Camilla Canepa morta a 18 anni dopo il vaccino Astrazeneca, la Procura chiede di processare 5 medici

  • Postato il 31 ottobre 2024
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camilla canepa

Genova. La Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque medici, tutti in servizio presso il pronto soccorso dell’ ospedale di Lavagna, ritenuti responsabili della morte di Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni di Sestri Levante, deceduta nel giugno 2021 all’ospedale San Martino di Genova dopo essere stata vaccinata con Astrazeneca a un open day.  L’udienza preliminare è stata fissata il 16 gennaio 2025 davanti alla giudice Carla Pastorini.

A quattro degli imputati è contestato il reato di omicidio colposo. In particolare gli inquirenti accusano i medici di non avere provveduto, “in occasione dell’accesso della ragazza al Pronto Soccorso nella serata del 3 giugno 2021, all’effettuazione di tutti gli accertamenti diagnostici previsti dal protocollo terapeutico elaborato da Regione Liguria per il trattamento della sindrome da VITT (Vaccine-induced immune thrombotic thrombocitopenia), che aveva colpito la ragazza dopo l’infusione della dose vaccinale”.

L’esecuzione di tali approfondimenti avrebbe consentito, secondo la Procura, “di diagnosticare correttamente la patologia insorta e di adottare tempestivamente il trattamento terapeutico che, con elevata probabilità, avrebbe consentito alla paziente di sopravvivere“. 

A tutti e cinque è contestato anche il reato di falso ideologico per non avere attestato, nella documentazione sanitaria, che la ragazza era stata sottoposta a vaccinazione anti COVID-19. 

 Dall’autopsia era emerso che Camilla “non aveva alcuna patologia pregressa e non aveva preso alcun farmaco“. E che la morte per trombosi era “ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del vaccino anti Covid”.

Camilla si era vaccinata il 25 maggio 2021 e si era sentita male il 3 giugno: era stata portata dai genitori all’ospedale di Lavagna dove le avevano riscontrato una piastrinopenia e una fotosensibilità. Era stata dimessa all’ alba dopo una tac senza contrasto, ed era ritornata allo stesso ospedale il 5 in condizioni disperate per una trombosi al seno cavernoso. Trasferita d’urgenza al policlinico San Martino di Genova era stata operata alla testa, ma le sue condizioni erano disperate. Era morta il 10 giugno. Dalle indagini, coordinate dal pm Stefano Puppo e Francesca Rombolà, era emerso che i medici sapevano, perché la stessa ragazza glielo aveva detto nel primo ricordo, del vaccino, ma non lo riportarono nelle cartelle cliniche.

I medici sono difesi dagli avvocati avvocati Paolo Costa, Stefano Savi, Alessandro Torri, Alberto Caselli Lapeschi e Maria Antonietta Lamazza.

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Genova24

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