Campi da padel in Albaro, Cassano e Comune impugnano la sentenza del Tar che ha fermato il progetto
- Postato il 8 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Partita finisce quando arbitro fischia”. Un semicitazione calcistica necessaria per aggiungere un nuovo capitolo alla complessa vicenda dei campi da padel di via Pisa, il progetto presentato dalla AC99, società di Antonio Cassano, che prevede(va) la realizzazione di un impianto dedicato ai racchettoni sopra il turbolento rio Parroco, nel cuore di Albaro.
Il progetto, fortemente osteggiato dai residenti, è stato stoppato dal Tar Ligure che, lo scorso marzo, aveva accolto il ricorso presentato dai comitati: la modifica del piano urbanistico pensata ad hoc per permettere l’apertura del cantiere fu considerata “illegittima” e in contrasto con il Piano territoriale di coordinamento paesistico. Rilevato la fondatezza di questo punto del ricorso i giudici di fatto avevano annullato l’autorizzazione concessa alla società AC99, che dipendeva appunto dalla modifica al piano urbanistico comunale, e che era stata preceduta a sua volta dal declassamento del rio Parroco (nel 2022, da parte di Regione Liguria) , a “rete di drenaggio urbano”, con relativo aggiornamento dei piani di bacino.
Ma, appunto, la partita non è finita. A fine luglio, infatti, la sentenza del tribunale amministrativo ligure è stata impugnata davanti al Consiglio di Stato sia dalla AC99, come prevedibile, sia dal Comune di Genova, cosa meno scontata, visto che nel frattempo, a fine maggio, è scattato il cambio di giunta.
Ma cosa è successo? “Di fatto un ulteriore strascico delle scelte politiche della passata amministrazione – spiega l’assessore all’urbanistica Francesca Coppola – a presentare il ricorso al Consiglio di Stato è stata l’avvocatura del Comune di Genova che opera in autonomia chiaramente in tutela dell’ente“.
“Il progetto che ci siamo ritrovati sul tavolo – continua Coppola – è davvero molto pesante e scellerato, con impatti considerevoli su suolo, verde e sicurezza idrogeologica. Insiste su aria privata, cosa che restringe la manovrabilità dell’ente, ma già nelle scorse settimane abbiamo incontrato i residenti per ascoltare le loro rimostranze e cercare di intervenire in qualche modo. L’impugnazione della sentenza è stata fatta dall’avvocatura in maniera autonoma – autonomia tutelata e confermata anche da una recente sentenza del Consiglio di Stato – appunto con la finalità di tutelare l’ente, ma stiamo valutando la situazione per capire come muoverci“.
Nel frattempo i residenti non si danno per vinti: “Siamo rimasti stupiti della scelta dell’avvocatura del Comune di Genova – commentano – abbiamo incontrato la nuova giunta spiegando le nostre motivazioni e le nostra paure. Siamo pronti a rilevare l’area e curarla di tasca nostra. Nel frattempo, però, stiamo preparando le nostre memorie per questo passaggio al Consiglio di Stato“.