Calcio, mezzo secolo di Legino. Carella: “Mai falliti perché prima del tetto abbiamo messo le fondamenta”

  • Postato il 12 agosto 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Inaugurazione Stephan El Shaarawy Academy

Cinquant’anni di Legino. Il 29 agosto il club verdeblù organizza una giornata di festa con tornei giovanili, vecchie glorie e una sagra allo stadio Ruffinengo. Un evento voluto fortemente dal presidente Pietro Carella, da ben 45 anni in sella al veliero del Pirata.

USD Legino 1910, ma mezzo secolo di storia. Il retroscena della denominazione…

Semplice, il Legino è nato nel 1975 ma all’inizio dell’anno avevo comprato la matricola della Veloce 1910. Poi il club granata ha continuato con le sue gambe ma ho tenuto l’anzianità della matricola che avevo acquisito.

Rarissimo vedere una realtà che non è mai fallita in mezzo secolo, il segreto?

Semplice, sono partito dalle fondamenta e non dal tetto. Dalla Terza Categoria a Zinola, poi al CSI e infine al Ruffinengo. Abbiamo avviato il bar, puntato sempre sul settore giovanile. Ora abbiamo anche i campetti dietro al campo a 11, fatto il fotovoltaico. Ho visto tante squadre scomparire e me ne dispiaccio ma tra queste ce ne sono alcune che per pochi anni hanno speso tantissimo per poi svanire.

Due giorni dopo la festa, il derby col Savona al Ruffinengo. Si aspetta la vittoria come regalo?

Io rimango con i piedi per terra. Hanno una rosa molto forte e sono favoriti. Quel che è certo è che noi non regaleremo niente. In questi anni non mi sarei mai aspettato di giocare una partita ufficiale contro il Savona, quest’anno ne giocheremo almeno tre tra campionato e coppa.

Tobia aveva parlato di una fase inziale in cui aspettavate le risposte dei vostri giovani. Alla fine avete cambiato abbastanza inserendo alcuni big di rilievo.

Alcuni giovani sono andati via perché avevano richieste in Eccellenza, tipo Canevari e Pittalis, e in Promozione. Noi contavamo sui nostri giovani ma in ogni caso ci fa piacere che i giovani del Legino abbiano richieste e continuino a fare calcio. Partiamo quest’anno con i giovani ‘in sordina’ ma alla fine verranno fuori, abbiamo fatto lo sforzo di portare in verdeblù giocatori esperti di livello per aiutare la crescita e non mandare i ragazzi allo sbaraglio.

Per voi il “liberi tutti” derivante dalla scomparsa del vincolo è particolarmente dannoso, giusto?

Lo è per chi lavoro sul settore giovanile e vuole valorizzare i ragazzi. Abbiamo vinto due volte la Juniores regionale ma poi i ragazzi possono andare altrove. Io sono per la libertà di movimento, ci mancherebbe, ma penso che almeno un biennio dovrebbero restare vincolati al club che li ha cresciuti.

Cosa avete chiesto alla squadra?

Il discorso è sempre lo stesso. Puntiamo a consolidarci in categoria per il 13esimo anno di fila. Mi chiede dei playoff? Non ci poniamo limiti. Di sicuro, non siamo un club che cambia allenatore dopo tre partite né faremo rivoluzioni a dicembre. Qui si inizia e si finisce con un allenatore bravo come Tobia che potrebbe allenare in categorie ben più alte ma che è qui da 15 anni per il progetto e l’ambiente, che voglio sia sempre familiare.

 

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Il Vostro Giornale

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