Carioti: in manovra più risorse per imprese e polizia
- Postato il 25 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
Carioti: in manovra più risorse per imprese e polizia
«Siamo sempre usciti con una posizione unitaria, non ci trattiamo male, un po' di dibattito politico serve», profetizza Antonio Tajani tre ore prima che inizi il vertice di maggioranza. È una domenica di lavoro, infatti: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, il segretario di Forza Italia e Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, si sono dati appuntamento per confrontarsi tra loro e con Giancarlo Giorgetti. La presenza al tavolo del ministro dell'Economia conferma che il principale argomento di discussione – più di chi prenderà il posto di Raffaele Fitto, in partenza per Bruxelles, o della correzione della legge sull'autonomia differenziata dopo la sentenza della Corte Costituzionale - sono le modifiche al testo della manovra. I soldi, insomma: è possibile fare più di quanto già previsto sulla strada dell'alleggerimento fiscale per le famiglie e le imprese? Gli elettori del centrodestra se lo attendono, e servirebbe anche per dare una risposta sul campo a Cgil e Uil, che venerdì 29 protesteranno in piazza contro la politica economica del governo.
OBBLIGO DI COPERTURE
Il problema, ovviamente, è trovare le coperture per finanziare questi interventi senza aumentare il debito. Si confida nel concordato preventivo, che dovrebbe portare in cassa all'incirca 2,5 miliardi di euro, quanto basta per fare almeno alcune delle cose che si vorrebbero. Ma la regola della prudenza impone di capire con esattezza quale sarà la somma a disposizione.
Che l'argomento sia delicato, lo conferma la sede scelta per il confronto: il vertice, previsto inizialmente a palazzo Chigi, si svolge invece nell'abitazione privata della presidente del consiglio, a debita distanza da cronisti e orecchie indiscrete. La profezia di Tajani si avvera comunque, la posizione dei leader è ancora una volta unitaria. È scritta in un comunicato condiviso da tutti e diffuso da palazzo Chigi in tarda serata, dopo le congratulazioni alla squadra azzurra di tennis, vincitrice della Coppa Davis. In sintesi, i quattro confermano di avere piena condivisione di vedute (nessuno farà strappi, ogni emendamento sarà concordato),s'impegnano a modificare la manovra in parlamento entro i limiti consentiti dai vincoli di bilancio (correzioni mirate, niente “assalto alla diligenza” o ricorso a maggior indebitamento) e incaricano Giorgetti di valutare, calcolatrice in mano, modifiche da votare insieme sui temi condivisi all'interno della coalizione. Tra questi, c'è una menzione esplicita per l'aumento dei fondi alle forze dell'ordine: un impegno preso tempo fa dalla premier, sul quale concordano gli altri leader.
Più in dettaglio, l'incontro viene definito «proficuo», la condivisione sulle cose da fare è «piena» e i quattro s'impegnano a far sì che la manovra sia «in continuità con le due precedenti», vale a dire prudente e con interventi mirati ai settori e alle fasce sociali che più ne hanno bisogno. In cima ci sono «le esigenze del sistema sanitario, delle famiglie, dei lavoratori e del tessuto produttivo». La conferma che c'è la volontà politica di dare più ossigeno fiscale anche alle imprese, e che non si vogliono offrire pretesti a Elly Schlein e al Pd, che stanno usando la spesa sanitaria (peraltro aumentata) come argomento principale per far montare la protesta contro il governo. Le porte sono aperte anche alle «proposte migliorative» che dovessero arrivare dall'opposizione. Il governo s'impegna infatti ad «ascoltare con attenzione» le richieste che giungeranno dal parlamento, purché queste prestino «la dovuta attenzione ai conti pubblici». I quali, viene ribadito per l'ennesima volta, «devono ancora affrontare i gravissimi danni causati dal super bonus, che nel 2025 graverà sulle casse dello Stato più dell'intera manovra».
PIÙ INVESTIMENTI
Per questo, in nome della gestione oculata del denaro pubblico, Meloni, Salvini, Tajani e Lupi danno mandato al ministro dell'Economia di valutare, «alla luce delle coperture necessarie, la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutte le forze politiche della maggioranza», in particolare relative «alle forze dell'ordine, alle politiche sociali e ai settori produttivi». Per questi ultimi, anche se non viene citata, sarebbe allo studio la cosiddetta “Ires premiale”, calibrata in modo da premiare chi fa più investimenti (l'hanno chiesta le associazioni degli stessi imprenditori, il dossier è sul tavolo del ministro Adolfo Urso). Mentre l'impegno ad aumentare gli stanziamenti per le forze dell'ordine dovrebbe scongiurare la stretta sul turn over del personale in divisa. Restano sotto esame l'intervento per la riduzione dal 35 al 33% dell'aliquota Irpef tra i 28.000 e i 60.000 euro (quella corrispondente al ceto medio, più o meno), l'aumento delle pensioni minime sino a quota 623 euro, la conferma del taglio del canone Rai da 90 a 70 euro, al momento non prevista in manovra (è una richiesta della Lega, costa 430 milioni di euro, Fdi e Forza Italia sono contrari) e l'esenzione della Rai e delle testate giornalistiche online dalla “web tax”, che resterebbe limitata ai cosiddetti “giganti” della rete.