Capannone in Piemonte per il Carlo Felice, il vicesindaco Terrile a Orazi: “Quereli anche me”

  • Postato il 4 agosto 2025
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Genova. “Se la reazione dell’ex sovrintendente è quella di sentirsi leso nella sua reputazione, sono qui: sovrintendente, quereli pure me”.
A parlare è il vicesindaco Alessandro Terrile, che interviene a gamba tesa nella querelle scoppiata sul capannone acquistato in Piemonte dall’ormai ex sovrintendente Claudio Orazi. Come noto, Orazi ha presentato querela per diffamazione dopo che i consiglieri del Pd Federico Romeo e Donatella Alfonso hanno chiesto spiegazioni sull’acquisto di un capannone a San Giorgio Monferrato (Alessandria), destinata al deposito delle scene teatrali al posto del capannone che il Carlo Felice aveva in affitto a Savignone.

Il “caso” del capannone in Piemonte e la querela dell’ex sovrintendente del Carlo Felice Orazi

L’operazione è costata oltre 900 mila euro, e stando alle due interrogazioni – rispettivamente in consiglio regionale e in consiglio comunale – Comune e Regione sarebbero arrivati a impegnare 1,4 milioni complici i lavori di ristrutturazione aggiuntivi. I consiglieri del Pd, nelle scorse settimane, durante i lavori consigliari dei rispettivi enti, avevano eccepito che l’operazione fosse stata avviata senza una valutazione preventiva del risparmio effettivo sui costi di trasporto.
Orazi ha definito quanto detto nelle aule consiliari “gravi affermazioni” diffamatorie sulla sua gestione e ha presentato querela sia contro i consiglieri Pd sia contro la segreteria regionale del sindacato Snater Liguria.

Il vicesindaco Terrile: “Domande legittime, cui mi associo. Orazi può querelare anche me”

“Temo di non riuscire a comprendere come una domanda legittima, che peraltro costituisce esercizio del diritto di sindacato ispettivo dei consiglieri eletti nelle istituzioni che finanziano il Carlo Felice, possa arrecare un danno alla reputazione dell’ex sovrintendente Orazi – sottolinea il vicesindaco Terrile – Ai due consiglieri tutta la mia solidarietà, il mio sostegno e l’apprezzamento per il lavoro puntuale che hanno svolto. Mi associo alla loro interrogazione, una domanda che appare naturale oltre che doverosa, almeno per chi conosce bene il nostro territorio e le nostre autostrade”.
“Ma davvero per custodire le scenografie del Teatro non si è trovato niente di meglio di un luogo a 110 km da Genova? – prosegue poi Terrile – quanti altri teatri in Italia hanno acquistato magazzini a un centinaio di chilometri dalla loro sede? È stato stimato l’aggravio di costi di trasporto e di personale per la gestione di un magazzino così lontano da Genova? La città meriterebbe risposte da chi ha gestito quell’operazione. Ma se la reazione dell’ex sovrintendente è quella di sentirsi leso nella sua reputazione, sono qui:, quereli pure me”
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Genova24

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