Caritas, “Emporio di scambi e di idee”: inaugurazione anche a Finale Ligure

  • Postato il 16 dicembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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emporio caritas finale

Finale Ligure. Dopo le iniziative sulla sostenibilità nel settore tessile che hanno animato quest’autunno il “Guardaroba solidale”, nel pomeriggio di ieri in via Salita del Grillo 2 a Finalmarina i volontari del Centro di Ascolto Caritas della Vicaria del Ponente e la Caritas della Diocesi di Savona-Noli hanno inaugurato l'”Emporio di scambi e di idee”, un nuovo servizio di distribuzione di abbigliamento e oggettistica per la casa alle persone in stato di fragilità, reso possibile grazie ai fondi del progetto 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana.

L’emporio sarà aperto a tutti con uno scambio perenne a punti. Con tale sistema di baratto si intende far crescere la comunità sui temi della circolarità e della donazione consapevole. La relazione è l’elemento cardine della carità e ispira questo nuovo modello di welfare fondato prevalentemente su dinamiche di reciprocità e sostenibilità, presupposti per il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze.

“È un esperimento a livello nazionale, siamo l’unica Caritas in Italia che lo sta testando – ha detto Pietro Rosso durante l’inaugurazione – Questo spazio ha un gemello a Savona, in via dei Cambiaso 3R, nel quartiere Villapiana, all’interno dei servizi del centro d’ascolto della Parrocchia San Francesco da Paola, ed è stato dato dalla Parrocchia San Giovanni Battista, che ringraziamo. L’esperimento consiste nello scambio: il punteggio non è più assegnato solo alle persone con le quali facciamo i colloqui ma è aperto a tutti. Non ci sarà nessuno scambio di denaro: ciò di cui non abbiamo molta disponibilità varrà più punti, spendibili sia a Finale Ligure sia a Savona”.

“Porto i saluti del vescovo Calogero Marino e ringrazio i volontari e le volontarie che si sono fatti coinvolgere in questo percorso lungo e molto impegnativo – ha dichiarato invece la direttrice diocesana Monica Siri – Siamo vicini al Natale, penso alla cura con cui prepariamo il nostro pensierino per l’amica, l’amico o i bambini e credo che questo emporio sia un grande dono per la comunità tutta. La possibilità di accedere a questi spazi è per tutti, senza alcuna distinzione”.

“Ringrazio la Caritas, a cui mi sento molto vicina fin dal primo giorno di mandato – ha affermato invece Luciana Di Mauro, assessora comunale ai Servizi Sociali, presente all’evento in rappresentanza del Comune – Il concetto di comunità è importante e qui abbiamo un esempio di comunità virtuosa. Sono veramente orgogliosa di vedere persone capaci di offrire sempre, oltreché una buona parola, un valido aiuto. È fondamentale la convenzione tra il Comune e la Caritas, speriamo di portarla avanti e possibilmente ampliarla. Il mondo del volontariato è un aiuto prezioso e vitale per la comunità”.

Nel corso del 2025 la Caritas diocesana si è impegnata a potenziare i servizi di distribuzione abbigliamento e oggettistica per la casa detti “Empori di scambi e di idee” e nella loro evoluzione in ottica generativa e pedagogica. Dalla trasformazione del “Guardaroba solidale” di Finalmarina è nata la volontà di invitare l’intera comunità ad una riflessione sul senso solidale ed educativo del dono in una visione corale di sostenibilità ambientale e sociale e cura.

La mission condivisa è stata arricchire la presenza del nuovo emporio con il lavoro di un anno di preparazione dedicato al rinnovamento dei locali, alla formazione dei volontari e a laboratori e incontri, ricercando anche nuovi sbocchi per l’economia circolare del donato sul territorio. Tramite gli operatori della Fondazione Diocesana Comunità Servizi e in sinergia con un ricco partenariato la Caritas di Savona-Noli promuove una rinnovata cultura del dono, più consapevole, di qualità e attenta alle necessità reali delle comunità fragili a cui si rivolge.

Il modello sperimentale dell’emporio vuole scardinare il rischio di cristallizzazione che caratterizza la raccolta e distribuzione di beni fondata solitamente su un sistema polarizzante che non mette in discussione quella simmetria fra donante e ricevente che colma solo i bisogni materiali ma non costruisce la cultura della reciprocità, rischiando di relegare le fasce deboli fuori dai processi di autodeterminazione, cittadinanza attiva ed emancipazione.

Autore
Il Vostro Giornale

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