Buridda, ad un anno dallo sgombero il cantiere dello studentato ancora al palo. Gli antagonisti: “Non ci arrendiamo”
- Postato il 30 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Era l’alba del 30 luglio dello scorso anno, quando la polizia di Genova, dopo aver sigillato corso Montegrappa, procedeva allo sgombero dei locali dell’ex Magistero, occupati da dieci anni dal collettivo della Buridda. Una scelta che scosse la città e, soprattutto, la comunità antagonista genovese e non solo. Un’operazione che di fatto era nell’aria da diverso tempo, visto che l’Università di Genova, proprietaria dello stabile, aveva annunciato insieme ad Aliseo il progetto di uno studentato da realizzare proprio nello storico edificio.
Oggi, passato esattamente un anno da quella calda mattinata di mezza estate, il cantiere per il nuovo complesso dedicato agli studenti è al palo, senza mai essere di fatto partito, nonostante le reti da cantiere arrivate lo scorso marzo, e poi sparite. L’edificio, stando al progetto, dovrebbe essere trasformato in uno studentato con 66 alloggi e servizi per gli studenti iscritti all’Università di Genova grazie a un finanziamento di 10,5 milioni in arrivo grazie a un bando Pnrr. Le superfici interessate dal progetto ammontano a circa 2mila metri quadrati più mille metri quadrati di spazi esterni in continuità con la residenza esistente in via Asiago.
Una situazione di stallo che ricorda quando è successo in precedenza con l’edificio di via Bertani, prima “residenza” del laboratorio sociale ugualmente occupato dagli antagonisti, poi sgomberato e infine oggi abbandonato al degrado. Una similitudine non sfuggita ai autonomi del Buridda che oggi sui propri social, 365 giorni dopo, fanno il punto della situazione: “È passato un anno da quando il laboratorio sociale occupato e autogestito Buridda è stato sgomberato. Un anno e in corso Montegrappa non sono ancora iniziati i lavori per costruire quel famoso studentato di cui il Rettore Delfino ha millantato per anni che servisse alla nostra città”
“Un anno in cui, come collettivo, abbiamo provato a resistere anche senza un punto fermo, senza una casa dove poter continuare a progettare il futuro. Un anno in cui abbiamo cercato di fare quello che sappiamo fare meglio : socialità autogestita fuori dalle logiche del mercato – aggiungono i militanti – E allora un mese dopo lo sgombero abbiamo dato vita ad uno dei concerti più caldi dell’estate scorsa : chocolate remix in quel di caricamento, portando temi come il femminismo e la lotta di genere alla portata di tutti e tutte. Ancora adesso le sue note risuonano in città. Abbiamo rilanciato in autunno percorrendo le strade con la street parade della città di sotto e, buttando il cuore oltre l’ostacolo, abbiamo cercato di restituire alla città un posto abbandonato. Ma ad aspettarci abbiamo trovato l’esercito schierato e allora siamo andati a rivedere come stia crollando a pezzi un altro posto a noi caro: via Bertani“.

Oggi il palazzo della centralissima via risulta di fatto lasciato in balia degli elementi: “Via Bertani è vuota e abbandonata da più di 11 anni – scrivono i ragazzi e le ragazze della Buridda – è così stata abbandonata a sé stessa che è diventata pericolante e non capiamo perché continuano a tenere un edificio pericolante in mezzo alle case e vicino ad un asilo comunale. Più di 11 anni di vuoto”.
“In questo anno abbiamo provato a stare al fianco di molte lotte: da quella degli universitar* precar* a quelli degli student*, da quella dei lavoratori in sciopero ai compagni del Calp che continuano ad opporsi al traffico delle armi. Abbiamo cercato di concentrare le forze nei progetti internazionali di cui la Buridda ha sempre fatto parte, dal Kurdistan alla Palestina, senza mai dimenticare cosa ci hanno insegnato gli Zapatisti quando abbiamo avuto il privilegio di incontrarli proprio in corso Montegrappa qualche anno fa: Resistere contro il potere che ci schiaccia, sempre domandandosi come poterlo fare meglio” .
“Senza casa è tutto estremamente complicato, così come è complicato essere consapevoli del cambiamento che la società sta attraversando e con lei il concetto di spazio sociale – aggiungono – Abbiamo resistito, ma con grande fatica. È passato un anno e mentre osserviamo chiuso con rabbia e malinconia il cancello multicolore di Corso Montegrappa, sentiamo che i tentacoli del polpo si stanno serrando. Il polpo è un animale dall’intelligenza rara. Oltre ad avere tre cuori, quando viene attaccato serra i suoi tentacoli per allargarsi e stendersi fino al massimo. E quando si stendono i tentacoli lo fanno con forza, senza arrendersi fino a quando non vince sulla preda. Ora più che mai è necessario non arrendersi per poter portare avanti i valori e ideali che ci hanno fatto attraversare le strade di Genova durante le giornate del g8 del 2001 . Perché rimaniamo convint* che questo mondo sia fortemente ingiusto e che abbia ancora bisogno di tutto il nostro impegno e partecipazione per essere cambiato. Perchè ora più che mai un altro mondo non solo è possibile, ma è necessario. E noi continueremo a costruirlo”.