Boxe, Paul "scappa" per tre riprese, poi Joshua lo prende e lo manda ko. al sesto round. E ora attende Fury
- Postato il 20 dicembre 2025
- Di Virgilio.it
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È finita come logica voleva: con Joshua che manda al tappeto Jake Paul, fin troppo bravo a resistere per 6 degli 8 round previsti nel match di Miami, che Netflix ha mandato in onda in ogni angolo della terra e che il mondo del pugilato temeva a più non posso, convinto che sarebbe stata la solita farsa. Alla fine però, proprio farsa non lo è stata: scontata e netta la vittoria di Joshua, che per 4 round ha cercato di prendere le misure (e rincorrere) prima di alzare sensibilmente il ritmo dei colpi e obbligare Paul a una strenua resistenza, implosa però su un gancio destro arrivato dritto al volto a metà della sesta ripresa. Appunto, come logica voleva.
- Joshua rende omaggio a Paul: "Ho impiegato più del previsto..."
- Adesso tocca a Fury? Joshua lo incalza...
- Paul pronto a tornare a combattere nel 2026
Joshua rende omaggio a Paul: “Ho impiegato più del previsto…”
Eppure l’ex campione del mondo ha dovuto faticare un po’ più del previsto, per stessa sua ammissione. “Vero, Paul è stato in grado di resistere più di quanto potessi immaginare. Di questo gliene va dato merito: io sono partito un po’ a rilento, c’ho messo un po’ a trovare ritmo, poi però credo di aver fatto quello che dovevo fare per prendermi ciò che era mio di diritto”.
Lo YouTuber è finito al tappeto tre volte tra la quarta e la quinta ripresa, ma è nella sesta che ha manifestato chiaramente i segni di una stanchezza fisica evidente, oltre all’impossibilità di poter replicare ai colpi di AJ. “Mi sono divertito tantissimo, amo questo sport e non vedo l’ora di tornare a combattere. Ho dato il massimo, spero che anche da fuori il pubblico abbia potuto apprezzare lo sforzo. Certo, ho la mascella rotta, ma si aggiusterà tutto…”.
In effetti, chi temeva la solita “pagliacciata” (il precedente di un anno fa con Tyson non autorizzava a pensarla diversamente), è rimasto deluso: Joshua ha interpretato la sfida con professionalità, consapevole di avere tutto da perdere ma anche, nel caso Paul si fosse dimostrato comunque capace di tenergli testa per qualche ripresa (come è accaduto), di garantirsi una sua credibilità in vista anche di nuovi impegni ai massimi livelli, con la sfida (attesissima) a lungo invocata contro Tyson Fury che adesso potrebbe realmente prendere corpo.
Adesso tocca a Fury? Joshua lo incalza…
L’argomento è stato toccato immediatamente nel post match, con Joshua che con la solita spavalderia che lo contraddistingue da sempre non ha indietreggiato di un millimetro. “Se Fury è serio, allora che la smetta di utilizzare le sue dita per scrivere su X e torni in palestra a indossare i guantoni. Venga a combattere contro uno dei combattenti più autentici in circolazione, pronto ad affrontare qualsiasi sfida. Insomma, abbia il coraggio di salire sul ring con me”.
Il match con Paul, il 29esimo vinto in carriera dal britannico (il 26esimo prima del limite), alla fine non s’è rivelato la “farsa” che tutti pensavano. Vero, Paul per tre round è letteralmente scappato dai colpi del britannico, poi quando la mobilità s’è ridotta poco ha potuto per contrastarne la potenza dei colpi.
Paul pronto a tornare a combattere nel 2026
Che sarebbe stata una montagna troppo impervia da scalare non era un mistero, ma in qualche modo tutti escono vincitori a loro modo (se così si può dire) da una sfida che è servita soprattutto per rimpolpare i conti in banca dei diretti interessati, che da domani vedranno salire il conteggio totale di circa 90 milioni di dollari. E chi temeva che a pagarne le conseguenze sarebbe stato il mondo del pugilato, almeno può dire di essere andato a letto con la consapevolezza che c’è ancora vita là fuori.
E chissà cosa riserverà il 2026: Usyk non ha ancora deciso cosa vuole fare “da grande” (ha 38 anni, ma di avversari che possano realmente insidiarne il trono se ne vedono pochi in giro), tanto che davvero l’anno che verrà potrebbe essere quello della clamorosa sfida tra Fury e Joshua, idea accarezzata (e bramata) per un decennio dagli appassionati, ma per una serie di motivi che sfuggono a qualsiasi controllo mai andata in scena.
Di sicuro tornerà a combattere anche Paul, magari con un avversario più “morbido”, ma anche con un briciolo in più di credibilità. Perché i soldi Jake li muove, e nello sport (come nella vita) quelli sono il passepartout per arrivare ovunque si vuole.