Cantieri fantasma d’Italia
- Postato il 18 luglio 2025
- Attualità
- Di Paese Italia Press
- 4 Visualizzazioni

di Francesco Mazzarella
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), lanciato nel 2021 con l’obiettivo di rilanciare l’Italia dopo la crisi pandemica, ha stanziato 191 miliardi di euro per 150 investimenti e 66 riforme. Il suo successo si misura non solo nelle risorse raccolte o promesse, ma – soprattutto – nella capacità di tradurre gli investimenti in opere reali e servizi tangibili. Tuttavia, un dato inquietante emerge dalle analisi più recenti: circa il 15% dei progetti finanziati non è mai partito, nonostante i fondi risultino formalmente assegnati. Parliamo di oltre 28 miliardi di euro che restano inattivi, fermi nelle stanze delle gare, nei cassetti burocratici delle autorità locali o nelle incertezze progettuali degli enti titolari.
L’analisi Svimez del febbraio 2025 conferma che nei territori del Sud i ritardi sono particolarmente gravi. Tra questi, il settore “Turismo e Cultura” ha un tasso di cantieri non avviati pari al 16% al Mezzogiorno, contro il 39% del Centro-Nord. Peggio ancora va nelle infrastrutture sanitarie territoriali: solo il 30% dei presidi medici è partito nel Sud, contro il 72,7% nel Centro-Nord. In termini di risorse, sono oltre 1,9 miliardi di euro fermi al Sud e 1,1 miliardi al Centro-Nord in progetti regionali che non hanno mai mosso una ruspa.
Mettendo a confronto i dati del monitoraggio ufficiale di Palazzo Chigi, aggiornata al 30 giugno 2025: solo il 39% dei progetti è completato, il 46% è in fase di esecuzione e addirittura il 15% non è mai partito. Spiccano i progetti di infrastrutture ferroviarie e mobilità sostenibile nel Mezzogiorno: interi lotti tra Battipaglia e Reggio Calabria, tra Catania e Palermo, risultano ancora fermi, nonostante i fondi già disponibili. Molti bandi sono andati deserti o annullati; altri giacciono tra conferenze di servizi non concluse e contenziosi legali.
Le Regioni non sono le uniche protagoniste di questa paralisi. Anche i piccoli comuni sono coinvolti. Openpolis, tramite OpenPNRR, ha registrato ben 1.015 progetti scomparsi dalle banche dati ufficiali: nessuna traccia, nessun esito, progetti letteralmente evaporati per un valore di circa 250 milioni di euro, di cui 62 milioni solo in Puglia. Questi interventi cancellati o sospesi danneggiano in particolare i territori più fragili.
Il caso della banda ultralarga nelle “Aree Bianche” – ovvero zone a fallimento di mercato digitali – è emblematico. Sebbene Open Fiber abbia realizzato il 94% dei lavori nei lotti in concessione fino a gennaio 2025, diverse aree del Sud restano scoperte e l’avanzamento nazionale è sotto le aspettative. Alcuni cantieri di fibra restano bloccati per problemi tecnici o legali, lasciando isolate comunità rurali.
I motivi alla base di questo stallo sono molteplici e spesso interconnessi. In primis, la frammentazione istituzionale: regioni, province, comuni e ministeri spesso operano senza coordinamento, costringendo i progetti a passare da conferenze di servizi lente e piene di ostacoli. L’analisi dell’Università di Bologna ha sottolineato come lo squilibrio tra Stato e Regioni limiti fortemente l’operatività concreta. In secondo luogo, inadeguatezza tecnica e carente capacità gestionale: centinaia di enti locali non hanno il personale, le competenze o i sistemi per gestire grandi progetti, rendendo la loro realizzazione improbabile.
A queste criticità strutturali si sommano persino aspetti inquietanti legati a interessi criminali. Quando un progetto non parte, il rischio mafioso sale. Un cantiere fermo per mesi è una terra di nessuno dove possono insinuarsi imprese compiacenti o prestanome. Non a caso, la DIA ha segnalato oltre 11.800 attivazioni antimafia per progetti PNRR su tutto il territorio. Molte di queste misure riguardano zone dove i cantieri semplicemente non si aprono, ma il tentativo criminale di prendere il controllo subappaltando o partecipando a gare senza intendere realizzare nulla è già in atto.
L’impatto economico e sociale è devastante. Migliaia di posti di lavoro promessi in settori nevralgici – edilizia, sanità, istruzione, mobilità – rimangono solo promesse. Le aziende virtuose, spesso piccole e del territorio, restano escluse perché incapaci di partecipare a gare complesse. Cresce così anche lo scetticismo verso l’intervento pubblico europeo e i suoi meccanismi, e si mina la fiducia nelle istituzioni.
Quali sono quindi le strade da percorrere? Occorre una svolta nella governance multilivello: serve semplice, immediato e responsabile. Le amministrazioni devono dotarsi di personale qualificato, formare team tecnici dedicati, predisporsi a una gestione completa e competente delle procedure. Le conferenze di servizi vanno accelerate e semplificate, attraverso scelte politiche decise, magari con stanziamenti premiali per chi rispetta tempi e trasparenza. Va potenziato il monitoraggio indipendente: un osservatorio – civile e regionale – capace di vigilare sui cantieri fermi e denunciare in tempo reale le anomalie. Infine, è necessaria un’azione forte contro la violenza mafiosa: ogni progetto bloccato deve essere un campanello d’allarme, con interdittive immediate e controllo puntuale dei subappalti.
Se non lo si farà, l’Italia rischia di consegnare all’Europa un bilancio fallimentare: soldi spesi sulla carta ma mai visti nei fatti. Ma soprattutto rischia di offrire alla criminalità organizzata un tesoro sospeso, una fonte di profitti facili e di consenso sotterraneo. Rimettere in moto questi progetti non è solo questione economica: è una questione di destino civile, di credibilità democratica, di futuro umano per intere comunità.
Fonti:
- Svimez, “Pnrr Execution: le opere pubbliche di Comuni e Regioni” (febbraio 2025)
- Openpolis/OpenPNRR: 1.015 progetti “scomparsi” per oltre 250 milioni €
- Università di Bologna, “Le regioni italiane e il PNRR: la (vana) ricerca di canali d’accesso”
- Open Fiber e Piano aree bianche/grigie: ritardi digitali
- Monitoraggio dati PNRR Presidenza del Consiglio (30 giugno 2025)
- DIA: oltre 11.800 attivazioni antimafia su progetti PNRR
ARTICOLO 1: Cantieri fantasma d’Italia
ARTICOLO 3 Nel mezzo del cammino: i progetti in corso 23 luglio
ARTICOLO 4 Opere compiute, comunità tradite? 25 luglio
L'articolo Cantieri fantasma d’Italia proviene da Paese Italia Press.