Cacciari a La7: “Giuli e la destra la smettano con questa balla infondata dell’egemonia culturale”

  • Postato il 14 maggio 2025
  • La7
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Scintille a distanza tra il filosofo Massimo Cacciari e il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Tutto nasce dalle parole dell’ex direttore del Maxxi a una iniziativa di Fratelli d’Italia, dove, a seguito delle frecciate ironiche di Geppi Cucciari e delle critiche di Elio Germano, ha affermato che “a sinistra avevano intellettuali e li hanno persi, si sono poi affidati agli influencer, ora gli sono rimasti i comici e basta.
In una intervista alla Stampa, Cacciari ha commentato: “Ma dai, è una battuta da comico. La smetta il ministro Giuli con questo complesso d’inferiorità che lo danneggia. Giuli è simpatico, carino, ma non sa niente. Il lavoro intellettuale non è di destra o di sinistra”.
Piccata la successiva replica di Giuli al filosofo, sempre sulle pagine della Stampa: “Non ho un complesso di inferiorità, semmai eccessi di idealismo. Secondo me Cacciari intendeva dire che quando Giuli sa di non sapere, lo ammette sempre, socraticamente”.

Ospite di Otto e mezzo (La7), Cacciari ribadisce la posizione: “A me pare che Giuli, come altri della sua corrente e della sua tradizione, soffrano di un qualche complesso infondato, perché non c’è mai stata una egemonia di una cultura di sinistra: non c’è mai stata nel giornalismo, né nell’accademia, non c’è mai stato nulla di simile a quella che fu veramente un’egemonia culturale e politica come quella durante il Ventennio. Penso a un grande filosofo come Giovanni Gentile“.
E aggiunge: “La professione dell’intellettuale, come insegnò un grande sociologo, nonché uno dei più grandi intellettuali del Novecento, Max Weber, consiste nel cercare di dire le cose come stanno. E le cose non stanno né a destra né a sinistra, ma stanno in un certo modo. L’intellettuale di sinistra o di destra invece cercherà sempre di dire le cose come stanno dal suo punto di vista, facendo l’interesse della propria parte. E questo non è il lavoro dell’intellettuale – sottolinea – Se Giuli ritiene che ci sia stata una ideologia di sinistra, la contesti in quanto ideologia e dimostri che i loro intellettuali non sono né di destra né di sinistra, ma sono dei veri intellettuali. È ora che la finiscano questi cosiddetti di destra con questa polemica sull’intellettuale, perché l’intellettuale, ripeto, non è né di destra né di sinistra se è un intellettuale. Altrimenti è un ideologo, che è un’altra cosa”.

Cacciari commenta un altro passaggio dell’intervista rilasciata da Giuli alla Stampa (“Io sono pur sempre il ministro politico di un governo di destra repubblicana. Non posso e non voglio depoliticizzare il mio ruolo, voglio metterlo al servizio della cultura”): “E allora cessi di parlare degli intellettuali, perché gli intellettuali non c’entrano niente. Dica che fa un lavoro politico, cioè di parte, , e cessi di parlare dell’intellettuale. Parli di politica. L’intellettuale dirà: ‘Tu Giuli, dici queste cose, ma bada che invece le cose stanno diversamente’. Questo è il lavoro dell’intellettuale, che è sempre un lavoro critico e svolto con assoluta onestà, come suol dirsi, intellettuale. E non guarda né a quello che dice Giuli, né quello che dicono gli oppositori di Giuli, ma guarda alla cosa. Giuli e quelli della sua parte politica devono smetterla di impostare la questione in questo modo”.

E conclude: “Quando Giuli fu nominato ministro, gli mandai una specie di lettera aperta dicendogli: ‘Giuli, è una buona occasione, smettila con questo complesso dell’egemonia di sinistra, smettila con queste balle che non hanno alcun fondamento. Fai un discorso su cosa deve essere la missione dell’intellettuale, che non è né di destra né di sinistra. Fallo tu e smettila con ‘sti ideologismi del cavolo strasuperati, perché ‘sta destra e ‘sta sinistra sono categorie strasuperate sul piano politico. E tu me le tiri fuori per il lavoro dell’intellettuale? Ma fai un bel gesto e cessala’. E invece niente, non ce la fanno“.

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Il Fatto Quotidiano

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