Cancro, i 4 alimenti più pericolosi: se li mangi colon-retto, pancreas e prostata sono a rischio
- Postato il 8 marzo 2025
- Salute
- Di Blitz
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L’OMS ha incluso alcuni alimenti tra le sostanze cancerogene, evidenziando rischi per tumori al colon-retto, pancreas e prostata.
L’argomento del consumo di alcuni alimenti e il loro legame con il cancro ha guadagnato crescente attenzione negli ultimi anni, specialmente dopo l’aggiornamento delle linee guida da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Recentemente, l’OMS ha classificato alcuni prodotti trasformati nel gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’uomo.
Questo significa che esiste un legame causale certo tra il consumo di questi alimenti e lo sviluppo di vari tipi di tumore, in particolare al colon-retto, al pancreas e alla prostata.La consapevolezza e l’educazione alimentare rimangono strumenti fondamentali per aiutare le persone a fare scelte più informate riguardo alla loro dieta e alla loro salute.
Rischi di cancro associati al consumo di carne trasformata
Un rapporto pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology ha rivelato che il consumo di soli 50 grammi di carne trasformata al giorno può aumentare il rischio di sviluppare un tumore del 18%. Questo dato è allarmante, soprattutto considerando il numero elevato di persone che includono questi alimenti nella loro dieta quotidiana. Kurt Straif, epidemiologo dell’IARC e principale autore dello studio, ha sottolineato che, sebbene il rischio individuale possa sembrare limitato, l’impatto globale sulle statistiche di incidenza del cancro rappresenta un problema significativo per la salute pubblica.
I cibi sotto accusa sono le carni trasformate e in particolare pancetta, prosciutto, wurstel e salsiccia. Le nuove evidenze scientifiche pongono la questione cruciale: è necessario rivedere le nostre abitudini alimentari? Alcuni esperti suggeriscono che non è necessario eliminare completamente la carne dalla dieta. Anzi, la chiave sta nel consumo moderato. Ecco alcune raccomandazioni utili:è bene limitare il consumo di carne a non più di 500 grammi alla settimana, suddividere le porzioni in 1-2 porzioni di carne bianca e 1-2 di carne rossa, non superare i 50 grammi di salumi a settimana.

È interessante notare che le sostanze ritenute responsabili di effetti cancerogeni, come i nitriti e i nitrati presenti nei salumi, non sono una novità. Carmine Pinto, direttore della struttura complessa di oncologia dell’Irccs Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, sottolinea che tali sostanze sono state riconosciute come cancerogene da oltre cinquant’anni. Tuttavia, la qualità dei prodotti in commercio è migliorata negli ultimi anni, con livelli di conservanti notevolmente ridotti. Inoltre, Pinto avverte che le modalità di cottura giocano un ruolo cruciale: evitare metodi di cottura che comportano combustione può ridurre il rischio.
Prevenzione e sicurezza
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale non solo nella prevenzione del cancro, ma anche nella salute generale. Il documento dell’IARC sottolinea la necessità di adottare nuove linee guida dietetiche che bilancino i rischi e i benefici del consumo di carne. Nonostante le preoccupazioni, è importante ricordare che la carne rossa contiene nutrienti essenziali, come proteine, ferro e vitamine del gruppo B, che contribuiscono a una dieta equilibrata.
Ian Johnson, dell’Istituto di Ricerca sugli Alimenti di Norwich, ha avvertito che, sebbene ci siano evidenze epidemiologiche che associano il consumo di carni trasformate all’insorgenza di tumori, l’entità dell’effetto è ancora poco definita. Comparare pancetta e salsicce con il fumo di sigaretta potrebbe risultare fuorviante, dato che i dati mostrano un rischio di cancro al polmone venti volte superiore per i fumatori.
Infine, lo studio dell’IARC offre un’opportunità ai regolatori e alle agenzie sanitarie di rivedere le attuali linee guida nutrizionali, al fine di adattarle alle nuove evidenze scientifiche e garantire una salute pubblica migliore. La sfida consiste nel trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere la salute e il riconoscimento del valore nutrizionale della carne, affinché le raccomandazioni siano praticabili e sostenibili per la popolazione. La consapevolezza e l’educazione alimentare rimangono strumenti fondamentali per aiutare le persone a fare scelte più informate riguardo alla loro dieta e alla loro salute.
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