Buon compleanno Europa, ora ritrovare comunità e valori. Gli auguri di Procaccini
- Postato il 9 maggio 2025
- Esteri
- Di Formiche
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L’impegno al ‘progetto Ue’ è al centro della Giornata dell’Europa che cade il 9 maggio, passaggio che tra le altre cose è stato ricordato dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, accogliendo a Bruxelles il nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, facendo riferimento alla direzione dell’Unione e a come farla funzionare al meglio. L’occasione della celebrazione è utile per mettere gli accenti sulla direzione che intende imboccare l’Ue, al fine di sottolineare le strategie che, nel mezzo di numerose crisi internazionali, la governance del vecchio continente deve essere in grado di mettere in campo, così come spiega a Formiche.net Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo Ecr.
Qui Roma
L’esponente meloniano mette in evidenza una priorità: valorizzare l’idea originale dell’Unione Europea, a cominciare dal nome. “Il trattato di Roma – osserva – fece nascere la Comunità europea, poi, successivamente nella modifica dei trattati la comunità diventò unione. Senza voler fare dotte analisi, ritengo che il concetto di comunità sia molto più affascinante rispetto a quello di unione. E ed è un peccato che sia andato perso. Mi piaceva di più quando noi appartenevamo ad una Comunità europea. Inoltre l’idea originale era confederale e federalista, ma curiosamente tutti fanno finta di non saperlo. Oggi osservo un forcing da parte di alcune formazioni politiche per portarlo verso una sorta di superstato europeo che sostanzialmente riduce le nazioni a dei meri enti amministrativi”.
La visione dei conservatori
Quale la visione dell’Europa proposta dai conservatori? “Noi difendiamo per l’appunto l’idea originale di una Unione europea che nasce sul carbone e sull’acciaio, quindi sull’energia e sulle materie prime che sono proprio tipicamente una materia su cui ha senso che ci sia più Europa. D’altra parte difendiamo il principio di sussidiarietà su tutto il resto, cioè sulle questioni che riguardano la nostra quotidianità e che invece vengono in qualche modo portate all’interno nell’alveo delle competenze di Bruxelles, quando invece nell’idea originale di Unione europea non era così. La stessa fascinazione sul manifesto di Ventotene è un tema su cui riflettere: la settimana prossima terrò un convegno al Parlamento europeo dal titolo ‘Qualcuno ha mai letto il manifesto di Ventotene?’ La mia sensazione è che sia stato eretto a testo sacro dell’Unione europea in maniera improvvida”.
La radice comune
Come evitare di reiterare gli errori del passato che non hanno permesso la crescita, almeno fino ad oggi, e anche una piena condivisione progettuale? Ad esempio il tema delle radici cristiane dell’Ue e alla costituzione europea è spesso dimenticato. “Penso che sarebbe utile ritornare anche qui all’origine, cioè alla radice comune dell’Unione europea che è una radice culturale, con tutto ciò che è dentro al concetto di cultura, anche naturalmente la religione: ciò non vuol dire fare uno Stato confessionale o una organizzazione confessionale, ma vuol dire andare all’origine di ciò che ci tiene uniti. Pensare che l’Unione Europea sia, viceversa, solo un insieme di regole e di uffici di funzionari, crea una distanza con le popolazioni che hanno bisogno di sentire che dentro la costruzione europea c’è un’anima, c’è un qualcosa che ci lega e che non è semplicemente un insieme di regolamenti e direttive”.
Il nuovo Papa potrà anche riportare più attenzione in Europa dopo che comunque Bergoglio ha avuto grande sensibilità per i mondi lontani e di prossimità? “È chiaro che Papa Leone XIV in questo caso potrebbe farsi interprete di una ritrovata unione: l’Occidente è la civiltà cristiana per eccellenza, dove però purtroppo la crisi probabilmente è più forte. La Chiesa cattolica oggi soffre proprio in Occidente piuttosto che in Oriente dove, invece, ho la sensazione che invece stia acquistando considerazione e popolarità. Per cui il fatto che il Papa sia un occidentale per eccellenza, come uno statunitense, potrebbe favorire questa dinamica: la dinamica di una ritrovata spiritualità occidentale che sembra andare persa”, conclude il co-presidente di Ecr.
Qui Bruxelles
Da Bruxelles giungono le parole di Metsola, secondo cui vi è la “necessità, come sempre, di stimolare la competitività europea riducendo la burocrazia”, e ha toccato gli elementi della geopolitica, come migranti e dazi, fino all’Ucraina, dove “il nostro sostegno deve continuare, deve essere forte, sostenuto e strategico per raggiungere una pace reale e duratura”. Di pace ha parlato anche il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, secondo cui questa ricorrenza rappresenta un’occasione per riflettere sul valore della pace e dell’unità. “I conflitti in corso, a partire dall’aggressione russa all’Ucraina, ci ricordano che la pace non è un traguardo acquisito, ma un bene fragile da difendere e costruire giorno dopo giorno, attraverso strumenti comuni di prevenzione, risposta e deterrenza”.
La cerimonia ufficiale per la Giornata dell’Europa si è svolta a Sofia con l’alzabandiera dell’Ue davanti al palazzo della presidenza, alla presenza del presidente Rumen Radev, della presidente dell’Assemblea nazionale, Natalia Kiselova, della vicepresidente Iliana Iotova, del patriarca della Chiesa bulgara e metropolita di Sofia Daniil, del sindaco di Sofia Vasil Terziev, oltre che leader politici, membri del Parlamento europeo e rappresentanti delle comunità religiose.