Carlo Nicolato: Xi e Putin, patto più forte. L'Ue pensa di fare da sola

  • Postato il 22 gennaio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Carlo Nicolato: Xi e Putin, patto più forte. L'Ue pensa di fare da sola

Trump ha promesso nuove tariffe per Pechino e nella prima conferenza stampa dalla Casa Bianca ha detto che «Putin sta distruggendo la Russia», ragion per cui gli conviene convincersi che non c'è alternativa alla pace in Ucraina. Vladimir Putin e Xi Jinping si sono parlati in videoconferenza per un'ora e mezza e, secondo quanto riferito da un portavoce del Cremlino, entrambi si sono detti «pronti a costruire relazioni con gli Stati Uniti su una base reciprocamente vantaggiosa e rispettosa». Mosca e Pechino tuttavia non hanno lesinato critiche alle promesse di Trump. A Davos il vicepremier cinese Ding Xin Xiang ha detto che il protezionismo non porta da nessuna parte e che le guerre commerciali non hanno vincitori. Preoccupazioni sono state espresse anche per l'annunciata uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima e anche per quella dall'Oms il cui ruolo «dovrebbe essere solo rafforzato, non indebolito». L'inserimento di Cuba nella lista nera dei Paesi che sostengono il terrorismo è stato definito un «atto di bullismo», mentre la Russia critica le dichiarazioni sullo stretto di Panama augurandosi che le parti in causa «rispettino l'attuale regime giuridico internazionale di questa via navigabile fondamentale». Putin e Xi rimangono in attesa delle prossime mosse, in particolare il Cremlino che starebbe lavorando per una telefonata tra Putin e Trump.

ZELENSKY
Anche il presidente ucraino è in attesa delle mosse di Trump e qualcosa di più dovrebbe emergere dagli inizi di febbraio quando a Washington si terrà la “Settimana ucraina” con i primi colloqui, probabilmente anche quello atteso tra Zelensky e Trump. Ieri il presidente ucraino a Davos ha detto che, non avendo alcuna certezza sulla politica estera del tycoon, l'Europa avrebbe bisogno di una politica di sicurezza e difesa unitaria per far fronte fronte a una Russia che seppure economicamente più debole ha «molte volte più munizioni e attrezzature militari di tutti i Paesi europei messi insieme». Zelensky ha respinto la richiesta da parte russa circolata in questi giorni, cioè che Kiev riduca le sue forze armate a un quinto delle dimensioni attuali. «Non permetteremo che ciò accada», ha detto.

 

 

MACRON
La creazione di un'armata europea è l'antico pallino del presidente francese. Macron ha definito l'insediamento stesso di Trump «un'opportunità per una sveglia strategica europea». Lunedì ha invitato l'Europa ad aumentare la spesa per la difesa per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti per la sicurezza. Forte del fatto che la Francia rimane l'unico Paese Ue a possedere l'atomica il presidente francese ritiene che la guida ideale di un'armata europea debba essere per forza francese. Nel frattempo, ha detto, è importante fornire un sostegno all'Ucraina, assicurando a Kiev una posizione forte in caso di futuri negoziati.

VON DER LEYEN E SCHOLZ
Anche la presidente della Commissione ha criticato l'uscita degli Usa dagli accordi di Parigi, nonché il neoprotezionismo di Trump ricordando che «le aziende europee negli Stati Uniti impiegano 3,5 milioni di americani». In un mondo «sempre più connesso ma sempre più fratturato», ha detto la presidente Ue a Davos, in un mondo «che cambia in fretta, anche noi dobbiamo cambiare». Non a caso, ha annunciato, il suo primo viaggio sarà in India, aggiungendo di credere che la Ue debba impegnarsi «a ottenere vantaggi reciproci anche nel dialogo con la Cina». Concetti espressi anche dal cancelliere Scholz che per salvare l'economia del suo Paese sostiene da sempre le riaperture a Pechino. «È il momento di impegnarci oltre i blocchi e i tabù», ha ribadito la Von der Leyen dando il via libera di fatto a una nuova svolta nella politica economica del blocco. La presidente della Commissione presenterà la prossima settimana una roadmap sulla competitività, nella quale è prevista anche la “deburocratizzazione” della Ue.

STARMER
Pur non essendo nella posizione politica più favorevole nei confronti di Trump il premier britannico ha dichiarato nei giorni scorsi che vorrebbe che i colloqui tra Regno Unito e Usa su un accordo di libero scambio riprendessero entro poche settimane. Ma è già tanto che per il bene del suo Paese riesca a evitare dazi del 20% paventati dal tycoon. Secondo il ministro degli esteri David Lammy un incontro avverrà nelle prossime settimane. Il viceministro del Tesoro Darren Jones ha detto che il governo è preparato a tutti gli scenari, aggiungendo che Trump è anche «noto perla sua volontà di concludere buoni affari». Troppo ottimismo?

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Libero Quotidiano

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