Caro libri di scuola 2025: spesa media oltre i 700 euro a studente
- Postato il 7 agosto 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni


Inesorabile arriva l’abituale stangata di settembre: libri di testo per la scuola in aumento. Quest’anno si arriverà a spendere fino a oltre 700 euro a figlio, cioè il 5% più alta rispetto ai massimi toccati l’anno scolastico scorso (stime associazione dei consumatori Adoc). L’Associazione Italiana Editori parla di un incremento dei prezzi allineato all’inflazione (1,7% per le medie e 1,8% per le superiori). Sta di fatto che le famiglie devono sborsare ogni settembre sempre di più. L’Antitrust indaga e segnala: pochi editori, molte nuove edizioni, ostacoli alla circolazione dei libri usati e sconti bloccati al 15%. E il costo del sistema ricade sulle tasche dei genitori degli studenti.
Libri di testo: la spesa media tocca i 700 euro a figlio, secondo l’Adoc
Secondo l’Adoc, per gli studenti del primo anno delle scuole medie la spesa media per i soli testi scolastici è pari a 355,23 euro, a cui si aggiungono 132,30 euro per il kit scolastico (astucci, zaini, quaderni, diario, ecc.), per un totale di 487,53 euro. Per gli studenti delle superiori, invece, la spesa media arriva a 552,69 euro per i libri e 685 euro in totale con il materiale scolastico di base. Il quadro si complica ulteriormente quando si entra nei licei dove servono i dizionari di latino e greco e lingue. Il costo è tra i 75 e i 133 euro ciascuno. In totale, nell’arco dell’intero ciclo scolastico, senza contare tasse, trasporti e gite, una famiglia può arrivare a spendere oltre 2.500 euro per figlio solo per i libri obbligatori. Le associazioni dei consumatori chiedono al governo interventi come la possibilità per le famiglie di detrarre in dichiarazione dei redditi anche i libri scolastici, come misura stabile contro il caro scuola. Lo Stato ha stanziato quest’anno 136 milioni di euro per garantire testi gratuiti o scontati alle famiglie a basso reddito, in crescita del 3% rispetto al 2024-2025. Dal lato dei librai, il Sil e l’Associazione Italiana Editori parlano di aumenti dell’1,7% alle medie e dell’1,8% alle superiori, in linea con l’inflazione. A pesare di più, fanno notare, è il corredo scolastico, dove non ci sono tetti di spesa.
Pochi editori, molte nuove edizioni: l’Antitrust indaga sul mercato scolastico che vale 800 milioni di euro
La dinamica dei prezzi non è frutto solo di congiuntura. È quanto sostiene l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che da mesi sta lavorando su un’indagine conoscitiva per fare luce sul funzionamento del settore dell’editoria scolastica. Le conclusioni preliminari dell’Antitrust sono chiare. Innanzitutto, il mercato è fortemente concentrato: quattro editori controllano l’80% delle vendite. A contendersi il grosso della torta ci sono Mondadori (32%), Zanichelli (25%), Sanoma (13,5%) e La Scuola (8%). Solo un nuovo operatore, Feltrinelli Scuola, è entrato nel mercato negli ultimi cinque anni. C’è poi la questione delle “nuove edizioni”. Ogni anno arriva l’ultima e questo rende rapidamente vecchi i testi usati, spesso con modifiche minime, giustificate da aggiornamenti normativi o da variazioni grafiche. L’autorità sottolinea come la definizione stessa di “nuova edizione” sia lasciata all’autoregolamentazione editoriale, che richiede una variazione del 20% nei contenuti, ma senza controlli esterni. C’è poi il tema digitale. La quasi totalità delle classi (95%) adotta libri cartacei integrati da e-book, ma le licenze d’uso per le versioni online sono personali e non trasferibili, impedendo così la rivendita dei volumi. E infine pesano i vincoli agli sconti: per legge non possono essere superiori al 15% per i libri nuovi. Un freno alla concorrenza e a un potenziale calo dei prezzi. Non a caso, il mercato dell’usato, pur difficile da quantificare, vale appena 150 milioni di euro, contro un giro d’affari complessivo che nel 2024 ha sfiorato gli 800 milioni, con una crescita del 13% rispetto al 2014, nonostante nello stesso periodo la popolazione scolastica si sia ridotta del 7%, cioè quasi 600 mila studenti in meno.
L’indagine dell’Antitrust, arrivata alla fase finale, ora passa alle controdeduzioni degli editori, che dovranno inviare le proprie osservazioni entro settembre. Solo allora l’Autorità deciderà se intervenire con misure correttive o sanzioni.