Carlo Felice, è scontro. Il Pd: “Piciocchi attacca i lavoratori per lo sciopero”. La replica: “Difeso i genovesi”
- Postato il 18 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Ancora uno scontro aspro e a distanza tra centrosinistra e centrodestra a poco meno di una settimana dal voto. Oggetto del contendere lo sciopero proclamato – e poi sospeso – da Slc Cgil in occasione della prima della Carmen, uno degli appuntamenti più attesi della stagione lirica genovese.
“Siamo venuti a conoscenza da più parti di una dichiarazione del vicesindaco reggente nella quale accuserebbe i lavoratori del Teatro Carlo Felice, prima della revoca dello sciopero, responsabilmente sospeso dai sindacati, di porre in essere un attacco politico contro di lui a pochi giorni dal voto per le elezioni comunali – hanno scritto questa mattina in una nota stampa Simone D’Angelo segretario metropolitano, Davide Patrone capogruppo comune Genova e Donatella Alfonso consigliera comunale del Partito Democratico – Secondo Piciocchi lo sciopero dei lavoratori del teatro lirico avrebbe portato un vantaggio alla sinistra. E avrebbe anche invitato i sindacati a revocare lo sciopero, agitando lo spauracchio della chiusura del Teatro nel caso di vittoria elettorale del centrosinistra”.
“Parole di questo tipo riducono la campagna elettorale a una becera propaganda sulla pelle dei lavoratori e sulle loro scelte, arrivando a prefigurare inesistenti e assurdi rischi di chiusura del Teatro Carlo Felice in caso di vittoria della coalizione progressista – hanno poi aggiunto – Mai la campagna elettorale per il Comune di Genova era caduta così in basso. Non vorremmo più assistere a strumentalizzazioni che offendono in primis i lavoratori del Carlo Felice. La città non deve essere terreno di promesse elettorali vane e parole gravi”.
Accuse pesanti, che hanno trovato immediata replica da parte dello stesso Piciocchi: “Ho difeso con fermezza il diritto dei cittadini, senza guardare in faccia a nessuno, come deve fare un Sindaco, davanti a uno sciopero dichiarato da una sola sigla sindacale che avrebbe potuto paralizzare la prima di Carmen. E ne sono fiero perché io antepongo a tutto il bene della nostra Città e, a differenza della sinistra, mi adopero per evitare il caos e il blocco di Genova, senza cedere ad interessi di parte, per quanto legittimi – scrive in una nota stampa –
Sconcertante è semmai lo stato in cui la sinistra ci ha lasciato il Carlo Felice otto anni fa, con debiti a tutto spiano, fornitori e artisti non pagati, ritenute dei lavoratori per milioni di euro non versate al Fisco e IVA non pagata. Io sono stato chiamato in questi anni a risanare tutto questo e l’ho fatto. Non accettiamo lezioni da questa sinistra, capace solo di demonizzare il lavoro altrui, senza mai costruire, senza mai esprimere capacità al servizio della Città. A rendere ancora più evidente la sua mancanza di idee, oggi si scopre che vorrebbe confermare il contributo al Carlo Felice, seguendo e copiando ancora una volta il nostro programma e il nostro operato. Non una visione autonoma, non una proposta originale, solo l’ennesima rincorsa a quanto noi abbiamo già fatto e garantito. Con una sinistra al governo, così cedevole, poco autorevole e divisa al suo interno, tutto questo ritornerebbe. E la Città non può permettersi di precipitare nel caos”.
L’ultimo riferimento è relativo ad una successiva dichiarazione della candidata sindaca Silvia Salis, sempre sul tema della gestione del Carlo Felice, in cui ha dichiarato che “Come già detto in precedenza mi fa piacere ribadire con chiarezza che una volta sindaca, il contributo del Comune alla Fondazione Teatro Carlo Felice verrà interamente confermato. Quello che invece dovrà cambiare sarà il contributo della Regione, che se allineato a quello del Comune permetterà alla Fondazione ed ai suoi dipendenti di affrontare il futuro con maggiore serenità e prospettiva”.