Canapa, associazioni agricole: “La Camera affossa il settore, ancora battaglia per tutelare la filiera”

  • Postato il 16 settembre 2024
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  • Di Il Vostro Giornale
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cannabis legale

Liguria. Non si ferma l’accanimento verso la canapa industriale italiana. La Camera ha approvato, con 157 sì e 109 no, l’articolo 18 del Ddl Sicurezza che, di fatto, alla fine del percorso legislativo, renderà illegale la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa e dei suoi derivati. Lo dichiara Cia-Agricoltori Italiani, ribadendo ancora una volta che si tratta di un intervento puramente ideologico, che rischia di annientare una filiera ad alto valore aggiunto guidata da giovani.

“Non gettiamo la spugna. L’iter non è finito -spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- e continueremo a lavorare con i parlamentari e con tutte le associazioni per un esito differente al Senato. È inaccettabile e ingiusto bloccare in questo modo una delle filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale, che già oggi vale 500 milioni di fatturato annuo e conta più di 10 mila posti di lavoro in tutta Italia, vantando un enorme potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile, tutti settori che non c’entrano nulla con il mercato delle sostanze stupefacenti”.

Piuttosto “c’è bisogno di intraprendere un confronto approfondito con gli operatori del settore, partendo dalla convocazione del Tavolo di filiera dedicato presso il Ministero dell’Agricoltura, per garantire finalmente un quadro normativo chiaro ed equo -continua Fini-. Se il provvedimento non verrà stoppato, infatti, non solo chiuderanno migliaia di imprese con effetti diretti anche sull’export, in un mercato che vale più di 2 miliardi solo in Europa, ma gli agricoltori, di concerto con gli altri segmenti della filiera, saranno costretti a faticosi e costosi ricorsi in sede giuridica, pur di vedersi riconosciuti diritti previsti dalle normative comunitarie”.

Basti pensare alla sentenza del Tar del Lazio, che proprio ieri ha sospeso il decreto del Ministero della Salute che inseriva le composizioni orali contenenti cannabidiolo (CBD) nella tabella delle sostanze stupefacenti.

“L’approvazione della norma sulla cannabis light, contenuta nell’articolo 18 del ddl sicurezza, da parte dell’Aula della Camera, significa che le richieste di un intero comparto vengano deliberatamente ignorate. Risultato? Il settore ora rischia letteralmente di sparire” aggiungono Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale, utilizzano per esprimere la posizione di Coldiretti dopo aver appoggiato il ricorso al Tar sull’uso del cannabidiolo.

Un’opposizione, questa, a difesa delle aziende che in questi anni hanno investito nel settore e che ora sono costrette ad assistere all’equiparazione della cannabis light a quella non light, rischiano di perdere quanto costruito in questi anni.

Aggiungono Boeri e Rivarossa: “L’approvazione che arriva dalla Camera danneggia pesantemente le aziende agricole, visto che tra le modifiche introdotte, in particolare, c’è quella del divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa (Cannabis sativa L.), anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati”.

L’infiorescenza della canapa rappresenta di fatto una parte fondamentale del valore aggiunto della pianta, e vietarne la raccolta e l’essicazione rischia di far crollare un intero settore dove sono impegnati tanti giovani agricoltori. Conclude Boeri: “in aggiunta a tutto ciò, il tempismo è terribile: proprio in questo periodo i produttori si stanno preparando alla raccolta, una raccolta frutto del lavoro di un’intera lunga stagione che ora rischia di vedere i propri sforzi vanificati.”

Coldiretti aveva espresso più volte la necessità di tutele per gli agricoltori che producono canapa in piena legalità, come pure riconosciuto dalla normativa europea, anche per rispondere a mercati come quelli della nutriceutica, della cosmetica, dell’industria o dell’arredo.

Autore
Il Vostro Giornale

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