Boxe, è la notte di Canelo Alvarez contro Crawford: a Las Vegas si scrive una pagina di storia

  • Postato il 13 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Vi diranno che questo è davvero il match dell’anno, ma per qualcuno è molto di più. Perché quella tra Saul “Canelo” Alvarez contro Terence “Bud” Crawford è piuttosto la sfida che potrebbe proiettare la boxe ancor più in una nuova dimensione. Numeri alla mano, un match come non si vedeva da decenni: due top ten indiscussi nella classifica pound for pound (cioè quella dei migliori pugili in circolazione, senza distinzione di categorie) pronti a darsele di santa ragione per conquistare il titolo undisputed dei pesi supermedi, oggi sulle spalle di Alvarez.

A Las Vegas record di pubblico e attesa da urlo: è una sfida epocale

Per capire meglio che razza di sfida Turki Alalshik è riuscito a mettere in piedi (una volta c’era Don King, oggi è lui il nuovo re Mida della boxe mondiale con i petrodollari di Riyadh Season) basta leggere le card dei due pugili: 63 vittorie, due pari e due sconfitte per Canelo, 41 incontri e nessuna sconfitta ne tantomeno no conteste per Crawford, che ha una storia alle spalle perfette per scriverci sopra la sceneggiatura di un film, sopravvissuto miracolosamente a un agguato quando una pallottola gli entrò nel cranio.

Messicano Alvarez, americano Crawford, per ricordare al mondo che nell’era Trump questo è qualcosa in più di un match di pugilato. E poi perché si combatte a Las Vegas, ma non nei soliti casino che tante serate hanno consegnato alla storia del pugilato: teatro del match è l’Allegiant Stadium, la casa del Las Vegas Raiders di football, 65mila posti sulle tribune poi altri 20mila almeno ricavati a bordo ring, battendo ogni record di pubblico per la città che non dorme mai.

Il mondo potrà godertelo in esclusiva su Netflix, senza costi aggiuntivi, più o meno alle 4, ora italiana.

Due pugili all’opposto: una sfida che riscrive la storia

Alcaraz e Crawford si sono “annusati” per anni, ma prima di ritrovarsi l’uno di fronte all’altro ce n’è stata di strada da fare. Anche perché vengono da due categorie di peso differenti: l’americano dieci anni fa combatteva nei pesi leggeri (61,237 kg), oggi è arrivato nei supermedi (76,205 kg) dopo essere passato per i superleggeri, i welter e aver scavalcato di netto i medi (peraltro in entrambe le categorie si è laureato campione del mondo).

Il messicano nel 2011 conquistò la prima cintura nei superwelter e si è spinto fino ai mediomassimi, prima di accettare di scendere di nuovo di peso e presentarsi davanti a Crawford. Per questo il match si preannuncia denso di significati: l’americano è più “leggero” e mobile, con una tecnica e una qualità difensiva capaci di fare la differenza anche nei momenti più delicati. Alvarez rappresenta la forza e la fisicità, abituato a imporre il proprio ritmo agli avversari per lasciarli sfogare e poi (magari) mandarli giù nel finale, quando le forze vengono meno.

Per i bookmakers, è così che Canelo potrebbe spuntarla. Mentre chi dice che sarà Crawford a spuntarla vede in un verdetto ai punti la soluzione più probabile. Peccato solo che “Bud” nelle scorse settimane abbia lamentato un problema alla spalla: chi lo ha visto allenarsi di recente giura che è tutto a posto, ma la certezza che sia così non ce l’ha nessuno.

La mobilità di Crawford contro la “pesantezza” di colpi di Canelo

Crawford ha un obiettivo ben preciso: conquistare il titolo nelle principali quattro cinture (Wba, Wbc, Wbo, Ibf) in tre categorie di peso diverse, cosa che non è riuscita a nessun altro pugile sulla faccia della terra (lui ha già fatto poker nei superleggeri e nei welter).

Dovrà cercare di tenere a debita distanza Canelo, pericoloso a media distanza dal bersaglio e letale a ridosso del corpo con i suoi ganci, caratteristica che gli ha permesso di battere anche rivali più quotati in diverse categorie di peso, anche se poi le due sconfitte rimediate in carriera con Mayweather jr. e Bivol sono arrivate contro due pugili con caratteristiche simili a quelle di Crawford. Che fa dell’abilità alla distanza con i colpi dritti grazie all’allungo l’arma tattica di riferimento, in quello che si preannuncia davvero come un duello tra due mondi all’opposto, forse più bello anche per questo.

Stanotte però le parole staranno a zero: Alvarez ha firmato un contratto di 400 milioni con Turki Alalshik per combattere quattro match, e questo è solo il secondo della serie. Potrebbero servire una rivincita e forse anche un terzo atto della nuova saga dei supermedi, ma una cosa è sicura: la boxe è tornata nell’età dell’oro. E non ha intenzione di scendere in fretta dal piedistallo.

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Virgilio.it

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