Cane agonizzante dopo essere rimasto prigioniero in auto, un milite lo salva con la rianimazione cardiopolmonare

  • Postato il 2 giugno 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico giugno 2025

Loano. Il cane rimane chiuso dentro l’auto, con il padrone che non trova più le chiavi. E quando, finalmente, qualcuno riesce ad aprire la portiera, la povera bestiola è ormai agonizzante. Ma quando tutto sembra perduto, un passante fa la rianimazione cardiopolmonare al cane e riesce a salvarlo.

Questa storia arriva da Loano, e a raccontarla è proprio quel passante, Davide, dipendente di una pubblica assistenza di Torino. Con la sua prontezza è riuscito ad evitare il peggio e a salvare Pegaso. “Ieri, davanti a una gelateria di viale Roma con un collega – spiega – ci siamo trovati di fronte a una scena che difficilmente dimenticherò: un uomo cercava disperatamente di liberare il suo cane, rimasto chiuso dentro l’auto, senza più le chiavi. Non sappiamo esattamente come siano andate le cose, ma una cosa era certa: il cane stava male. Iperventilava, piangeva, visibilmente in difficoltà”.

Passano circa venti minuti prima che qualcuno riesca ad aprire la vettura senza rompere il vetro. “Il padrone stesso aveva esitato a farlo – prosegue Davide – una scelta che, francamente, trovo discutibile. Quando la portiera è stata aperta, il cane era ormai cianotico, immobile, privo di forze. Attorno a noi, il panico. Passanti in preda allo shock, i proprietari visibilmente sconvolti“.

A quel punto qualcosa è scattato in Davide: “Io ho esitato per un attimo, non sapevo come agire, ma poi mi sono detto che se il protocollo RCP è simile a quello umano, dovevo provarci. Mi sono inginocchiato accanto a quel corpo ormai in gasping e ho fatto tutto ciò che ho imparato nella mia esperienza lavorativa. Un altro passante – non so come — è riuscito a trovare una bombola d’ossigeno, e grazie al supporto telefonico di un veterinario, ho ricevuto istruzioni su come ventilarlo nel modo corretto“.

E alla fine, dopo altri interminabili minuti, Pegaso ha ricominciato a scodinzolare, si è rialzato e ha ripreso a camminare. Nelle ore successive all’episodio è stato visitato da un veterinario e ora sta bene.

“È stata un’esperienza brutta, intensa, ma anche un atto di coraggio – conclude il suo racconto Davide – E da tutto questo ho imparato una cosa: restare a guardare, giudicare, filmare con il telefono… è forse il più grande fallimento dell’essere umano. In mezzo a tutta quella gente, possibile che non ci fosse un sanitario, un vigile del fuoco, un fabbro, un carrozziere… qualcuno in grado di intervenire subito? Forse sì. Ma guardare era più facile“.

Autore
Il Vostro Giornale

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