Cade il governo in Olanda. Wilders esce dalla coalizione

  • Postato il 3 giugno 2025
  • Di Agi.it
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Cade il governo in Olanda. Wilders esce dalla coalizione

AGI - Il leader olandese di estrema destra Geert Wilders ha ritirato il suo partito dal governo, in seguito a una controversia sul tema dell'immigrazione, facendo crollare una coalizione instabile e probabilmente innescando elezioni anticipate.

Wilders si è detto frustrato da quella che ha definito la lentezza nell'introduzione della "politica sull'immigrazione più restrittiva di sempre", concordata con i partner della coalizione dopo la sua sorprendente vittoria elettorale nel novembre 2023. "Nessuna firma per i nostri piani in materia di asilo... Il PVV lascia la coalizione", ha dichiarato Wilders su X.

Il ritiro apre un periodo di incertezza politica nella quinta economia e principale Paese esportatore dell'Unione Europea, mentre i partiti di estrema destra guadagnano terreno in tutto il continente. L'ultima crisi di governo si verifica anche a poche settimane dalla data in cui i Paesi Bassi ospiteranno i leader mondiali per un vertice NATO.

Sondaggi e sfide elettorali

Diciotto mesi dopo la sua sorprendente vittoria elettorale che ha sconvolto l'Europa, i sondaggi suggeriscono che il PVV sia ancora il partito più forte. Tuttavia, il divario con i suoi rivali più prossimi si è ridotto, con il partito Sinistra Verde dell'ex vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, che lo segue a ruota.

Anche il partito liberale VVD si trova tra le prime due formazioni nei sondaggi, il che significa che qualsiasi elezione sarebbe probabilmente contesa all'ultima scheda.

La rottura con il governo Schoof

A fine maggio, Wilders ha convocato una conferenza stampa improvvisata per annunciare che "la pazienza era finita" con il governo del primo ministro Dick Schoof. Il leader di estrema destra ha minacciato di affossare la coalizione se un nuovo piano in 10 punti per limitare l'immigrazione non fosse stato attuato entro poche settimane.

Il piano include la chiusura delle frontiere per i richiedenti asilo, controlli di frontiera più severi e l'espulsione dei cittadini con doppia cittadinanza condannati per un reato. "Chiudete le frontiere per i richiedenti asilo e i ricongiungimenti familiari. Non aprite più centri di asilo. Chiudeteli", ha riassunto le sue proposte Wilders.

Critiche al piano e tensioni politiche

Esperti politici e giuridici hanno criticato il piano definendolo irrealizzabile o illegale e alcuni hanno ipotizzato che Wilders stesse creando appositamente una crisi per far crollare il governo.

Il leader di estrema destra è stato spesso definito il "Trump olandese" per le sue posizioni anti-immigrazione e per la sua inconfondibile acconciatura a caschetto. Le sue ambizioni di guidare il Paese sono state frustrate dopo la vittoria elettorale, poiché i suoi partner di coalizione hanno bloccato la sua candidatura a primo ministro, optando invece per Schoof come candidato di compromesso.

Frammentazione politica e possibili alleanze

I leader dei quattro partner di coalizione hanno concordato di non assumere incarichi di gabinetto, dirigendo invece i propri partiti come capigruppo parlamentari.

Wilders è stato una figura intransigente in Parlamento e il suo arguto confronto con Timmermans è stato uno dei punti salienti dei dibattiti. Ha affermato più volte che l'unico modo per attuare le sue politiche anti-immigrazione è diventare primo ministro.

Tuttavia, nel frammentato sistema politico olandese, nessun partito può ottenere la maggioranza assoluta nei 150 seggi del Parlamento e Wilders avrà bisogno di alleati. Può contare sul sostegno del partito degli agricoltori BBB. Il sostegno del VVD (Partito popolare per la Libertà e la Democrazia) è invece al momento meno certo. Il quarto partito dell'attuale coalizione - il partito cristiano democratico Nuovo Contratto Sociale (NSC) - ha visto crollare i consensi dopo le dimissioni del carismatico leader Pieter Omtzigt.

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Agi.it

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