Casentino: in Toscana sentieri che raccontano storie antiche tra querce secolari e scorci nascosti

Il Casentino è una piccola valle in Toscana, che si colloca come un’intercapedine tra Firenze a Arezzo, nella parte orientale della regione. È chiusa da una serie di rilievi: l’Appennino che la separa dalla Romagna, e che ospita il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi; il massiccio del Pratomagno che la divide dal Valdarno; il Monte Falterona e le cime circostanti dal Mugello.

È una terra di storia e natura, dove si respira il profumo dei secoli. Accade nei borghi medioevali come Poppi, ai cui piedi si combatté la Battaglia di Campaldino fra Guelfi e Ghibellini, nel 1289, avvenimento storico chiave per comprendere l’ascesa di Firenze a città egemone sul territorio toscano, oppure nelle tante rovine di castelli che ne caratterizzano il territorio. Accade nelle foreste che popolano le montagne che circondano la valle, dove si nascondono i luoghi dedicati allo spirito che hanno ospitato Francesco d’Assisi e dove si trovano riserve naturali dove la mano dell’uomo non arriva da tempo immemore, come nella Riserva naturale integrale del Sasso Fratino.

È un luogo splendido da vivere, il Casentino, ma soprattutto da guardare: i suoi boschi a perdita d’occhio, le tornite colline con in vetta un paese, la pianura coltivata con le montagne all’orizzonte. Un panorama diverso dallo stereotipo eppure tipicamente toscano: non vi si trovano filari di vite o grandi ulivete, ma querce e castagni all’ombra dei quali godere di splendidi panorami.

Escursioni in Casentino

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Il fascino di essere in cammino tra i boschi del Casentino

La conformazione del Casentino e l’istituzione in parte del suo territorio del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna hanno reso la regione una destinazione turistica ideale per camminatori ed escursionisti di ogni livello. In particolare, i boschi e le montagne del Casentino sono particolarmente alla portata di tutti, con una fitta rete sentieristica che mette a disposizioni dei visitatori percorsi di lunghezza e difficoltà variabile, ma generalmente dai dislivelli morbidi e graduali e con un eccellente livello di manutenzione.

Uno dei più noti è il sentiero che porta a Capo d’Arno, ovvero la sorgente da dove nasce il più importante fiume di Toscana, quello che poi bagna le città d’arte di Firenze e Pisa.

Capo d’Arno si trova alle pendici del Monte Falterona, la seconda cima più elevata dell’Appennino tosco-romagnolo, al limite nord-occidentale del Casentino. Per raggiungerlo si attraversa uno splendido bosco di faggi, con i fusti altissimi che si slanciano verso l’alto e le chiome che si tingono di colori diversi a seconda della stagione.

Vicino alla sorgente si trova inoltre cosiddetto Lago degli Idoli, uno stagno sul cui fondale sono state ritrovate migliaia di statuette votive di epoca etrusca, vecchie di migliaia di anni. Il laghetto era probabilmente un luogo di culto per l’antica popolazione che abitava la Toscana prima dell’avvento dell’impero romano. Oggi il Lago degli Idoli è un calmo specchio d’acqua con un bel prato attorno, ideale per il più classico dei picnic in altura, ma la sua storia gli conferisce una atmosfera spirituale ed esoterica.

Gli amanti dei panorami non possono rinunciare all’escursione a Poggio Scali, vero e proprio balcone del Parco delle Foreste Casentinesi. Si tratta della cima di un colle posto esattamente al confine tra Toscana ed Emilia Romagna, dal quale si ammirano praticamente tutte le vette circostanti grazie a un ampio prato accogliente che regala una vista mozzafiato.

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Lorenzo Calamai
La fantastica vista sull’Appennino Toscoromagnolo dalla vetta di Poggio Scali

Il percorso parte dall’Eremo di Camaldoli e attraversa uno splendido bosco di larici, faggi e betulle che d’autunno è una vera gioia per gli occhi: questi alberi enormi sono come sentinelle secolari che osservano il viandante passare al di sotto delle loro larghe chiome. Il sentiero costeggia la Riserva naturale integrale del Sasso Fratino, la prima in Italia: dal 1959 non vi si verifica nessuna attività legata all’uomo, tranne la ricerca scientifica. Infine, si giunge a Poggio Scali, dove nelle giornate più belle lo sguardo riesce a spaziare dai rilievi attorno a Firenze fino alle colline di Forlì.

Gli escursionisti più audaci ed esperti possono godere in Casentino del Sentiero delle Foreste Sacre, un cammino a tappe che attraversa il Parco delle Foreste Casentinesi di qua e di là dal confine regionale tra Toscana ed Emilia Romagna. Parte da Marradi, nella Romagna Toscana, e arriva fino al Santuario della Verna, in pieno Casentino.

Il cammino attraversa torrenti, cascate, borghi, santuari, straordinarie conformazioni rocciose e boschi di querce secolari, castagni, faggi, larici e betulle. In questo contesto naturale si può incontrare anche la fauna tipica dei boschi appenninici: volpi, daini, cervi, lupi, tassi, istrici, cinghiali. Un vero e proprio viaggio alla scoperta di un territorio unico ed emozionante come lo sa essere la natura nella sua accezione più pura.

Gli eremi e i castelli

Intorno alla fine del XII secolo nasce ad Assisi Giovanni di Pietro di Bernardone, giovane rampollo di una delle famiglie borghesi della città. In una vita lunga poco più di quarant’anni, passerà alla storia come Francesco d’Assisi, santo della chiesa cattolica romana e fondatore di uno dei principali ordini religiosi della stessa.

Malgrado la sua città natale, Assisi, sia quella dove è principalmente celebrata la sua vita e le sue opere, Francesco ha lasciato una traccia permanente del suo passaggio in Casentino, da lui scelto come luogo di preghiera ed eremitaggio. Il Santuario della Verna, situato nel comune di Chiusi della Verna, è celebre per essere il luogo dove il santo avrebbe ricevuto le stimmate.

Il Santuario è oggi un celebre luogo di pellegrinaggio. Si trova sulle pendici del Monte Penna, a oltre mille metri di altitudine, laddove nel XIII secolo Francesco d’Assisi si ritirava per lunghi periodi d’eremitismo. Fin dalla fine del Duecento la piccola chiesa e le celle che avevano ospitato il santo e i suoi discepoli venne ampliata, decorata e affrescata. Oggi merita una visita non solo per l’atmosfera di profonda spiritualità e per i tesori dell’arte che vi si possono trovare, come gli affreschi di Taddeo Gaddi o le terrecotte invetriate di Andrea della Robbia, ma anche per lo splendido panorama che si gode dal grande piazzale aperto.

Il vicino Eremo di Camaldoli è invece di ordine benedettino, fondato da San Romualdo nei primi anni dell’undicesimo secolo. L’eremo e il contingente monastero sono ancora oggi attivi, con una comunità monastica che ci vive. Si tratta di un luogo che unisce la bellezza della visita a un luogo dalla storia così lunga al godimento della natura circostante: l’Eremo di Camaldoli si trova a 1100 metri di altitudine, in uno splendido bosco di larici, e nei dintorni si intrecciano decine di sentieri che percorrono i crinali delle montagne circostanti.

Eremo di Camaldoli
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L’Eremo di Camaldoli

Un posto di riguardo nel territorio casentinese lo hanno anche i castelli, sia quelli attorno ai quali sono nati poi borghi e paesi, sia quelli isolati, che ancora si ergono come guardiani del territorio sui fianchi e sulle cime delle colline. Ne è un esempio lo splendido Castello di Romena, oggi poco più di un rudere a cui si accede da uno scenografico viale di cipressi. Il fortilizio conserva ancora l’antica pianta con tre torri di guardia: da lì si domina interamente la valle, e lo sguardo si perde verso i paesi di Pratovecchio, Stia, Poppi.

