Caso Garlasco, il Dna di Stasi sull’ultima colazione di Chiara Poggi e il caos difensivo di Massimo Lovati

  • Postato il 13 novembre 2025
  • Di Panorama
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Due binari paralleli che si biforcano, si incrociano e si aggrovigliano sempre di più. Così si presenta oggi il caso Garlasco. Da un lato le nuove analisi per l’incidente probatorio disposto dalla Procura di Pavia, che avrebbero rinvenuto il Dna di Alberto Stasi, attualmente unico condannato per il delitto di Chiara Poggi. Dall’altro il caos nel fronte difensivo, con Massimo Lovati, l’ex avvocato dell’attuale indagato per l’omicidio Andrea Sempio: il legale è finito nel mirino del Sistema Pavia, l’inchiesta sulla presunta corruzione dell’ex procuratore Mario Venditti.

Caso Garlasco, il Dna di Stasi sull’ultima colazione di Chiara Poggi e il caos difensivo di Massimo Lovati
Caso Garlasco, il Dna di Stasi sull’ultima colazione di Chiara Poggi e il caos difensivo di Massimo Lovati
Caso Garlasco, il Dna di Stasi sull’ultima colazione di Chiara Poggi e il caos difensivo di Massimo Lovati
Caso Garlasco, il Dna di Stasi sull’ultima colazione di Chiara Poggi e il caos difensivo di Massimo Lovati
Caso Garlasco, il Dna di Stasi sull’ultima colazione di Chiara Poggi e il caos difensivo di Massimo Lovati

Caos tra avvocati ed ex legali

Nella confusione si aggiunge un’altra figura legale, Fabrizio Gallo che il 12 novembre è andato su tutte le furie durante la trasmissione Ore 14. Il motivo: la convocazione di Lovati, suo cliente, alla Procura di Brescia, annunciata pubblicamente da un certo Alfredo Scaccia, presentatosi come portavoce del legale settantatreenne. Gallo ha scoperto tutto in diretta televisiva: «Non so chi sia questo Scaccia. Mica faccio la balia di Lovati».  E quando Gallo ha provato a chiamare il suo assistito, il telefono risultava occupato.

La situazione è degenerata sul finale della trasmissione, quando Gallo ha sbottato: «O mi si chiarisce questa circostanza, perché non vengo a fare il pupazzo nelle trasmissioni, oppure sono pronto a togliere il disturbo». Il legale romano ha rivelato di aver ricevuto un messaggio da Lovati alle quattro e mezza di notte, senza ulteriori spiegazioni.

Scaccia, ex presidente del Frosinone Calcio ed ex legale con un recente coinvolgimento in un’indagine della Procura di Roma con l’accusa di corruzione, ha precisato di avere ricevuto l’incarico dallo stesso Lovati: «Mi ha chiesto di essere il suo portavoce – ha spiegato Scaccia contattato dall’AGI – per portare equilibrio nel caos delle notizie». Lovati intanto, si è presentato a Brescia come persona informata sui fatti nell’inchiesta che coinvolge l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti. L’audizione segue quelle di Federico Soldani e Simone Grassi, colleghi che nel 2017 avevano difeso Sempio insieme a Lovati.

Dna di Stasi sulla scena del crimine

Sul fronte tecnico il perito Giovanni Di Censo, nominato dalla Procura di Pavia, ha analizzato una cinquantina di impronte repertate sulla vecchia scena del crimine, attribuite a Chiara Poggi, al fratello Marco e a un carabiniere. Tra le impronte esaminate non ne è emersa alcuna attribuibile ad Andrea Sempio, rinvenute invece sulle unghie della vittima. Ma sono i resti della colazione del giorno dell’omicidio a risultare più interessanti, perché quella è «la colazione che Chiara Poggi avrebbe consumato quella mattina in compagnia del suo assassino». Così ricorda Dario Redaelli, il perito nominato dalla famiglia Poggi, durante la trasmissione Ignoto X: secondo il legale, l’unica certezza è la presenza del Dna di Stasi.

Il caso resta dunque aperto su più fronti. Mentre le difese di Alberto Stasi attendono gli esiti ufficiali delle nuove perizie dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, la cui ricostruzione dilaterebbe i tempi dell’omicidio rispetto alle ipotesi originarie, la Procura di Brescia prosegue le indagini sul Sistema Pavia. Nel frattempo, le famiglie di Chiara Poggi e di Alberto Stasi continuano ad attendere la conclusione di un processo che corre su dei binari aggrovigliati senza fine.

Autore
Panorama

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