Caso Andrea Prospero – Il talento da cracker, i dispositivi segreti e una telefonata inquietante
- Postato il 7 marzo 2025
- Cronaca Nera
- Di Il Fatto Quotidiano
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Proseguono le indagini sulla morte di Andrea Prospero, il giovane studente universitario di 19 anni trovato senza vita lo scorso 29 gennaio in un appartamento del centro storico di Perugia. Gli accertamenti sui dispositivi elettronici sequestrati nel suo alloggio stanno portando alla luce nuovi elementi che potrebbero aiutare a chiarire le circostanze del decesso.
Gli investigatori della Polizia postale, su mandato della procura di Perugia, hanno avviato un’analisi approfondita sui computer, hard disk e schede Sim trovate nella stanza di Prospero. Secondo le prime indiscrezioni, tra i file rinvenuti vi sarebbero codici di accesso a database privati, software di intrusione e scambi di messaggi criptati con utenti ancora da identificare. Elementi che lasciano intendere che il 19enne non fosse un semplice appassionato di informatica, ma avesse conoscenze e strumenti avanzati, proprio come un cracker.
Proprio in questo contesto si colloca la telefonata inquietante ricevuta dalla sorella gemella di Prospero tre giorni prima del ritrovamento del cadavere, come riporta “Chi l’ha visto?” che ha visionato la denuncia della ragazza. “Abbiamo il corpo” aveva detto una voce metallica e distorta, aggiungendo poi un’offesa prima di riattaccare. Gli inquirenti stanno cercando di risalire all’origine della chiamata, analizzando i tabulati telefonici e l’eventuale utilizzo di software per alterare la voce.
L’ipotesi di uno scherzo di pessimo gusto resta aperta, ma gli investigatori non escludono che possa trattarsi di un messaggio intimidatorio legato alle attività informatiche di Andrea. Su questo fronte, la procura ha chiesto il supporto di esperti informatici per decifrare i dati trovati nei dispositivi, mentre si attendono i risultati definitivi delle perizie medico-legali per stabilire se la morte del giovane sia stata davvero un suicidio o se vi siano elementi che possano suggerire un’azione esterna.
Inoltre le analisi tossicologiche hanno confermato che Andrea è deceduto a causa di un mix di benzodiazepine e ossicodone, sostanze che hanno avuto un effetto depressivo sul sistema respiratorio e cardiovascolare, portandolo alla morte in tempi relativamente brevi. Però la famiglia di Prospero continua a respingere l’ipotesi del suicidio. “Mio fratello non avrebbe mai fatto una cosa del genere – ribadisce la sorella – C’era qualcosa che lo preoccupava, ma non ci ha mai detto nulla. Ora vogliamo solo la verità”.
Il procuratore capo Raffaele Cantone e l’aggiunto Giuseppe Petrazzini stanno coordinando le indagini, che si stanno concentrando su due filoni paralleli: da un lato, la ricostruzione delle ultime ore di Andrea per capire come sia entrato in possesso dei farmaci che lo hanno ucciso; dall’altro, il suo possibile coinvolgimento in attività informatiche illecite e i contatti con persone che potrebbero aver avuto un ruolo nella sua tragica fine.
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