Capezzone: l'ossessione dei compagni, nelle divise vedono il fascismo
- Postato il 2 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Capezzone: l'ossessione dei compagni, nelle divise vedono il fascismo
Ecco, pochi giorni dopo la mancata solidarietà all'agente che stava per essere accoltellato a Verona dall'aggressore maliano, ci mancava solo una polemica – greve, gratuita, sgraziata, infondata, scombiccherata – contro i poliziotti in servizio in Albania.
Polemica che è puntualmente arrivata contro la loro presunta “sistemazione di lusso”(l'incredibile espressione è stata testualmente usata dall'edizione online di Repubblica), che consisterebbe in una spesa della macchina pubblica per ciascun agente impegnato nella missione di 80 euro al giorno per vitto e alloggio.
Evidentemente, secondo i cervelli migliori del gruppo Gedi, i poliziotti in servizio all'estero dovrebbero essere tenuti a digiuno e fatti dormire all'addiaccio. Capite bene che siamo alla follia: nei giorni pari, si firmano articoli per descrivere come lager le strutture in cui staranno i migranti; in quelli dispari, si racconta la vita degli agenti in Albania come se fossero immersi nel lusso sfrenato.
C'è da chiamare urgentemente un'ambulanza, amici lettori? No: come sempre, c'è – con pazienza – da elaborare e smontare i meccanismi mentali perversi del progressista tipico, del piddino medio. Anche lui – in qualche intervallo di lucidità – comprende che è insensato aggredire le forze dell'ordine. Ma poi qualcosa si rivela più forte di lui e lo induce al catastrofico autogol.
E qual è questa forza superiore che lo travolge? Si chiama ossessione. Anzi: potremmo definirla una sequenza ossessiva che dal poliziotto lo porta a temere (citiamo dal solito frasario dei compagni) la “deriva securitaria”. Da lì è un attimo arrivare alla paura delle temibili “destre” e all'immancabile “rischio fascismo”. Lo schemino mentale è tanto rozzo quanto inesorabile, gli psicologi parlerebbero di “pattern emotivo”: si verifica una situazione, c'è un banale innesco, e scatta subito il percorso psico-emotivo che porta il piddino (stavo per scrivere: il malcapitato paziente, ma mi sono trattenuto giusto in tempo) ad arrivare dove lo porta il cuore. Appare un poliziotto e lui vede – dentro quella divisa – la Meloni, il fascismo, le destre.
Ora, servirebbe un terapeuta di sinistra in grado di far ragionare i compagni. Potrebbe spiegar loro che Tony Blair ha vinto tre elezioni politiche consecutive in Gran Bretagna affrontando (da sinistra) proprio il tema della sicurezza e del cosiddetto “piccolo crimine”, spiegando che furti, rapine e delinquenza spicciola erano (e sono) un problema anche e soprattutto per i settori più deboli della società. I britannici videro e sentirono un uomo di sinistra che non parlava da marziano, e lo votarono.
Qui in Italia invece i nostri compagni non ce la fanno: letteralmente, vanno contromano in autostrada. Più le persone comuni sono terrorizzate anche solo uscendo da una metropolitana, oppure rientrando a casa la sera, o magari infilando la chiave nel portone del condominio, tanto più loro si presentano in tv a pontificare sulla “percezione” e sulle “statistiche”. E subito dopo – puntualissimi – arrivano il comizietto pro immigrazione e la presa di distanza da carabinieri e poliziotti se per caso le forze dell'ordine sbagliano qualcosa o se anche sono minimamente accusate di una svista odi un errore.
Questa sinistra è un'autentica polizza di assicurazione per il governo e per il centrodestra: con avversari così, si può anche dormicchiare. Come non di rado – purtroppo – accade.