Botulino, due morti in poche ore tra Calabria e Sardegna: cosa sappiamo (e perché l’antidoto passa da Pavia)
- Postato il 8 agosto 2025
- Di Panorama
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Due episodi diversi, lo stesso sospetto: botulismo alimentare. A Cagliari è morta una donna di 38 anni, ricoverata dopo aver mangiato guacamole alla “Fiesta Latina” di Monserrato. A Diamante, in provincia di Cosenza, è deceduto un 52enne dopo un panino con salsiccia e cime di rapa acquistato in un food truck sul lungomare.
In entrambe le città le Procure hanno aperto fascicoli: a Monserrato si indaga sulla salsa servita negli stand; a Diamante sono stati disposti sequestri su un prodotto in conserva, con un indagato e dieci casi accertati tra ricoveri e intossicazioni. Nel frattempo, il Ministero della Salute ha richiamato in via precauzionale la “Polpa di avocado” Metro Chef, utilizzata per il guacamole dell’evento sardo.
Perché l’antidoto “sta” a Pavia (e come funziona davvero la catena)
In Italia l’antitossina botulinica non è disponibile in tutti gli ospedali. La sua distribuzione è centralizzata: il Ministero della Salute conserva le scorte in siti sicuri e le rilascia attraverso il Centro Antiveleni di Pavia, riferimento nazionale operativo 24 ore su 24.
Per questo, nelle emergenze, l’antidoto parte spesso proprio da Pavia e viene scortato verso le strutture richiedenti. Il protocollo è rigido: il medico segnala il caso, contatta il canale d’urgenza e, in base alla valutazione, viene attivata la spedizione delle fiale – antitossina polivalente per adulti o immunoglobulina umana per i neonati – con il supporto di Prefetture e forze dell’ordine. Centralizzare significa ridurre sprechi su un farmaco raro, garantire la catena del freddo, la tracciabilità e tempi di risposta rapidi.
Botulismo: cos’è, perché colpisce (e perché d’estate si parla di più)
Il botulismo è una malattia rara ma gravissima causata dalle tossine del Clostridium botulinum. In Italia l’incidenza è tra le più alte d’Europa: la maggior parte dei casi è legata ad alimenti vegetali conservati in modo non corretto. La sintomatologia tipica include disturbi visivi, difficoltà a parlare e deglutire, fino alla paralisi respiratoria. La finestra di incubazione va in genere da 6 ore a 72 ore. In estate, tra street food, conserve “artigianali” e temperature più alte, l’attenzione sale: un singolo lotto contaminato può generare un cluster di casi.
Cosa ha innescato i focolai di Monserrato e Diamante
In Sardegna il focus investigativo è sul guacamole servito alla “Fiesta Latina” di fine luglio: dopo i primi ricoveri è scattato il richiamo della polpa di avocado e gli accertamenti dei NAS. Restano sotto osservazione alcuni pazienti, tra cui un undicenne trasferito al Gemelli. In Calabria, dopo la morte del 52enne, la Procura di Paola ha disposto sequestri nazionali su barattoli di broccoli sott’olio considerati sospetti e ha ascoltato il titolare del food truck.
Perché in Italia i casi nascono spesso dalle conserve
La tossina trova l’ambiente ideale in conserve a bassa acidità, sott’olio o sottovuoto non sterilizzate correttamente. Funghi, olive, peperoni, melanzane e fagiolini sott’olio sono tra gli alimenti a maggior rischio. I barattoli devono essere puliti, asciutti, con capsula ermetica e verdure lavate per eliminare residui di terra. L’acidificazione sotto pH 4,6 rende l’ambiente inadatto allo sviluppo del botulino. L’aceto, meglio se di vino bianco, deve ricoprire interamente il prodotto. La sterilizzazione, anche casalinga, richiede bollitura dei vasetti per almeno 10 minuti, pur sapendo che solo temperature di 121° per 3-4 minuti eliminano anche le spore.
Diagnosi e cure: la corsa contro il tempo
La diagnosi è clinica e laboratoristica, con la ricerca della tossina nel sangue, nelle feci e negli alimenti sospetti. La terapia prevede la somministrazione dell’antitossina il prima possibile, il supporto respiratorio quando necessario e, nei casi più gravi, il ricovero in terapia intensiva. In queste situazioni ogni minuto conta.
Come si previene: le regole base
Per le conserve vegetali è necessario scottare in acqua e aceto in parti uguali (meglio aceto di vino bianco almeno al 6%), invasare in contenitori perfettamente puliti e pastorizzare a dovere. Per gli oli aromatizzati – aglio, erbe, peperoncini – è fondamentale acidificare gli ingredienti prima, conservarli in frigorifero e consumarli rapidamente. In caso di dubbio è meglio congelare sughi e salse poco acide piuttosto che tentare una conservazione domestica incerta.
Regole pratiche per prevenirlo
- Non riempire i contenitori fino all’orlo: serve spazio per generare il vuoto.
- Conservare in frigorifero le conserve una volta aperte e consumarle in breve tempo.
- Scartare i prodotti con coperchi gonfi, capsule che “cliccano” alla pressione o che emanano odori anomali.
- Bollire sempre le conserve fatte in casa prima di consumarle, portando a ebollizione il contenuto per almeno 5 minuti.