Brunella Bolloli: i magistrati ora disertano la cerimonia dei penalisti

  • Postato il 5 febbraio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Brunella Bolloli: i magistrati ora disertano la cerimonia dei penalisti

L'evento è di quelli importanti per il mondo della giustizia: una due giorni al teatro Carcano di Milano alla presenza del ministro Carlo Nordio, del suo vice Francesco Paolo Sisto, di costituzionalisti, professori di Diritto e parlamentari. Così l'Unione delle Camere Penali italiane aveva pensato in grande stile l'inaugurazione dell'anno giudiziario, invitando anche i vertici della magistratura a intervenire. Ma alla kermesse, che si terrà venerdì 7 e sabato 8 febbraio nel centro del capoluogo lombardo, le toghe milanesi non parteciperanno in polemica contro la riforma della giustizia che punta alla separazione delle carriere.

La notizia, anticipata ieri da Il Dubbio, è deflagrata nel corso della giornata con reazioni dagli stessi penalisti «sconcertati» per il rifiuto delle toghe motivato con una letterina del 3 febbraio scorso, che Libero ha potuto visionare. Nella missiva, indirizzata all'avvocato Valentina Alberta, presidente della Camera Penale di Milano, si legge: «Gentilissima, ringraziamo per l'invito a partecipare ai saluti istituzionali ma, le rappresentiamo con sincerità il disagio a intervenire in un contesto complessivo nel quale la magistratura viene sistematicamente delegittimata e individuata come un ordine estraneo alla cultura istituzionale, quasi eversivo». Scrivono così il procuratore della Repubblica Marcello Viola, la collega procuratrice generale Francesca Nanni, il presidente del tribunale Fabio Roia e il presidente della Corte d'Appello Vincenzo Tutinelli.

Pur ammettendo che con i penalisti c'è sempre stato un dialogo «sui grandi temi della tutela della dignità dei detenuti, sull'effettività del diritto di difesa e su numerose altre questioni di una civiltà giuridica che deve sempre prevalere», orale toghe si sentono delegittimate, per questo, sottolineano, manifestano «con fermezza» il «disagio». Tradotto: i vertici della magistratura milanese non andranno al teatro Carcano. Grazie e auguri di una riflessione «libera e serena». È questo un nuovo capitolo dello scontro in atto tra poteri dello Stato sebbene non si comprenda perché a farne le spese debbano essere gli avvocati penalisti colpevoli, a questo punto, solo di avere invitato (com'era logico) il ministro della Giustizia e di avere organizzato, dopo sedici anni, l'inaugurazione dell'anno giudiziario per i loro iscritti. Il programma della due giorni vede, dopo le introduzioni, una prima sessione “Da Mani Pulite alla nuova Repubblica giudiziaria”, moderata dall'avvocato Giulia Boccassi, con gli interventi di Enrico Costa, Claudio Martelli, Enrico Mentana e degli avvocati Salvatore Scuto e Beniamino Migliucci.
A seguire, parlerà il numero due del Csm, Fabio Pinelli, spazio poi a una relazione sul tema separazione delle carriere nell'esperienza portoghese.

Conclude la prima giornata dei lavori una sessione dal titolo: “Pm, parte imparziale e la cultura della giurisdizione” con l'introduzione del professor Luca Marafioti e un confronto tra gli avvocati. Sabato, invece, si comincia con la sessione dal titolo “Storia di un'idea”, moderata dal presidente dell'Unione Camere Penali, Francesco Petrelli; e si continua con una tavola rotonda sul “nuovo” Csm: “da terza Camera a organo di garanzia”, a cui partecipano la deputata renziana Maria Elena Boschi e gli avvocato Alessio Lanzi e Rinaldo Romanelli. Ultima sessione, sabato pomeriggio, quella che forse può avere più indispettito le toghe perché il titolo dice già molto: “L'egemonia delle procure processo, politica e informazione”. Con il presidente Ucpi Petrelli, il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, il procuratore presso la Corte d'Appello di Roma, Giuseppe Amato, l'ex vicepresidente della Corte costituzionale Nicolò Zanon e il direttore della rivista “Diritto di Difesa” Vittorio Manes. Modera Gaia Tortora, vicedirettrice del Tg La7.

Insomma, un programma ricco. Al quale però i vertici della magistratura milanese hanno preferito voltare le spalle e non è esclusa, in sala, qualche contestazione da parte di chi deciderà di andare. Del resto, un assaggio della protesta si è già vista all'inaugurazione dell'anno giudiziario a fine gennaio con le toghe che hanno sventolato la Costituzione davanti al Palazzo di Giustizia e l'Anm che ha annunciato uno sciopero contro la riforma targata Nordio. «Prendiamo atto con sconcerto della scelta dei vertici della magistratura milanese di non accogliere il nostro invito», replicano i penalisti. «Abbiamo continuato a interloquire con loro in ogni sede, confrontandoci con l'Anm e spiegando le nostre proposte. Voltare le spalle, anche agli avvocati, appare ancora una volta la dimostrazione che la magistratura ritiene, impropriamente, di essere l'unico soggetto autorizzato a parlare di giustizia».

 

 

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Libero Quotidiano

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