Caos treni per “colpa del chiodo”, l’Autorità Trasporti stronca Rfi: “Misure inadeguate e allarmi inidonei”

  • Postato il 11 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

Il chiodo non era soltanto un chiodo. Fu colpa soprattutto della “inadeguatezza” delle “misure adottate” per prevenire una crisi del genere, della mancanza di “allarmi idonei” ad allertare il personale” nonché della “omessa effettuazione di idonee verifiche della corretta funzionalità degli impianti” e della “inosservanza dei provvedimenti emanati” dalla stessa Rete ferroviaria italiana. L’incidente che il 2 ottobre 2024 paralizzò i treni in mezza Italia provocando cancellazioni, ritardi e deviazioni di 1.165 treni, oltre la metà dei quali vennero soppressi, ha una spiegazione molto meno semplicista e superficiale di quella fornita dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini davanti al Parlamento.

La ricostruzione dettagliata di cosa avvenne a partire dal momento del primo guasto, poco dopo l’1 di notte, è raccolto nella delibera con la quale l’Autorità di regolazione dei trasporti ha avviato un procedimento contro Rfi perché “non ha adottato misure idonee a garantire l’esercizio e la manutenzione dell’infrastruttura”. Entro tre mesi, l’Autorità potrebbe decidere di sanzionare la società al pagamento di una cifra pari al 2% del fatturato da mercato del 2024. Circa 2 milioni di euro.

Insomma, a differenza di quanto Salvini ha tentato di far credere a lungo, non può bastare che un operaio di un’azienda di manutenzione pianti un chiodo in una canalina con all’interno dei cavi elettrici per spegnere la sala operativa di Roma Termini e mandare gambe all’aria l’intero traffico ferroviario del Paese. L’Art ne sembra convinta dopo aver richiesto documentazione e aver sentito i responsabili di Rfi. Quella notte iniziò tutto, per davvero, da un errore umano ma ora emerge come – secondo l’Autorità – l’azienda si fece trovare impreparata e in questi mesi, in silenzio, abbia già cercato di ovviare al disastro tappando le falle operative che emersero il 2 ottobre.

Anche se ora, contattata da Ilfattoquotidiano.it, Rfi spiega di “aver agito nel rispetto delle procedure previste” e che il caos creatosi a Termini nove mesi fa “è stato oggetto di attente valutazioni interne all’azienda, che hanno dimostrato l’attivazione immediata di tutte le misure necessarie per la ripresa della circolazione”. Le 15 pagine di delibera che aprono il procedimento contro Rfi dopo una lunga istruttoria sembrano raccontare, in buona parte, un’altra storia.

Quando il sistema elettrico andò in tilt dopo l’errore dell’azienda di manutenzione, ad avviso dell’Autorità che poggia la sua ricostruzione anche su alcune dichiarazioni dei vertici dell’azienda, “l’intervento sul posto dei tecnici non ha rilevato la presenza del blocco della logica all’interno della cabina di media e bassa tensione” della stazione di Roma Termini. Un problema che “avrebbe potuto essere rimosso soltanto con un intervento manuale”. Inoltre, si legge ancora nella delibera, “non era presente un sistema di allarme della centralina di alimentazione di bassa tensione” della stessa stazione. E l’attivazione del gruppo di continuità, cioè le batterie che garantirono l’alimentazione per qualche ora fino al blackout delle 6.20, non venne segnalato “a causa del guasto del relativo sistema di allarme”. Non partito il gruppo elettrogeno e scaricatesi le batterie, fu il disastro.

Ad avviso dell’Art sono state le stesse “interlocuzioni con Rfi” a permettere di “rilevare la presenza di molteplici carenze nella gestione della vicenda” che ha provocato, scrive l’authority, una “gravissima perturbazione del traffico ferroviario”. In qualche maniera, dalla delibera emerge come la stessa azienda abbia compreso che quella notte non filò tutto per il verso giusto tanto da aver “irrobustito il sistema di allarme” con nuove procedure operative che “prevedono, in caso di guasti, una verifica in loco pure in assenza di ulteriori allarmi”.

L'articolo Caos treni per “colpa del chiodo”, l’Autorità Trasporti stronca Rfi: “Misure inadeguate e allarmi inidonei” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti