Carne in provetta e cibi sintetici la famiglia Musk dalle stelle alle stalle

  • Postato il 11 novembre 2024
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Carne in provetta e cibi sintetici la famiglia Musk dalle stelle alle stalle

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Dalla famiglia Musk l’ennesimo business: Kimbal investe in carne in provetta e cibi sintetici e i nuovi scenari alimentari preoccupano l’Italia


Dalle stelle alle stalle la famiglia Musk ha le mani su tutto. Se infatti Elon Musk ha lo sguardo (e gli affari) proiettati agli investimenti spaziali, il fratello Kimbal invece è più legato alla terra. E tra i suoi business c’è il cibo, anche quello “finto”. È infatti uno dei finanziatori con Richard Branson e Bill Gates, della società statunitense Memphis Meats, costituita nel 2015, che realizza carne in laboratorio. La nuova frontiera della produzione alimentare e in particolare zootecnica sostenuta da chi è convinto che solo in questo modo si potrà garantire il benessere animale e sfamare il mondo.

CARNE IN PROVETTA, CIBI SINTETICI, LA FAMIGLIA MUSK E IL RISCHIO DEL SUO DOMINIO SUL CIBO GLOBALE

Una utopia che però, tenendo conto della capacità di Musk di “dominare” la comunicazione, rischia di diventare molto accattivante. Ora poi con Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti nulla sarà più impossibile se finalizzato a proiettare l’America sempre più in alto con il ricorso alle tecnologie sempre più spinte. E bistecche, pollo e pesce realizzati in provetta potrebbero diventare un affare d’oro. Tanto più che si tratta comunque di una tecnologia costosa che pochi possono permettersi. E i fratelli Musk non hanno certo problemi.
Il rischio è che si possa concentrare nelle mani di pochi il dominio sul cibo a livello globale. La promessa “accattivante” è di carne pulita, gustosa e più sana per tutti. Peccato che non potrà che essere condita con additivi e coloranti di varia natura per dare il gusto di carne, pollo e pesce a cellule informi, con aggiunta forse anche di antibiotici. A questi prodotti “innovativi” Kimbal affianca anche proposte più tradizionali come quella di produrre in spazi cittadini ridotti e verticali le insalate per garantire così cibo fresco nelle metropoli di tutto il mondo. Alla base di tutto l’applicazione delle più avanzate tecnologie. Insomma una corsa hi tech in linea con quella delle imprese spaziali.

DALLA FAMIGLIA MUSK CARNE IN PROVETTA E CIBI SINTETICI: I NUOVI SCENARI ALIMENTARI ALLARMANO L’ITALIA

Si profilano dunque nuovi scenari alimentari che non possono non allarmare il nostro Paese. Le nuove frontiere che conducono a una alimentazione omologata contrastano con lo stile di vita italiano incarnato dalla Dieta Mediterranea. Ecco perché quando in Europa sono iniziate a trapelare alcune notizie sulle sperimentazioni in provetta, la Coldiretti ha avviato un’azione forte di contrasto. E per anni ha ribadito, forte anche di alcuni studi scientifici, dei rischi in primis per la salute dei consumatori e poi per il futuro dell’agricoltura e dell’agroalimentare.
Una battaglia che ha trovato molti oppositori. E si spiega anche considerando la forza economica di chi è sceso in campo sul progetto dell’agroalimentare “costruito” in laboratorio. Ma il pressing di Coldiretti, sostenuta anche da medici, scienziati e nutrizionisti ha portato a un risultato concreto. Il Governo Meloni ha infatti approvato la prima legge in Europa che vieta in Italia la produzione, vendita e importazione di prodotti alimentari a base cellulare. Alcune motivazioni sostenute dagli oppositori della legge nazionale è che avrebbe messo l’Italia in infrazione nella Ue. Invece non solo questo non si è verificato, ma il Parlamento europeo ha espresso parere negativo a queste nuove offerte alimentari e molti Paesi della Ue hanno condiviso la linea italiana.

IL NO DI COLDIRETTI

La questione però resta aperta. L’Efsa, l’Authority sulla sicurezza alimentare europea, con sede a Parma, è tornata recentemente alla carica proponendo di accelerare l’iter di approvazione dei “novel food” in cui inglobare anche i prodotti da laboratorio. Ancora una volta Coldiretti ha alzato gli scudi, rifacendosi al principio di precauzione, alla base della legge italiana, e ha ribadito che occorre trattare questi prodotti come le medicine con tempi di controllo lunghi e accurati.
Qualche giorno fa un’interrogazione parlamentare ha riaperto i giochi riproponendo la cancellazione della normativa nazionale. L’organizzazione agricola ha ricordato che la legge è stata sostenuta da due milioni di firme e da un fronte trasversale che include rappresentanti di tutti i partiti politici, oltre ai governatori delle Regioni e più di tremila Comuni.
Un fronte ampio finalizzato a difendere la salute dei cittadini, ma anche una filiera che “allargata” vale 620 miliardi, con 4 milioni di occupati. Da parte sua Coldiretti, come ha spiegato in un recente incontro con i pediatri, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, ha deciso di fare un passo indietro affidando la partita nelle mani della ricerca libera e ha annunciato che già undici Università stanno studiando.

L’organizzazione agricola ha però confermato che si opporrà “a questo gioco al massacro messo in atto da magnati o sedicenti filantropi pur di creare contesti per una evidente destabilizzazione dei mercati agroalimentari europei, spinti da una famelica ricerca di speculazioni finanziarie”.
Ma a questo punto con l’amicizia e la stima dichiarate dal Governo Meloni a Musk non si potrebbe creare qualche problema a contrastare un business che se non Elon vede però coinvolto in prima linea il fratello? È solo fantapolitica. È vero che anche negli Usa non c’è piena condivisione su queste produzioni. E due Stati le hanno già messe al bando. Ma il business è ghiotto. Insomma non sono solo i dazi la questione aperta per l’agroalimentare made in Italy. Il business delle bistecche “sintetiche” non è da sottovalutare, in un’era in cui il cibo si conferma sempre di più un fattore di potere. E di “sovranità alimentare”, secondo la strategia del Governo.

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