Call me Revolver: sempre più americani danno il nome di un’arma da fuoco ai propri figli
- Postato il 30 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Certo il monito di papa Leone XIV che, tra profezia e speranza, sollecita gli uomini e le donne di buona volontà a “disarmare le parole per disarmare la Terra”, può contare su poche orecchie sensibili in America. Un’America che, quando sfugge alle nostre categorie interpretative, riusciamo a esorcizzare chissà perché solo nascondendoci dietro l’aggettivo “profonda”.
Per esempio: perché sempre più genitori negli Stati Uniti sentono il bisogno, senza peraltro pagare dazio alcuno al senso del ridicolo, di chiamare i propri figli con nomi di armi. Armi armi, come pistole fucili mitragliatori bombe missili…
Wesson Caliber e Shooter, Barret Blade e Cannon
Per cui “è pronto in tavola Colt, chiama tuo fratello Winchester”… Per cui Wesson Caliber e Shooter, Barret Blade e Cannon, Remington Glock e Revolver e così via.

Genitori evidentemente sedotti da un immaginario balistico che va dai film western ai videogiochi sparatutto passando dalle serie tv più violente (stiamo sempre parlando del paese di Alec Baldwin in cui sui set cinematografici girano pallottole vere che fanno morti veri).
Genitori che amano coltivare dei propri figli l’immagine futura di intrepido cavaliere, preferibilmente ribelle, taciturno ma di certo armato fino ai denti. E che per imporre la sua forte personalità non esita a promuoverla dalla canna del suo fucile.
Secondo lo studio condotto da Nameberry in maggioranza si tratta di iscritti alle liste elettorali repubblicane, ma non ci voleva Sherlock Holmes. Di sicuro, questi genitori non si accorgono di mettere un’ipoteca ideologica sulle scelte future di figli che potrebbero domani non condividere più i pregiudizi e le paranoie di mamma e papà. Anche Tommy Gun potrebbe decidere di voler smettere di essere considerato un figlio pistola.
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