Capezzone: appello ai presidenti delle Camere, De Raho deve deporre all'Antimafia

  • Postato il 25 settembre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Capezzone: appello ai presidenti delle Camere, De Raho deve deporre all'Antimafia

Si mette male per quelli che potremmo chiamare i “riduzionisti”, cioè coloro che nella politica e sui media cercano da mesi di ridimensionare la portata dello scandalo del dossieraggio. Se a qualcuno parevano pochi quarantamila accessi  illegali e abusivi a banche dati che dovevano essere riservatissime (tributarie, antiriciclaggio e dell'antimafia), la notizia di ieri è che, secondo l'accusa, gli atti scaricati attraverso quegli accessi sarebbero addirittura duecentomila. Avete letto bene: duecentomila. Roba da Stasi, da ex Germania Est, se l'accusa fosse confermata.

Il metodo utilizzato è stato chiaramente quello della “pesca a strascico”, e cioè – una volta fissati preventivamente i bersagli da colpire, e senza che vi fossero né notizie di reato né le autorizzazioni prescritte dalla legge – raccogliere tutto il raccoglibile sulle vittime designate, magari (è da presumere e da temere) per innescare un'inchiesta giudiziaria, o per ricattarle, o per danneggiarle indirettamente, o per sputtanarle a mezzo stampa. O comunque – ecco il punto – per tenere sotto tiro, per il presente e per il futuro, la classe dirigente di centrodestra, oggetto ossessivo di questa attività letteralmente criminale. Altro che “polemica giornalistica”, a questo punto. Altro che i cinque o sei articoli pubblicati su un quotidiano (“Domani”) e derivanti – pare – da una minuscola parte di quelle informazioni. E tutto il resto?

Siamo davanti a un chiaro attacco alla nostra democrazia, che come tale va discusso e affrontato. Non solo punendo i responsabili, ma anche cercando i mandanti dell'operazione, e soprattutto ponendo le condizioni affinché nulla del genere possa ripetersi. Se il concetto non fosse ancora chiaro, chiudete gli occhi e immaginate cosa sarebbe accaduto se le vittime di questa operazione fossero stati i leader della sinistra, con il coinvolgimento di un quotidiano di destra, e con la “centrale” giudiziaria e investigativa guidata da magistrati poi entrati in politica nelle file del centrodestra. Si parlerebbe già di una nuova P2, di un piano eversivo, di un avvelenamento della vita democratica nazionale. E invece stavolta si cerca di fischiettare e distrarre gli italiani, sperando che non colgano la gravità della faccenda.
Inutile girarci intorno: siamo in una situazione torbida e limacciosa. Resa ulteriormente opaca dall'oggettiva anomalia rappresentata dal fatto che l'ex capo della Procura nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, sia oggi vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia chiamata a fare luce sulla vicenda.

Non comprendiamo – quand'anche il suo comportamento fosse stato limpido e ineccepibile, come ci e gli auguriamo – come possa rimanere dov'è, in oggettivo e abnorme conflitto di interessi. E neanche comprendiamo i bizantinismi e le prassi che finora hanno evitato che l'interessato fosse sentito dalla Commissione. Rivolgo da qui un appello – con stima e fiducia – ai Presidenti della Camera e del Senato, e al loro senso dell'opportunità politica oltre che dello stato di diritto: nessuno intende aggredire l'onorevole Cafiero de Raho, ci mancherebbe. Ma è altrettanto evidente che c'è un cittadino italiano – lui, non un suo omonimo – che ha il dovere di chiarire cosa accadde all'interno della Procura antimafia sotto la sua gestione, come fu scelto (e non adeguatamente sorvegliato) il sottufficiale Striano, quali criteri regolavano (o non regolavano) l'accesso a informazioni tanto delicate.

Signor presidente Fontana, signor presidente La Russa, come si concilia il fatto che quel cittadino non solo non venga audito, ma sieda come vicepresidente della Commissione, abbia accesso agli atti, dica la sua su chi e come debba essere sentito? Tutto ciò appare surreale. Vi chiedo (nella mia vita precedente mi è tra l'altro capitato di presiedere due Commissioni parlamentari) di fare tutto ciò che ritenete possibile affinché si superi questa anomala situazione per la quale una Commissione non sia ancora riuscita a sentire un proprio membro, e affinché sia consentito alla presidente della Commissione parlamentare antimafia, l'onorevole Colosimo, di calendarizzare l'audizione dell'onorevole Cafiero de Raho.

È perfino ovvio auspicare che tutte le massime istituzioni della Repubblica – ciascuna in base alle proprie competenze e responsabilità – chiedano, anzi pretendano chiarezza, nell'interesse di tutti i cittadini.
Sarebbe paradossale (ma si sa: i paradossi in Italia diventano cronaca e vita vissuta) scoprire che mentre sono attivi, per non dire scatenati, attori stranieri ostili (Cina, Russia, Iran) nel tentativo di aprirsi varchi in Italia e in Occidente con qualsiasi mezzo, noi – contemporaneamente – siamo invece tutti dediti a confezionare polpette avvelenate a uso interno (e magari anche a uso estero...). Facendo dell'illegalità, del dossieraggio e del lancio di fango strumenti “ordinari” di lotta contro gli avversari politici.

Ps. Fa bene, anzi fa benissimo il dottor Cantone a chiedere misure cautelari. Semmai la domanda è: perché, nel paese in cui si abusa delle misure cautelari, nel caso del dottor Striano esse non sono state disposte fino a questo momento? Questo fatto ha un qualche rapporto con la possibilità che ulteriore materiale probatorio decisivo possa essere stato occultato o distrut© RIPRODUZIONE RISERVATA to da qualcuno?

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Libero Quotidiano

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