Cadavere decapitato sull’autostrada A22, la testa ritrovata in Germania dopo 17 anni
- Postato il 3 luglio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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È stata ritrovata la testa del cadavere decapitato rinvenuto il 21 febbraio 2008 lungo l’autostrada del Brennero, nei pressi di Chiusa. Il corpo, che per 17 anni era rimasto senza nome, appartiene a Mustafa Sahin, cittadino tedesco di origini turche che all’epoca del delitto aveva 20 anni. L’autore dell’omicidio, avvenuto in Germania, è il suocero della vittima, di origini siciliane. Sahin è stato strangolato dal suocero nel garage di casa, a Sontheim an der Brenz, il 13 febbraio dello stesso anno. Ora il nuovo proprietario della casa dove un tempo abitava il killer, scrive la stampa locale, ha scoperto un cranio in giardino sotto ad alcune lastre di cemento. Per avere l’assoluta certezza bisognerà comunque attendere gli esiti dell’esame del DNA.
Il “padre-killer di Sontheim”
Il 61enne, soprannominato dalla stampa tedesca il “padre-killer di Sontheim”, è stato riconosciuto autore di ben tre omicidi e attualmente è in carcere, in Germania, dove sta scontando una condanna all’ergastolo. Ha ucciso il marito e il precedente fidanzato della figlia, oltre al proprietario di un garage che l’uomo aveva preso in affitto. Per i suoi delitti, il 61enne di origini siciliane si faceva aiutare dai figli, che stanno scontando 9 e 15 anni di carcere. Prima strangolava le vittime e poi le smembrava nascondendone i resti.
La sua prima vittima, Mustafa Sahin, viveva a Sontheim an der Brenz con la figlia e i due figli piccoli. Il killer, stando alla stampa locale, aveva costretto il giovane a sposare la figlia quando lei è rimasta incinta. L’uomo, però, non avrebbe mai accettato il genero. Il padre, dopo aver uccido Mustafa, ha cercato di depistare le indagini, costringendo la figlia a dire agli inquirenti che il ragazzo si era allontanato volontariamente. L’assassino, che non ha mai rivelato il movente, ha raccontato dal carcere di aver caricato il corpo di Mustafa in auto e di averlo abbandonato in Italia, tra Roma e Napoli. In realtà lo aveva abbandonato in un cartone lungo l’autostrada del Brennero.

Il killer ha poi compiuto un secondo delitto nel 2014, uccidendo Marco, un altro compagno della figlia. La vittima è stata portata in un garage da Porpora e dai suoi due figli. Lì è stato strangolato, con lo stesso modus operandi adottato per uccidere il giovane Mustafa. Dopo aver nascosto il cadavere in un congelatore, il corpo di Marco è stato smembrato con una motosega e i resti portati fino in Sicilia e nascosti un bosco nei pressi di Enna. Infine, nel 2018, ha ucciso anche il proprietario del garage che aveva preso in affitto. Prima del delitto l’uomo e i due figli l’avevano legato per estorcergli la firma su diversi contratti.
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