Carnevale Acerra, carro dei carcerati: Statua della Libertà col mitra
- Postato il 5 marzo 2025
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Il Quotidiano del Sud
Carnevale Acerra, carro dei carcerati: Statua della Libertà col mitra
Ad Acerra, un carro “dei carcerati” di Carnevale con una Statua della Libertà armata di un mitra, ha scatenato polemiche e le critiche politiche. Accuse di apologia della criminalità. Il sindaco si è dissociato.
ACERRA (NAPOLI)- Un carro di Carnevale ad Acerra, nel Napoletano, ha scatenato un’ondata di polemiche per la sua rappresentazione controversa: una grande Statua della Libertà che, invece della tradizionale fiaccola, brandisce un mitra. Il carro, denominato “dei carcerati”, ha sfilato per le vie della città, accompagnato da musica neomelodica e figuranti vestiti da detenuti, generando indignazione e sconcerto. Il carro, trainato da un trattore e raffigurante una prigione, ha sfilato tra l’indifferenza generale, ma la polemica è esplosa il giorno successivo, con prese di posizione critiche da parte di politici e cittadini.
LE REAZIONI DOPO LA SFILATA DEL CARRO DELLA STATUA DELLA LIBERTÀ COL MITRA
Il sindaco di Acerra, Tito D’Errico, ha dichiarato di non essere a conoscenza del contenuto del carro, in quanto l’organizzazione del Carnevale era affidata a una società esterna. Il senatore di Fratelli d’Italia, Sergio Rastrelli, ha definito il carro “indegno” e ha annunciato un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro dell’Interno, per comprendere come sia stato possibile che un simile spettacolo abbia potuto sfilare senza controlli. Anche il circolo di Fratelli d’Italia di Acerra ha espresso dubbi sulla conoscenza dell’amministrazione comunale riguardo al carro.
Il deputato di Avs, Francesco Emilio Borrelli, e il coportavoce regionale di Europa Verde, Rosario Visone, hanno criticato aspramente il carro, definendolo un “chiaro omaggio alla criminalità e alla violenza”. Hanno inoltre denunciato la mancanza di modelli positivi in determinati territori e la mitizzazione di comportamenti delinquenziali. Il carro è stato realizzato dalla “paranza del Congo”, un gruppo proveniente dal rione Gescal di Acerra, una zona con difficili condizioni socio-economiche. Il capo della paranza, soprannominato “Sandokan”, ha dichiarato che il messaggio del carro era di chiedere la libertà non solo per i carcerati, ma per tutti coloro che soffrono. L’episodio ha acceso un dibattito sulla rappresentazione della criminalità e sulla responsabilità degli organizzatori di eventi pubblici.
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