Carcare, annullata la condanna a Franco Bologna per l’ordinanza anti migranti

Carcare. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna del 2016 per Franco Bologna, ex Sindaco di Carcare, in merito all’ordinanza “anti migranti”. A commentare il lieto fine della vicenda è il candidato alle regionali di Forza Italia Angelo Vaccarezza: “Franco ora può tirare un sospiro di sollievo”.

Questi i fatti descritti da Vaccarezza: “A seguito della richiesta di una cooperativa di Vercelli di ospitare oltre una cinquantina di richiedenti asilo in alcuni appartamenti in allestimento all’ultimo piano dell’edificio della Galleria Commerciale di Carcare, Franco Bologna aveva emesso un’ordinanza contenente “il divieto di dimora, anche occasionale, di persone provenienti da Paesi dell’area africana o asiatica, presso qualsiasi struttura di accoglienza, se prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare”. Questo perché la struttura si trovava vicino a scuole, esercizi commerciali ed era necessario tutelare i carcaresi a livello sanitario. Inoltre,il documento non era solo a tutela dei cittadini, ma anche delle persone che, arrivate da Paesi senza alcun tipo di controllo, meritavano di vedere salvaguardata anche la loro salute, in attesa di intraprendere un percorso di integrazione in un paese nuovo. Per il Tribunale di Genova un’ordinanza “discriminatoria e razzista”, e stessa cosa per la Corte d’appello”.

“Oggi, la fine di un calvario – prosegue Vaccarezza – Inutile dire quanto io sia felice per Franco: mai ho dubitato della sua buona fede e della sua totale trasparenza nell’agire per il bene dei suoi concittadini. Ultimo ma non ultimo: a tutti coloro che hanno, ai tempi, gridato allo scandalo.
A tutti coloro che lo hanno tacciato di razzismo e intolleranza e hanno invocato a gran voce l’intervento dei Tribunali. Oggi, oltre a riflettere su quanto le azioni dell’uomo non siano portate dall’intolleranza che forse voi provate verso chi come voi non la pensa, chiedete scusa. Al Sindaco, ma ancora di più all’uomo. Chiedete scusa”.