Caso Garlasco, Andrea Sempio rompe il silenzio: “Sono tranquillo. Tutto quello che dicono su di me è falso”
- Postato il 25 ottobre 2025
- Di Panorama
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La voce è ferma, lo sguardo teso ma controllato. Dopo settimane di silenzio e all’indomani dei nuovi sviluppi giudiziari, Andrea Sempio, l’uomo oggi indagato nella riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, è tornato a parlare. Lo ha fatto in diretta tv, durante la puntata di Quarto Grado andata in onda su Rete4, condotta da Gianluigi Nuzzi con Alessandra Viero. Un’intervista lunga, in cui Sempio ha affrontato punto per punto le accuse, le voci e i sospetti che da mesi lo circondano.
Il primo riferimento è allo scontrino, al centro di un nuovo filone di indagine e di testimonianze contrastanti. «Sono curioso di vedere come lo documenterà perché è una cosa totalmente falsa», ha detto Sempio riferendosi a chi sostiene che quel documento non gli appartenga. «Non so chi sia questa persona, se esiste davvero lo vedremo. Sono notizie campate per aria».
Ha poi spiegato la propria versione su quella giornata d’estate del 2007, a Garlasco: «Ero andato il giorno prima in libreria, ma l’avevo trovata chiusa. Siamo tornati il giorno dopo, il 14. Non lo ricordavo, ma è emerso un mio audio del 2017 in cui racconto di esserci stato in entrambi i giorni. È una prova che non poteva essere costruita».
Chi è Andrea Sempio
Il rapporto con l’ex avvocato Lovati
Nuzzi ha poi incalzato Sempio sul rapporto con Massimo Lovati, il suo storico legale, oggi indagato in un’altra inchiesta e spesso citato come figura chiave. «Non c’è Lovati dietro a nulla di questo. Secondo me non si presterebbe a un gioco simile. E non esiste nessun segreto che lui potrebbe rivelare su di me», ha chiarito Sempio. «Per lui ho ancora rispetto e affetto. Quello che pesa davvero non è il processo, ma il massacro mediatico. Ti difendi e dicono che ti giustifichi, non ti difendi e dicono che hai qualcosa da nascondere».
Il testimone misterioso e le accuse di riti
Sul presunto testimone Flavius Savu, che avrebbe parlato di riti satanici e violenze, Sempio ha risposto senza esitazioni: «Non l’ho mai visto, non so chi sia. Io non ho mai frequentato le Bozzole, come si dice. Solo qualche volta per la fiera di Pasqua. Tutto il resto è l’ennesima balla».
“Mai presi soldi né pagato nessuno”
Un altro punto delicato riguarda i presunti pagamenti a magistrati o forze dell’ordine. Sempio ha smentito categoricamente: «Non c’è mai stato nessun pagamento da parte di nessuna trasmissione. È facile verificarlo. E non ha senso parlare di corruzione: non tornano le cifre, né le persone. E, soprattutto, il magistrato non avrebbe potuto decidere da solo l’archiviazione».
Anche sulla confusione del padre, Giuseppe Sempio, che in un verbale aveva parlato di una “previsione di spesa di 20-30”, Sempio ha spiegato: «Si è confuso. In casa c’era un foglio dove aveva annotato tutte le spese per gli avvocati, scritte in migliaia di euro. Quando scrive 20-30, intende 20-30 euro».
“Mai sanguinare davanti agli squali”
A chi gli fa notare la calma quasi disarmante, Sempio risponde con una frase che suona come un motto: «Mai sanguinare davanti agli squali. Si cerca di apparire il più tranquilli possibile».
Riguardo all’impronta 33, al presunto Dna parziale e alle chiamate che secondo l’accusa potrebbero collocarlo sul luogo del delitto, la difesa resta ferma: «Sono chiamate brevi, fatte giorni prima. È tutto forzato».
E sull’impronta 44, che corrisponderebbe alla sua misura di scarpa, Sempio ironizza: «Mi sembra strano che in otto anni di processi nessuno l’abbia mai detto prima. Se fosse stata vera, l’avrebbero usata subito. Ora improvvisamente diventa decisiva?».
“Io non c’entro niente”
Alla fine, la frase che riassume tutto: «Non c’entro niente con questa storia. Il procedimento che c’è adesso è inevitabile, mi arriva addosso e devo solo aspettare che passi». Un caso che, diciotto anni dopo, non smette di generare ombre, domande e verità parziali. Ma anche un uomo che, davanti a telecamere e accuse, continua a ripetere la stessa parola: tranquillo.