Cà del Bosco, la cantina piena di opere d’arte. La nuova scultura è di Irene Coppola: l’intervista
- Postato il 24 novembre 2024
- Arti Visive
- Di Artribune
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È Irene Coppola (Palermo, 1992) la vincitrice della prima edizione del Premio Scultura Ca’ del Bosco, con l’opera site specific handandland, installata lungo il corridoio del porticato che conduce all’area di produzione della cantina, destinata alla lavorazione delle uve. L’opera è una traccia poetica in neon soffiato, in cui l’artista, ripetendo le parole del titolo, come fossero un mantra, le destruttura trasformandole in segno. Spirali di luce che nel loro movimento evocano la struttura della vite, richiamando il lavoro della terra, all’origine della produzione di Ca’ del Bosco.
La riflessione di Irene Coppola sullo spazio liminale
Come ha raccontato la stessa artista: “Io vengo da Palermo, città complessa, conflittuale, quindi, a partire dal luogo in cui sono nata, la mia ricerca indaga lo spazio liminale tra natura e cultura, i territori di conflitto. Attraverso un linguaggio scultoreo e installativo interpreto tematiche legate all’attualità, al contesto – in questo caso il lavoro nei vitigni. Trovando spesso” ha continuato, “ispirazione nella natura, le cui molteplici forme, a mio parere, raccontano molto del nostro essere al mondo, oltre che del modo in cui ci comportiamo nei confronti della natura stessa. handandland” ha osservato, “è proprio un invito a riflettere proprio su questo, a partire dal Ca’ del Bosco che, ovviamente, rappresenta un modello virtuoso in tal senso”.
Irene Coppola: un’arte rivolta a tutti
L’opera è volutamente collocata in una zona di passaggio; posizione strategica non solo a livello fisico, per la penombra che ne esalta le caratteristiche strutturali; ma anche a livello concettuale, dal momento che, come ha osservato l’artista “Per me è stato subito molto chiara la necessità di essere vicino all’area di produzione, ove si esercita quel lavoro di cura evocato nel titolo; oltre a quella di voler collocare l’opera, che si rivolge a tutti, in un luogo privo di ruoli e gerarchie”.
La piena coerenza tra forma e contenuto nelle opere di Irene Coppola
Un altro aspetto che colpisce particolarmente di handandland è la piena aderenza tra forma e contenuto. Nella misura in cui i materiali costitutivi dell’opera, pasta di vetro verde e neon rosso, ne rispecchiano a pieno il valore concettuale. “La corrispondenza tra significato e significante è un aspetto essenziale della mia ricerca”, ha dichiarato l’artista, “perché nelle mie opere anche la materia diventa veicolo del messaggio. Certo, si tratta di materiali a cui non mi ero mai accostata prima, dalla lavorazione complessa; tuttavia” ha continuato, “data la lunga tradizione specialmente nel nord Italia e il legame con l’azienda, non ho avuto dubbi. Anche il neon ha costituito una sfida. Perché sebbene sia diffusamente usato nell’arte dagli anni Sessanta, riserva ancora inesplorate possibilità espressive. Io ho scelto di usarlo non polverato”, ha spiegato, “mantenendone il colore rosso che a contatto con la pasta di vetro verde dà adito ad un arancione brillante dai contorni color bottiglia”.
Irene Coppola e i valori di Ca’ del Bosco
Il legame con l’arte è da sempre un elemento centrale in Ca’ del Bosco, anche in questo caso in senso sia fisico che concettuale. Basti pensare che persino l’ingresso dell’azienda, il Cancello Solare, è un’opera commissionata ad Arnaldo Pomodoro nel 1985 e posizionata in situ nel 1993. Marco Zanella, fondatore di Ca’ del Bosco, una delle realtà enologiche eccellenti in Franciacorta, ha sempre percepito il legame tra arte e vino che condividono la capacità di suscitare pensieri ed emozioni, in un coinvolgimento tridimensionale dei sensi.
Ca’ del Bosco e l’interesse per l’arte
Da qui è nato un interesse per l’arte che ha trasformato l’azienda, “una delle più moderne e tecnologiche cantine italiane, avamposto del rinascimento enologico del Paese” in una galleria d’arte diffusa, ove tra interno ed esterno, dialogano opere per la maggior parte commissionate, tra cui: Eroi di luce di Igor Mitoraj, o Il Testimone di Mimmo Paladino. “Con Ca’ del Bosco noi ci poniamo in ascolto della natura, custodendola e dando forma alle sue possibilità espressive senza consumarla” ha dichiarato Maurizio Zanella; continuando: “Irene Coppola ha saputo interpretare i valori di Ca’ del Bosco, fornendo una visione molto moderna e inedita del tralcio di vite. Il progetto, che si avvale di una giuria di grande qualità”, ha proseguito, “è stato realizzato con il supporto di Venetian Heritage, il cui motto: ‘Restoring the past, building the future’, esprime in altri termini quell’equilibrio fra tradizione e innovazione che, da sempre, guida la rinascita della nostra cultura del vino e che Irene Coppola ha voluto e saputo far suo”. Come ben dimostra handandland proponendosi come un tralcio di vite che vive aggrappandosi alla struttura portante; creando un felice contrasto tra l’architettura industriale, rigida e lineare, e la libertà del segno artistico: felice imprevisto che, ricordando un elemento naturale, interrompe ravvivandolo il flusso della quotidianità.
Ludovica Palmieri
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L’articolo "Cà del Bosco, la cantina piena di opere d’arte. La nuova scultura è di Irene Coppola: l’intervista" è apparso per la prima volta su Artribune®.