Calabria maglia nera per le frodi su fondi comunitari
- Postato il 1 marzo 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Calabria maglia nera per le frodi su fondi comunitari
Il dato rilevato all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti in Calabria dal procuratore regionale Palma
MAGLIA nera per la Calabria, che si ritrova al primo posto in Italia in merito alle frodi sui fondi comunitari destinati all’agricoltura. Questo quanto evidenziato ieri mattina, venerdì 28 febbraio 2025, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria, dal procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma.
CALABRIA E I GAP DECENNALI
E nell’illustrare i dati sulla spesa pubblica regionale contenuti nell’ultima relazione della magistratura contabile calabrese, il procuratore regionale ha sottolineato i tanti, troppi gap e le decennali criticità che riguardano i settori che vanno dagli appalti, alla mala depurazione, fino alla sanità.
«UN PEGGIORAMENTO NEL 2024»
«Il 2024 segna un lieve peggioramento rispetto agli anni precedenti», ha dichiarato Palma. «C’è in definitiva certamente una diversificazione delle attività sulle quali siamo intervenuti che però ci fa pensare – prosegue – ad un innalzamento del rischio complessivo nella gestione del patrimonio regionale.
La Calabria ha raggiunto il primo posto in Italia per quanto riguarda le frodi sui fondi comunitari destinati all’agricoltura. Evidenziando una grave aggressione al patrimonio pubblico in un settore cruciale per l’economia regionale».
SANITÀ
Ed illustrando le principali aree di intervento dell’ufficio del pubblico ministero, in merito alla sanità, l’alto togato della magistratura contabile regionale, ha rilevato che «l’ufficio del pubblico ministero prosegue nella sua attenzione sulla sanità dove vengono evidenziate una serie di aggressioni al patrimonio legate alla stipula di transazioni. Che non sempre hanno i presupposti per poter essere realizzate».
IMPIANTI DI DEPURAZIONE NON GESTITI ADEGUATAMENTE
Facendo invece riferimento agli impianti di depurazione il procuratore generale ha detto che non sono gestiti adeguatamente: «Gli impianti di depurazione non sono gestiti nella maniera corretta, pur essendo impianti strumentali al turismo locale, cioè la vocazione della Calabria».
«Ci siamo anche occupati della gestione, raccolta, smaltimento e stoccaggio dei rifiuti verificando che, negli anni, c’è stata poca attenzione al problema come dimostrano le condanne delle gestioni commissariali che hanno portato al pagamento di lodi arbitrali per svariate decine di milioni di euro».
FONDI COMUNITARI
Sul tema dei fondi comunitari, Palma ha rilevato che non si possono registrare miglioramenti perché il problema si ricollega alla cosiddetta paura della firma: «Si è detto che la lentezza gestionale fosse indotta dagli elevati rischi nella firma degli atti ma, in realtà, il problema è una normativa stratificata, spesso anche interferente con quella comunitaria e la mancanza di copertura amministrativa delle iniziative perché per amministrare occorrono competenze soprattutto per quanto concerne il Pnrr».
In ultimo, il presidente si è soffermato anche sulla riforma della Corte dei conti, definendola una “spada di Damocle”: «C’è un principio che è sotteso alla nostra Costituzione, evidenziato da uno dei padri costituenti che è Einaudi: “il denaro dei contribuenti è sacro”. C’è qualcuno che tende a tutelare la sacralità di questo denaro ed è la Corte dei Conti anche attraverso l’azione di responsabilità amministrativa risarcitoria. Modificare i presupposti è sempre in funzione delle riforme ed è tutto in divenire, ma modificarle in peggio è un rischio che non possiamo correre soprattutto perché, tornando al Pnrr, molte di queste somme sono a prestito. Per cui lo dobbiamo restituire. Poi, quando dovremmo andare a restituire somme che ci sono state prestate per poter fare delle opere e le opere non sono realizzate oltre al danno avremo anche la beffa».
RIFORMA DELLA CORTE DEI CONTI
E sulla riforma della Corte dei Conti, si è soffermata anche la presidente dell’Associazione magistrati della Corte dei conti, Paola Briguori, nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile calabrese. Briguori ha sostenuto che la riforma al codice della giustizia contabile necessita di tempo e deve essere meditata. «La riforma della Corte dei conti sta per essere varata alla Camera e le preoccupazioni sono tante perché investe le funzioni della Corte dei conti oltre che prevedere una legge delega che andrà a modificare anche, probabilmente, l’organizzazione della Corte dei conti».
«Uno dei nodi è anche la determinazione del risarcimento del danno, che viene ridotto del 70%, e si prevede un doppio tetto.
Quindi, il 70% di riduzione a monte, e poi il tetto delle due annualità di stipendio o di indennità. Il danno erariale diventerebbe esiguo. E non prevedere un risarcimento del danno in qualche modo congruo, comporta comunque la socializzazione del danno che resta a carico della collettività. A nostro avviso una norma del genere non va nella direzione di garantire quella deterrenza che deve essere insita in una norma, in una disciplina sulla responsabilità amministrativa. Non solo il danno rimane a carico della collettività, ma probabilmente perdendo quell’effetto della deterrenza, si favoriscono anche attività di cattiva gestione, di “mala gestio”, perché tanto non si risponde quasi più. E sto parlando della colpa grave, della negligenza. Soprattutto in queste regioni, come la Calabria, dove c’è un’alta densità di mala gestione, come evidenziato anche dal procuratore regionale».
I TIMORI DEI GIUDICI CONTABILI
In ultimo, la presidente Briguori ha evidenziato i timori dei giudici contabili, se la riforma dovesse passare senza una qualche modifica: «Il nostro timore è che si faccia una riforma solo di facciata, diciamo, per favorire l’efficienza e che poi, invece, porti all’inefficienza. Per non parlare di altri profili, perché poi si implementa il controllo preventivo di legittimità, l’attività consultiva, che dovrebbero divenire, con il ruolo della Corte dei conti, anche una sorta di scudo erariale. E quindi scudo alle condotte che vengono coperte da un controllo preventivo e l’attività consultiva stride, diciamo, con quelle che sono le reali funzioni della Corte dei Conti.
E di certo, non è sostanzialmente quella la strada».
Il Quotidiano del Sud.
Calabria maglia nera per le frodi su fondi comunitari