Calciomercato, i veri sceicchi sono nella Premier League
- Postato il 29 luglio 2025
- Di Panorama
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La sessione estiva del calciomercato 2025 è arrivata giusto a metà e il dato unico e incontrovertibile è che i veri sceicchi del calcio mondiale non sono nel deserto dell’Arabia Saudita, dove pure non se la passano male, ma a Londra e dintorni. In un mese di trattative, colpi e affari record la Premier League ha già speso quasi quanto nell’estate 2024, primato storico raggiunto dai volumi del mercato inglese: 1,95 miliardo di euro contro i 2,37 di un anno fa (fonte Transfermarkt).
E non è finita. Anzi. Perché il colpo più folle è sempre dietro l’angolo e nel caso della Premier League porta il nome di Aleksander Isaks, attaccante del Newcastle che il Liverpool brama e che costa solo – si fa per dire – 175 milioni di euro. Soldi che nel caso del Liverpool si aggiungerebbero ai 136 già spesi per assicurarsi il talento tedesco del Bayer Leverkusen Florian Wirtz e i 91 messi sul tavolo per prendere Hugo Ekitike dall’Eintracht Francoforte. E’ vero che in uscita è stato ceduto Luis Diaz al Bayern Monaco per 75, ma appare del tutto evidente come la potenza di spesa dei Reds e di tutti gli altri club inglesi sia pressoché inavvicinabile non solo in Europa ma anche nel resto del mondo. Emiri compresi.
Calciomercato, perché la Premier League è ricca
A rendere la Premier League così ricca da potersi permettere tutto non è il petrolio ma la televisione. Dal 1° luglio è diventato operativo il contratto di cessione dei diritti tv del campionato che garantisce alla lega un introito stagionale di 7,7 miliardi di euro tra diritti domestici e internazionali. Denaro che viene ripartito in maniera quasi paritaria tra tutte le società che fanno parte della massima divisione, così che può succedere che una squadra appena promossa come il Sunderland abbia una potenza di fuoco superiore alle big della Serie A e possa consentirsi di ingaggiare Xhaka che pure piaceva a Inter e Milan.
La Premier League gode di un vantaggio ormai incolmabile sulla concorrenza, ha un appeal televisivo e commerciale che gli altri si sognano con pochissime eccezioni come il Real Madrid che, però, rappresenta un mondo a parte con il suo fatturato da un miliardo di euro alimentato dalle stelle che fanno a gara per andare a giocare al Bernabeu.
L’ultimo esempio è eclatante. Puma ha sottoscritto un contratto con il Manchester City che consentirà ai Blues di Manchester di incassare un miliardo di euro nei prossimi dieci anni: 100 milioni a stagione, più del doppio di quanto mettano a bilancio le nostre top, e quelle degli altri campionati top level del Vecchio Continente, alla voce ‘sponsor tecnico’.
Calciomercato 2025, la classifica delle spese per campionato
Che i club inglesi dominino il campionato non deve, dunque, sorprendere. Anche la Championship (la Serie B britannica) non se la passa male nella classifica a metà della sessione estiva 2025. Eccola secondo i dati del portale Transfermarkt:
- Premier League – 1,95 miliardi di euro (saldo -987 milioni di euro)
- Serie A – 704,4 milioni di euro (saldo -46 milioni di euro)
- Bundesliga – 486,8 milioni di euro (saldo +72 milioni di euro)
- La Liga – 446,0 milioni di euro (saldo -26 milioni di euro)
- Ligue1 – 266,9 milioni di euro (saldo +165,1 milioni di euro)
- Saudi Pro League – 206,6 milioni di euro (saldo -160,9 milioni di euro)
- Liga Portugal – 205,3 milioni di euro (saldo +80 milioni di euro)
- Eredivisie – 127,9 milioni di euro (saldo +92 milioni di euro)
- Championship – 120,0 milioni di euro (saldo +25 milioni di euro)
- Jupiler Pro League – 92,8 milioni di euro (saldo +88 milioni di euro)
Il caso Chelsea: multato dalla Uefa eppure spende…
Più forti di tutti, anche se le regole hanno costretto molte società della Premier League e fare i salti mortali per rientrare nei paletti del fair play inglese. La norma dice che nessuno può scrivere a bilancio perdite superiori ai 120 milioni di euro in tre anni e c’è chi ha dovuto fare ricorso a strumenti alternativi per evitare problemi.
Chelsea e Aston Villa hanno venduto le rispettive squadre femminili agli stessi proprietari del club principale, spogliandosi di un asset, oppure si è messo mano alla vendita di un hotel (Chelsea) con lo stesso presupposto di spostarlo in capo a chi detiene le quote di maggioranza.
Il Chelsea è appena stato bacchettato anche dalla Uefa per non aver rispettato i parametri del Fair Play finanziario che consente l’accesso alla Champions League e alle competizioni europee: 80 milioni di euro, di cui 20 subito e 60 condizionati al rispetto di un settlement agreement quadriennale sottoscritto, più altri 11 per aver eluso i limiti del monte stipendi. Negli accordi con Nyon ci sono paletti inderogabili in sede di tesseramento nuovi giocatori. Eppure a Londra vanno avanti spediti e a inizio luglio hanno investito 70 milioni di euro su Joao Pedro così da mandarlo negli States consentendogli di essere decisivo nella conquista del Mondiale per Club.
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