Non è lontano il Castello di Porciano, che sorge sopra Stia sul versante opposto rispetto a Romena. Il suo massiccio blocco ha più di mille anni di storia, gode di una splendida vista e all’interno è parzialmente visitabile: vi si trovano diverse sale, una raccolta di utensili agricoli storici, alcuni reperti di ceramiche rinvenute nei dintorni del castello e una collezione privata dedicata ai nativi americani (sic!).

I borghi del Casentino

A fare da contraltare ai meravigliosi silenzi dei boschi e ai panorami grandiosi del Casentino, ci sono i piccoli borghi che popolano la vallata, piccole gemme del territorio dove trovare tesori dell’arte e dell’architettura.

Poppi è forse il più bello e il più noto. La torre del Castello dei Conti Guidi, che troneggia sulla cima della collina su cui sorge il borgo antico, si vede praticamente da ogni parte del Casentino. Il suo centro storico è un piccolo labirinto di vicoli medievali racchiusi dalle vestigia della antiche mura. Culmina nella bella piazza panoramica del mastio, che offre una vista su tutta la valle. All’interno del castello è ospitato un museo dedicato alla Battaglia di Campaldino del 1289, a cui partecipò anche Dante Alighieri.

Poppi Casentino Toscana
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Vista di Poppi

Il centro più importante è invece Bibbiena, che ha una piccola zona industriale e una vivace vita commerciale tra i negozi di artigianato del centro. È un borgo affascinante, malgrado abbia un’aria più contemporanea e meno storica di altri abitati casentinesi: la centrale Piazza Tarlati è il salotto buono della cittadina, e offre uno bello scorcio panoramico sui dintorni; il Museo Archeologico del Casentino è ingiustamente sottovalutato e riporta il visitatore indietro di migliaia di anni, concentrandosi sulla storia di questo pezzo di Toscana dalla preistoria alla dominazione romana; alcune porzioni delle antiche mura circondano i pittoreschi vicoli del centro, tra cui è bello perdersi passeggiando.

Il borgo dalla storia unica è Raggiolo, nato come enclave corsa in Toscana. Nel Quattrocento Raggiolo era stata sostanzialmente rasa al suolo, rimasta al centro di alcune lotte tra signorie locali: poco meno di un secolo dopo, però, riprendeva vita grazie all’arrivo di un gruppo di coloni provenienti dalla Corsica. Si trova tra i boschi di castagno alle pendici del Pratomagno ed è caratterizzato da case ed edifici tutti costruiti in pietra e da vicoli lastricati. Oggi è abitata da un pugno di persone, ma rimane un luogo magico dove respirare un’atmosfera senza tempo.

In una porzione di Casentino un po’ laterale, vicina al Passo della Consuma, quello che separa la vallata dalla piana di Firenze, sorge Montemignaio. È un piccolissimo borgo che vive una vita lenta, serena e racchiusa nei silenzi dei suoi boschi e della sua natura. Poco più di 500 abitanti mantengono comunque viva la vita del paese, che si distingue per il suo nucleo storico racchiuso attorno a quello che era l’antico castello dei Conti Guidi, con la sua elegante e sobria chiesa intitolata a Sant’Agata. Attorno a Montemignaio la natura regna sovrana e una bella rete di sentieri porta all’esplorazione delle vestigia della vita contadina, tra vecchi mulini, torrenti e borgate abbandonate.

Dopo essere sgorgato dal Monte Falterona, l’Arno attraversa Stia, il primo abitato che incontra lungo il suo percorso. La cittadina è divenuta nota per il suo artigianato tessile, portando in giro per il mondo il panno casentinese, un tradizionale tessuto di lana. Viene celebrato nel bel Museo dell’arte della lana, che sorge in uno scenografico vecchio lanificio ormai dismesso. Da non perdere la Vergine col Bambino e due Angeli, di attribuzione incerta fra i pittori duecenteschi Cimabue e Giotto, ospitata nella Pieve di Santa Maria Assunta.

Autore
SiViaggia.it

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