Campi Flegrei, per l’Ingv è probabile l’apertura di bocche eruttive
- Postato il 2 luglio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Durante l’audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico, tenutasi mercoledì 2 luglio 2025, il presidente dell’Ingv, Fabio Florindo, ha lanciato un allarme preoccupante: “A Napoli abbiamo un’emergenza nazionale”. Le analisi scientifiche attuali indicano una probabilità compresa tra il 40% e il 50% di apertura di nuove bocche eruttive nella zona dei Campi Flegrei, con possibile emissione di flussi piroclastici, cioè correnti roventi di gas e materiali vulcanici.
La zona più critica, secondo le mappe presentate, è l’area di Astroni-Agnano, un’area di origine vulcanica e oggi riserva naturale. Formatasi tra 4.250 e 4.200 anni fa a seguito di almeno sette eruzioni, l’area ha già dato in passato segnali esplosivi, sia di tipo magmatico sia freatomagmatico. In almeno due occasioni, le eruzioni si conclusero con colate laviche. Oggi, le analisi suggeriscono che, se dovesse avvenire una nuova eruzione, è altamente probabile che si manifesti proprio in quest’area.
Esplosioni freatiche improvvise e preoccupazioni sismiche
Il timore maggiore, tuttavia, non riguarda solo una possibile eruzione. Florindo ha sottolineato l’estrema pericolosità delle esplosioni freatiche, eventi improvvisi e altamente distruttivi causati dal contatto tra acqua fredda e aree calde nel sottosuolo, come accade nel caso di falde acquifere che si trovano sopra la camera magmatica. A differenza delle eruzioni magmatiche, che possono essere precedute da segnali precursori anche di giorni, le esplosioni freatiche non danno alcun preavviso e possono risultare letali, pur avvenendo senza la presenza di magma.
Tra le aree più a rischio, è stata citata Pisciarelli, dove si registrano temperature superiori ai 140 gradi e una fitta rete di fratture geologiche. In questa zona si sono già verificate piccole esplosioni freatiche in tempi storici. La situazione viene monitorata con grande attenzione dagli esperti dell’Ingv, che considerano Pisciarelli una delle aree più instabili.
Dal punto di vista sismico, la situazione è altrettanto preoccupante. Il fenomeno del bradisismo, ovvero il sollevamento del suolo, continua ad avanzare: si registrano attualmente aumenti di circa 1,5 centimetri al mese, con picchi fino a 3 cm dopo la crisi sismica di febbraio. Florindo ha spiegato che finché il suolo continuerà a sollevarsi, ci saranno scosse sismiche, probabilmente sempre più frequenti.
Accumulo dei danni e reticenze nei controlli strutturali
La magnitudo dei terremoti previsti, secondo i modelli sviluppati, non dovrebbe superare il valore di 5.5, ma questo non riduce la preoccupazione. Come ha sottolineato Florindo, anche scosse più deboli, se ripetute nel tempo, possono causare un accumulo di danni strutturali agli edifici, soprattutto quelli già fragili o costruiti senza criteri antisismici. “Un magnitudo 4 oggi, un 4.5 domani, un 4 dopodomani… Gli edifici più danneggiati potrebbero venire giù”, ha spiegato con chiarezza.
Un ulteriore problema riguarda i controlli nelle abitazioni. Molti residenti della zona rifiutano le ispezioni per timore di dover lasciare le proprie case. Questo rifiuto ostacola il monitoraggio della stabilità strutturale, rendendo l’intero contesto ancora più rischioso. Se una parte portante di un edificio è compromessa, è fondamentale intervenire immediatamente, ma la paura di uno sgombero rende difficile far rispettare queste misure di sicurezza.
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