Tra i reperti rimasti nell’ombra nella prima indagine, un orecchino trovato vicino al corpo di Chiara e catalogato con numero 13, un cucchiaino, definito ricco di Dna, braccialetti, un orologio sporco di sangue, e altri piccoli indizi abbandonati.

LE FOTO PERDUTE DI CHIARA E STASI

Tra le tante fotografie andate perdute ci sono anche quelle di Chiara ed Alberto durante una gita in bicicletta al santuario della Madonna della Bozzola, sul quale i media e gli inquirenti, seppure in modo marginale rispetto ad altre piste, si stanno concentrando alla ricerca di un ulteriore, possibile scenario del delitto.

Con la riapertura delle indagini, la cittadina pavese è stata nuovamente invasa da troupe televisive, giornalisti, fotografi e curiosi.

IL SINDACO DI GARLASCO CHIUDE VIA PASCOLI


Via Giovanni Pascoli, una strada chiusa circondata da villette e campi, è diventata l’epicentro del clamore mediatico, tanto da costringere il sindaco di Garlasco, Simone Molinari, a firmare un’ordinanza urgente per limitarne l’accesso. La via è ufficialmente interdetta al traffico veicolare, ciclistico e pedonale per chi non è residente.

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