Caral, la madre dimenticata delle città del Nuovo Mondo
- Postato il 8 agosto 2025
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- Di SiViaggia.it
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Molto prima che l’impero Inca dominasse le Ande, il Perù fu la culla di un’altra civiltà straordinaria, oggi considerata la più antica di tutta l’America: Caral. La sua storia affonda le radici a oltre 5.000 anni fa (alcuni studi parlano di origini ancora più remote), sulle coste aride ma fertili della valle del fiume Supe. Per secoli dimenticata, è riemersa alla luce solo nel 1997 grazie alla scoperta dell’archeologa Ruth Shady Solís, che ha rivoluzionato il modo di interpretare le origini della civiltà nel Nuovo Mondo.
L’insediamento di Caral, esteso per 66 ettari, era una città complessa e organizzata, sorprendentemente sviluppata per la sua epoca. I suoi abitanti vivevano di agricoltura e pesca, coltivando cotone, fagioli, patate dolci, zucche e peperoncini, prodotti che ancora oggi fanno parte della cucina peruviana. Eppure, nonostante il loro avanzato sviluppo architettonico e sociale, non produssero mai ceramica, un dettaglio che ancora oggi incuriosisce gli studiosi.

Una società pacifica e gerarchica
A differenza di molte civiltà coeve, Caral non sembra aver avuto un esercito o fortificazioni: la sua economia si basava su scambi pacifici e contatti commerciali con popolazioni lontane, testimoniati dal ritrovamento di conchiglie spondylus provenienti dall’Ecuador e di manufatti amazzonici e andini.
La società era organizzata in modo gerarchico e guidata da un sistema teocratico-amministrativo. Due grandi gruppi, chiamati Saya, vivevano su opposte sponde del fiume e ciascuno era retto da un’autorità locale, gli Huari, che rispondevano a un sovrano supremo di Caral, l’Huno. Questa struttura si rifletteva anche nell’urbanistica: templi e abitazioni erano disposti in maniera ordinata e duale, con edifici più raffinati per le classi alte e strutture più semplici per il popolo.
Architettura antisismica ante litteram
Uno degli aspetti più sorprendenti di Caral è la sua ingegneria antisismica. I costruttori utilizzavano gli Shicra, sacchi di rete intrecciata riempiti di pietre, come base delle mura per costruire i templi. Questa tecnica, oltre a dare solidità alle strutture, permetteva di assorbire le vibrazioni dei terremoti, un’innovazione incredibile per l’epoca.
Il complesso archeologico ospita imponenti piramidi a gradoni, piazze circolari affondate e spazi cerimoniali con focolari centrali, dove si svolgevano riti religiosi legati al culto del fuoco.

Musica e ruolo delle donne
Gli scavi hanno portato alla luce oltre 30 flauti ricavati da ossa di condor e pellicano, trombe, sonagli e altri strumenti decorati con figure di animali e divinità. La musica aveva un ruolo fondamentale sia nella vita quotidiana che nei rituali. Molti di questi flauti presentano figure antropomorfe e zoomorfe in rilievo, tra cui una scimmia ragno, il che suggerisce che la civiltà Caral avesse contatti con altre civiltà e che praticasse il baratto.
Infatti oltre questi sono stati rinvenuti anche spondylus provenienti dall’Ecuador e altri prodotti provenienti dall’Amazzonia e dalle Ande peruviane. A Caral, le donne avevano un ruolo importante nella vita politica e spirituale. Tra i ritrovamenti piccole statuette di argilla raffigurano sacerdotesse e governanti, suggerendo un equilibrio di genere nella leadership.
Come visitare la Città Sacra di Caral
Oggi Caral si trova nella provincia di Barranca, circa quattro ore a nord di Lima. È visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 16:00 e può essere raggiunta percorrendo la Panamericana Norte, con due percorsi consigliati a seconda della stagione (per via delle piene del fiume).
Visitare Caral non significa solo ammirare rovine millenarie: è fare un salto indietro fino alle radici stesse della civiltà in America, in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e dove il vento che soffia tra le piramidi porta ancora l’eco di un popolo antico e pacifico, maestro di ingegneria, musica e convivenza sociale.