Campi larghi necessari, con un po’ di centro che riequilibri gli estremi
- Postato il 4 aprile 2025
- Di Il Foglio
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Campi larghi necessari, con un po’ di centro che riequilibri gli estremi
Al direttore - Al congresso di Azione, Carlo Calenda ha ribadito di non riconoscersi nel “campo largo” perché al suo interno è presente il Movimento 5 stelle. L’unico modo per farne parte, secondo lui, sarebbe sconfiggerlo o addirittura cancellarlo. Calenda ha così eretto un muro nei confronti del M5s e di Avs, un muro reso ancora più evidente dall’intervento di Giorgia Meloni, quando quest’ultima ha ironizzato: “Elly Schlein vuole un’Unione europea in stile hippie…”. Tuttavia, la politica impone di fare i conti con la realtà: oggi il M5s ha circa dieci punti percentuali in più rispetto ad Azione. Nell’immediato, cancellarlo appare un obiettivo quasi irrealizzabile. L’unico modo perché il M5s venga cancellato è che sia lo stesso M5s ad autodistruggersi, ipotesi non impossibile. Di conseguenza, per Calenda l’unica strategia percorribile è puntare sulle proprie idee e cercare di ampliare il consenso. Per quanto riguarda il centrosinistra, per Elly Schlein sarà fondamentale costruire un’alleanza con il M5s, nonostante la loro tendenza verso posizioni sempre più radicali. Alla luce di questo, la presenza del Movimento 5 stelle nel centrosinistra appare oggi fondamentale. Cordiali saluti.
Pierpaolo Cirigliano
Per battere il centrodestra, il campo largo, a sinistra, non è un’opzione: è una necessità, sempre che il leader del M5s non riesca nell’impresa di cancellare da solo il M5s. Il campo largo ha bisogno di una sua gamba moderata, per così dire, ma avere anche un presidio moderato al centro, tra i due poli, è importante e utile alla causa. Avere un centro unico, in grado di misurarsi alle elezioni, sarebbe un sogno. Non essendo possibile quella dimensione non resta che augurarsi che in tutti i fronti politici ci sia un po’ di centro in grado di riequilibrare gli estremi. Difficile, ma non impossibile.
Al direttore - Il modo in cui Carmelo Caruso ha ieri raccontato il mio intervento alla presentazione del libro di Elio Vito riflette il suo stile ironico e, forse, la scarsa simpatia che ha per me. Ma ai sentimenti non si comanda e in ogni caso, nel testo dell’articolo, la mia proposta per rafforzare il premier è riferita correttamente. Quello che è davvero deviante è il titolo: “Amato loda il premierato”. Ciò induce a pensare che io abbia lodato la proposta com’è, mentre ne ho prospettato una diversa, più semplice e forse foriera di un consenso più ampio: non l’elezione diretta, ma l’indicazione del nome del proprio candidato nella scheda per il voto sul Parlamento. E’ una proposta che risale a Berlusconi e questo, onestamente, l’ho detto, e che è ormai prassi nelle elezioni europee (lo Spitzenkandidat). Cordialmente.
Giuliano Amato
Al direttore - Leggo il sempre splendido Berardinelli su Pietro Citati. Non so se Berardinelli lo abbia conosciuto di persona. Io ho avuto la fortuna di frequentarlo privatamente per anni e non era affatto il Solone popolare e populista della critica italiana. Era semplice, attentissimo, curioso. In particolare nel corso delle cene curate dalla moglie Elena. Una (la) sua bussola. E la sua apparente altezzosità era soprattutto timidezza. Certo: Scalfari (a differenza di molti direttori attuali) gli concedeva lunghezze senza pari. Paginate a puntate. Ma sintetizzerei il suo operato (come quello di tutti i critici o quasi) con quanto mi disse nel tramonto di un pomeriggio romano: “Valiamo, noi critici, finché siamo vivi, da morti saremo tutti dimenticati”.
Luca Rigoni
Al direttore - Nel Wisconsin è stata eletta giudice della Suprema corte dello stato la liberale Susan Crawford. Elon Musk ha distribuito dollari a destra e a manca convinto che in questo modo avrebbe vinto il suo candidato. E’ stato sconfitto. La capacità di resistere a influenze finanziarie così massicce dimostra che il sistema democratico ha ancora forza. “Le nostre Corti non sono in vendita” ha dichiarato Susan Crawford. Un segnale che merita attenzione: i soldi non bastano.
Umberto Ranieri
Al direttore - A Giuseppe Conte che chiede “agli ebrei” di dissociarsi bisognerebbe ricordare che abbiamo giustamente stigmatizzato chi nel 2022 voleva sommariamente stabilire la “colpa collettiva” dei russi o chiedeva il patentino di pacifismo ai russi in Europa. Lo ha già dimenticato? O usa doppi standard?
Giovanni Boggero